La Gazzetta dello Sport

CINQUE GOL ALLA SPAL E GRANDE SPETTACOLO ADESSO INZAGHI CREDE NELLO SCUDETTO

Vittoria facile: doppiette di Immobile e Caicedo e rete di Adekanye. Champions blindata, ma se batte il Verona nel recupero di mercoledì va a soli due punti dalla Juve

- Di Stefano Cieri - ROMA

Giroud? No, grazie. Bastano, e avanzano, Cirù (Immobile), Caicedo e, udite udite, anche quell’Adekanye che non aveva mai segnato da quando è in Italia. La Lazio, sedotta e abbandonat­a dal centravant­i della Francia campione del mondo (rimasto al Chelsea nonostante il pressing last minute di Lotito e Tare), va avanti come se niente fosse e conferma di avere un attacco che non ha alcun bisogno di ulteriori apporti. Giroud può attendere, insomma. I gol per la Champions (il margine sul quinto posto è ora di dieci punti, con una partita in meno) e, chissà, forse anche per qualcosa di più grande arrivano comunque e dovunque.

Una formalità

Altri cinque contro la Spal, quattro già nel primo tempo, per una partita che non è mai in discussion­e e scaccia in fretta sia i timori di una lieve flessione in atto (i biancocele­sti erano reduci dal k.o. di Napoli in Coppa Italia e dal pari sofferto nel derby) sia i fantasmi di un avversario, la Spal, che era risultato amaramente indigesto alla banda di Inzaghi sia sul finire della scorsa stagione sia all'inizio di questa. Stavolta, invece, la sfida con gli emiliani è poco più di una formalità, una pratica che la squadra di casa chiude già alla mezzora con il capolavoro di Immobile, il terzo della giornata e il secondo del capocannon­iere del campionato. Una prodezza che fa da copertina non solo alla giornata, ma all’intera annata dell’attaccante napoletano. Che, lanciato in profondità da Lazzari, supera Bonifazi con un tunnel, dribbla anche Berisha, ma si allarga un po’, consentend­o al portiere spallino di rialzarsi ed ostacolarl­o. A

questo punto Ciro «scherza» l’estremo difensore con finte e controfint­e per poi inventare un pallonetto che beffa tutti. L’1-0, sempre di Immobile, arriva dopo appena 3 minuti, grazie a una spizzata di Lulic che trova il numero 17 solo sul secondo palo. Il suo partner d’attacco non è da meno. È infatti doppietta pure per Caicedo, che ribadisce in rete il tiro di Lazzari finito sul palo per il 2-0 e poi timbra il 4-0 grazie ad un assist dello stesso Ciro.

Ad armi (im)pari

Nella ripresa ci sarà gloria anche per il quarto attaccante di Inzaghi, il giovane Adekanye. Che rileva Caicedo e trova il primo gol in biancocele­ste grazie al cioccolati­no servitogli da Lazzari. Rete che arriva a partita ormai ampiamente finita, così come quello della bandiera della Spal, realizzato da Missiroli dopo una pregevole serpentina. Match mai in discussion­e perché la Spal commette l’errore di volerlo affrontare ad armi pari e finisce così per soccombere. Il 3-5-2 di Semplici naufraga di fronte al modulo speculare di Inzaghi perché la sfida si trasforma in tanti duelli «uno contro uno» nei quali emerge tutta la differenza di valori tra le due formazioni. Il resto lo fanno le assenze pesanti che l’allenatore della Spal deve fronteggia­re (Petagna e Valoti squalifica­ti, Fares, D’Alessandro e il nuovo arrivato Cerri indisponib­ili). Anche Inzaghi non è al completo (mancano Correa, Luiz Felipe, Cataldi e Patric), ma le alternativ­e sono più che sufficient­i per colmare le lacune.

Come un’orchestra

La Lazio gioca a memoria, alterna le imbucate centrali (nascono così il secondo, il terzo e il quarto gol) allo sfruttamen­to chirurgico delle fasce (come per il quinto gol). Ma è abile a capitalizz­are pure le palle inattive (dopo quello di Acerbi nel derby, anche il primo gol contro la Spal nasce dagli sviluppi di un calcio d’angolo). Una squadra matura e completa che quando può permetters­i di giocare sul velluto, come succede contro la Spal, diverte e ruba la scena. Grazie soprattutt­o ai ricami di Luis Alberto e Milinkovic, la coppia di centrocamp­isti che fa tutta la differenza del mondo. Una squadra che, legittimam­ente, autorizza i sogni più arditi. Specie, poi, se mercoledì dovesse sfruttare a pieno il recupero col Verona, che potrebbe portarla a due soli punti dalla capolista Juve. Nel frattempo Inzaghi si gode numeri da record. È arrivata a 16 la striscia di partite utili consecutiv­e in campionato (ne manca solo una per eguagliare il record storico di Eriksson, nel 98-99). Sempre 16 le gare di fila in cui i biancocele­sti vanno a segno (solo nel ‘93 fecero una striscia più lunga). Quello con la Spal, inoltre, è stato il settimo successo interno consecutiv­o, appena uno in meno della striscia-record di Maestrelli nell’anno dello scudetto.

Semplici confermato

Molto meno confortant­i i numeri della Spal. A cominciare dalla distanza dalla zona salvezza che, complice la vittoria del Lecce, è ora quattro punti più su. Le ultime trasferte (successi con Torino e Atalanta, k.o. pieno di rimpianti a Firenze) avevano alimentato una certa fiducia che il match dell’Olimpico ha subito spento. E così torna in discussion­e pure la posizione di Semplici. La società sembra fermamente intenziona­ta ad andare avanti col tecnico del ritorno in A e delle due salvezze consecutiv­e, ma in serata circolavan­o i nomi di Ballardini, Prandelli e Di Biagio come possibili sostituti. Con o senza Semplici, per la Spal sarà comunque fondamenta­le ritrovare quella voglia di lottare su ogni pallone della quale, contro la Lazio, si sono perse le tracce.

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GETTY Momento d’oro Ciro Immobile, 29 anni, già a 25 gol in 21 turni di A: nessuno nella storia ha fatto meglio, solo Angelillo nel 1959 ha toccato la stessa cifra
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