La Gazzetta dello Sport

Fa tutto Lukaku

L’INTER SA SOFFRIRE POI STENDE L’UDINESE COL SUO CARRARMATO

- Di Luigi Garlando - INVIATO A UDINE

Doppietta del belga e la banda Conte resta a 3 punti dalla Juve. Decisivi nella ripresa gli innesti di Sanchez e Brozovic: il cileno si procura il rigore del 2-0. Domenica c’è il derby

Per ora Christian Eriksen decide uscendo più che entrando. Ma ci sta. E’ appena arrivato, fiaccato da troppa panchina. Conte ha ritoccato il suo adorato 35-2 per agevolarne l’inseriment­o. Il danese ha faticato, ha cercato di imparare il suo nuovo mondo, quando è uscito allo scadere dell’ora di gioco, l’Inter ha trovato i gol. Serve tempo e lavoro. Quando Eriksen farà tandem con Brozovic, che ieri lo ha sostituito, sarà tutto più facile. Ma Udine non era un provino per singoli. Era una partita chiave, dopo tre pareggi consecutiv­i e dopo i successi larghi di Juve e Lazio. Alla 14ª l’Inter guidava con un punto sulla Juve e 7 sulla Lazio. Un’epidemia di 5 pari in 7 giornate ha portato avanti Sarri e, virtualmen­te, anche Inzaghi. Tornare a vincere era fondamenta­le, per non avvilirsi nella settimana del derby. L’Inter è stata brava a farlo nella sofferenza contro un’Udinese che ha imposto a lungo la sua fisicità. Conte ne è venuto fuori con la miglior fisicità che ha in casa: Romelu Lukaku. Il gigante ha sofferto come gli altri, ma, al momento buono, ha sfregiato il match con una doppietta. E sono 16. L’Inter non ha incantato. L’assenza di Brozovic

in regia ha pesato, anche se Barella, che ha provato a sostituirl­o, è stato il migliore, dopo Lukaku. Come ha pesato il vuoto di Lautaro, baby Esposito ha diritto all’errore. Mancava l’aureola rassicuran­te di Handanovic. Padelli ha riscoperto la A dopo 1253 giorni. L’Udinese è stata tosta, ma Okaka e Lasagna, in serata grama, hanno negato sbocchi e sogni. Il merito dell’Inter è stato di andare oltre a precarietà e ostacoli per strappare 3 punti d’oro. Tutti a seguire gli ultimi arrivati, ma occhio al ritrovato

Alexis Sanchez: come averlo riacquista­to. Servirà.

Eriksen fa il 10

Alla prima da titolare Eriksen è già trequartis­ta. Conte, tatticamen­te, aveva spiegato che serviva lavoro per vederlo in quel ruolo. Ma fa bene a lavorarci in partita, anche perché il danese non è al top della forma. Così può spendere il suo genio a ridosso delle punte e si risparmia i viaggi dalla mediana: 34-1-2. Eriksen, per dire, al 7’ arriva già al tiro dal limite, poi prova a legare la squadra e a cercare il messaggio in verticale per Lukaku che non brilla. Tiene pochi palloni e non riesce a guadagnars­i una punizione dal limite. In una partita così bloccata, i calci da fermo del danese sarebbero pepite. Pochi, in realtà, brillano tra i nerazzurri. Ritmo lento e pochi spunti individual­i. Anche se limitato dalla “solita” ammonizion­e precoce, il migliore è Barella che interpreta a suo modo il ruolo di play. La vera squadra di Conte si vedrà quando l’impostazio­ne del croato si salderà alla rifinitura del danese. A

Udine ci si arrangia. Ecco perché servirebbe come il pane il lavoro di fascia degli esterni, che invece faticano. La prima volta che Moses sfonda a destra, arriva la migliore occasione nerazzurra, ma Vecino spreca a centro area (19’).

Udine riparte

L’Udinese ha impostato una partita di attesa e controllo. Si chiude bene, ma non sta solo a guardare, anche perché Gotti sa che in mediana c’è spazio per infilarsi, soprattutt­o nella zona che di solito occupa Sensi

e che Eriksen non copre. Il centrocamp­o a 4 di Conte allarga necessaria­mente le maglie e lì puntano al galoppo De Paul e Fofana che hanno gamba lesta. De Paul va pericolosa­mente al tiro e, ancora più pericolosa­mente, tira Stryger Larsen a portiere battuto: salva Young (38’). La presenza tra i pali di Padelli induce i friulani a provarci spesso da lontano. Pari onesto all’ora del tè.

Doppio Lukaku

All’alba della ripresa (2’), il maldestro Musso regala a

Esposito un tap-in d’oro, che difficilme­nte Lautaro avrebbe fallito. Il bambino spreca con la tenerezza dei suoi anni. Esce sostituito da Sanchez. Fuori anche lo stanco Eriksen, entra Brozovic. Si torna al 3-5-2, che funziona a memoria. E’ la frustata di Conte al quarto d’ora per raddrizzar­e un match che si sta mettendo male, perché l’Udinese, trascinata da uno scatenato Fofana, ha preso il centro del ring e l’Inter rischia di finire all’angolo. Come succede spesso, la frusta di Conte lascia il segno. L’ottimo Barella pesca in area Lukaku che sfoglia il manuale del 9 e imbuca (19’). Sanchez, entrato con l’anima frizzante, strappa palla e rigore che Big Rom parcheggia in rete (26’). L’Udinese si arrende. Conte intasca una vittoria di piombo. Nel giorno del grande palindromo (02-022020), l’Inter aggiunge il suo 0-2. Che è anche il prefisso di Milano: domenica derby.

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 ?? LIVERANI/GETTY/ANSA ?? Protagonis­ti In grande Romelu Lukaku, 26 anni, dopo l’1-0; qui sopra altri protagonis­ti della serata di Udine 1 Christian Eriksen, 27 anni: il danese era al debutto in A e non ha brillato 2 Il saluto a fine partita tra Skriniar e Padelli, che ha giocato titolare al posto dell’infortunat­o Handanovic
LIVERANI/GETTY/ANSA Protagonis­ti In grande Romelu Lukaku, 26 anni, dopo l’1-0; qui sopra altri protagonis­ti della serata di Udine 1 Christian Eriksen, 27 anni: il danese era al debutto in A e non ha brillato 2 Il saluto a fine partita tra Skriniar e Padelli, che ha giocato titolare al posto dell’infortunat­o Handanovic

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