La Gazzetta dello Sport

Gioco, Douglas, il vero De Ligt Oltre gli episodi, Sarri merita

Due volte CR7 dal dischetto, poi l’olandese: 3-0 alla Fiorentina Bianconeri col 75% di possesso: il tridente con Costa convince

- Di Fabio Bianchi - INVIATO A TORINO

Nel nome del solito noto, quella che riprende la corsa in vetta alla classifica è una Juve grandi numeri, nelle statistich­e, nelle cifre della sfida e nei record ad personam. Cristiano Ronaldo, appunto, che non si ferma più. Tra le partite recenti, la sua è stata forse la meno brillante. La Fiorentina lo ha omaggiato di due regali di compleanno anticipati coi rigori causati da Pezzella e Ceccherini. Uno da regola e l’altro piuttosto generoso che hanno consentito al marziano di portare a 50 (in 70 partite) le reti in bianconero e a 9 le sue gare di fila in gol. Ok, la buona Fiorentina, orfana di tante preziose pedine, è caduta in quegli undici metri che tanto hanno fatto infuriare Commisso; ok, ha avuto per prima l’occasione di passare in vantaggio con quel tacco di Chiesa sventato da Szczesny. Ma se tiriamo le somme non si può dire che la Juve non meritasse la vittoria. A proposito di numeri, la banda Sarri ha prodotto quasi il 75% del possesso palla, un’enormità, e ha giocato 45 palloni nell’area rivale. Con almeno due occasioni nitide sventate da super Dragowski. La Juve ha tenuto a distanza Inter e Lazio con legittimit­à, mettendo in vetrina il suo uomo in più, una ritrovata solidità (dopo 3 partite, non ha subito gol) e tratti di bel gioco finalmente a ritmo europeo.

La chiave

Come annunciato, Sarri ha optato per il tridente scegliendo Douglas Costa, con buona pace di Dybala. Che così, a dir la verità, sembra meglio assortito.

Se il delizioso e fragile brasiliano è questo, e non si ri-rompe magari salendo in auto, c’è tutta l’aria che Paulo il caldo e Higuain dovranno adeguarsi a un turnover a tre, a seconda delle esigenze. In questo caso Sarri ha speso Flash nell’intento di dare ampiezza alla manovra offensiva, allargarne le trame e mettere più brio dentro le fitte maglie difensive della Fiorentina che si chiude bene arretrando gli esterni. La mossa è riuscita perché Douglas è stato il più attivo e, senza insistere troppo nel dribbling, ha regalato ghiotti palloni ai compagni, non sfruttati. La Viola, priva di Milenkovic e Caceres, ha comunque tenuto botta, stando bassa (forse troppo). A Iachini mancava anche Castrovill­i, l’unico al momento in grado di far cambiare passo alla squadra e creare qualcosa di inaspettat­o. Così nella manovra si è notato il gap di qualità: gli uomini di Iachini hanno fallito troppi appoggi nelle uscite e ultimi passaggi nelle ripartenze. Poche, perché Rabiot e Bentancur sono stati efficaci in interdizio­ne. E in difesa si è notato un De Ligt in formato gigante. La Fiorentina è caduta in depression­e dopo il rigore di Ronaldo. Iachini nel secondo ha cercato di rianimarla con gli inseriment­i di Vlahovic per il tridente e poi di Sottil, ma è stata la Juve ad avere le occasioni per il raddoppio, come quel tocco di Higuain su invito di Douglas su cui Dragowski è volato. Il secondo rigore al tramonto della sfida ha chiuso i giochi e il gol di De Ligt, su angolo di Dybala (entrato per il Pipita), è stata la ciliegina della giornata grandi numeri: vittoria numero 1.600 per la Juve, prima italiana a raggiunger­e la cifra. Ottenuta con tre calci piazzati. Cercasi trame più veloci per reti su azione: per questo serve Flash.

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GETTY Testa Matthijs de Ligt, 20 anni, segna il 3-0: secondo gol in A

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