CINQUE GOL ALLA SPAL E GRANDE SPETTACOLO ADESSO INZAGHI CREDE NELLO SCUDETTO
Vittoria facile: doppiette di Immobile e Caicedo e rete di Adekanye. Champions blindata, ma se batte il Verona nel recupero di mercoledì va a soli due punti dalla Juve
Giroud? No, grazie. Bastano, e avanzano, Cirù (Immobile), Caicedo e, udite udite, anche quell’Adekanye che non aveva mai segnato da quando è in Italia. La Lazio, sedotta e abbandonata dal centravanti della Francia campione del mondo (rimasto al Chelsea nonostante il pressing last minute di Lotito e Tare), va avanti come se niente fosse e conferma di avere un attacco che non ha alcun bisogno di ulteriori apporti. Giroud può attendere, insomma. I gol per la Champions (il margine sul quinto posto è ora di dieci punti, con una partita in meno) e, chissà, forse anche per qualcosa di più grande arrivano comunque e dovunque.
Una formalità
Altri cinque contro la Spal, quattro già nel primo tempo, per una partita che non è mai in discussione e scaccia in fretta sia i timori di una lieve flessione in atto (i biancocelesti erano reduci dal k.o. di Napoli in Coppa Italia e dal pari sofferto nel derby) sia i fantasmi di un avversario, la Spal, che era risultato amaramente indigesto alla banda di Inzaghi sia sul finire della scorsa stagione sia all'inizio di questa. Stavolta, invece, la sfida con gli emiliani è poco più di una formalità, una pratica che la squadra di casa chiude già alla mezzora con il capolavoro di Immobile, il terzo della giornata e il secondo del capocannoniere del campionato. Una prodezza che fa da copertina non solo alla giornata, ma all’intera annata dell’attaccante napoletano. Che, lanciato in profondità da Lazzari, supera Bonifazi con un tunnel, dribbla anche Berisha, ma si allarga un po’, consentendo al portiere spallino di rialzarsi ed ostacolarlo. A
questo punto Ciro «scherza» l’estremo difensore con finte e controfinte per poi inventare un pallonetto che beffa tutti. L’1-0, sempre di Immobile, arriva dopo appena 3 minuti, grazie a una spizzata di Lulic che trova il numero 17 solo sul secondo palo. Il suo partner d’attacco non è da meno. È infatti doppietta pure per Caicedo, che ribadisce in rete il tiro di Lazzari finito sul palo per il 2-0 e poi timbra il 4-0 grazie ad un assist dello stesso Ciro.
Ad armi (im)pari
Nella ripresa ci sarà gloria anche per il quarto attaccante di Inzaghi, il giovane Adekanye. Che rileva Caicedo e trova il primo gol in biancoceleste grazie al cioccolatino servitogli da Lazzari. Rete che arriva a partita ormai ampiamente finita, così come quello della bandiera della Spal, realizzato da Missiroli dopo una pregevole serpentina. Match mai in discussione perché la Spal commette l’errore di volerlo affrontare ad armi pari e finisce così per soccombere. Il 3-5-2 di Semplici naufraga di fronte al modulo speculare di Inzaghi perché la sfida si trasforma in tanti duelli «uno contro uno» nei quali emerge tutta la differenza di valori tra le due formazioni. Il resto lo fanno le assenze pesanti che l’allenatore della Spal deve fronteggiare (Petagna e Valoti squalificati, Fares, D’Alessandro e il nuovo arrivato Cerri indisponibili). Anche Inzaghi non è al completo (mancano Correa, Luiz Felipe, Cataldi e Patric), ma le alternative sono più che sufficienti per colmare le lacune.
Come un’orchestra
La Lazio gioca a memoria, alterna le imbucate centrali (nascono così il secondo, il terzo e il quarto gol) allo sfruttamento chirurgico delle fasce (come per il quinto gol). Ma è abile a capitalizzare pure le palle inattive (dopo quello di Acerbi nel derby, anche il primo gol contro la Spal nasce dagli sviluppi di un calcio d’angolo). Una squadra matura e completa che quando può permettersi di giocare sul velluto, come succede contro la Spal, diverte e ruba la scena. Grazie soprattutto ai ricami di Luis Alberto e Milinkovic, la coppia di centrocampisti che fa tutta la differenza del mondo. Una squadra che, legittimamente, autorizza i sogni più arditi. Specie, poi, se mercoledì dovesse sfruttare a pieno il recupero col Verona, che potrebbe portarla a due soli punti dalla capolista Juve. Nel frattempo Inzaghi si gode numeri da record. È arrivata a 16 la striscia di partite utili consecutive in campionato (ne manca solo una per eguagliare il record storico di Eriksson, nel 98-99). Sempre 16 le gare di fila in cui i biancocelesti vanno a segno (solo nel ‘93 fecero una striscia più lunga). Quello con la Spal, inoltre, è stato il settimo successo interno consecutivo, appena uno in meno della striscia-record di Maestrelli nell’anno dello scudetto.
Semplici confermato
Molto meno confortanti i numeri della Spal. A cominciare dalla distanza dalla zona salvezza che, complice la vittoria del Lecce, è ora quattro punti più su. Le ultime trasferte (successi con Torino e Atalanta, k.o. pieno di rimpianti a Firenze) avevano alimentato una certa fiducia che il match dell’Olimpico ha subito spento. E così torna in discussione pure la posizione di Semplici. La società sembra fermamente intenzionata ad andare avanti col tecnico del ritorno in A e delle due salvezze consecutive, ma in serata circolavano i nomi di Ballardini, Prandelli e Di Biagio come possibili sostituti. Con o senza Semplici, per la Spal sarà comunque fondamentale ritrovare quella voglia di lottare su ogni pallone della quale, contro la Lazio, si sono perse le tracce.