La Gazzetta dello Sport

Capitolo terzo

Maldini jr in campo Tre minuti di emozione «Un sogno realizzato»

- di Alessandra Bocci - MILANO

Esordio a 18 anni, continua la tradizione di famiglia Pioli lo inserisce nel recupero: «Ha qualità e talento»

Era gennaio, c’era la neve a bordocampo e lui non aveva neppure i tacchetti adatti. Era salito sul pullman in modo del tutto imprevisto, così come imprevista è stata la convocazio­ne di Daniel Maldini. «Non era stato neppure tanto bene in settimana», racconta Paolo. A San Siro, al minuto 93 di una partita cominciata in salita, è cominciato il terzo capitolo di una storia di famiglia cominciata nel settembre 1954 con l’esordio di un triestino di nome Cesare, difensore. Tale padre, tale figlio, in questo caso. Daniel è diverso, fa l’attaccante, mestiere complicato nel Milan di questi tempi. Anche suo padre debuttò in una partita finita 1-1, a Udine, anche quella volta c’era da recuperare lo svantaggio. «Sì, ci sono molte similitudi­ni», riflette Paolo. Non lo dice, ma è logico che speri per il figlio un destino come quello suo e di Cesare, primo capitano di una squadra italiana ad alzare una coppa dei Campioni. Le strade dei sogni sono lastricate di difficoltà e qualche volta di ghiaccio, ma non si sa mai.

Emozioni

Dura volare alto in questo Milan, ma a diciotto anni forse è più facile. «02-02-2020, in un giorno come oggi... Un sogno», ha scritto Adriana Maldini su Instagram. «Una grande emozione per lui e per la famiglia», dice Paolo. Vocaboli usati dallo stesso Daniel davanti alle telecamere di Milan

Tv. «È stato un sogno, peccato per il risultato, c’è stata comunque emozione, anche se mio padre mi tranquilli­zza. L’esordio era un obiettivo che mi ero prefissato, ora speriamo di andare avanti così». Daniel ha da poco compiuto diciott’anni e si è deciso di tenerlo al Milan anziché farlo maturare magari in Serie C. La maglia del Milan pesa per tutti, a maggior ragione per un Maldini, se pensa alle immagini del nonno a Wembley o alla numero tre del padre ritirata. Quando Pioli ha deciso di concedergl­i qualche minuto, ha cercato di togliere pressione. «Gli ho detto, vai sul centrodest­ra, che una palla ti arriva. Non sono stato un buon veggente», scherza Pioli. «Ma il ragazzo ha qualità, ha talento».

A ritroso

Ogni campione ha il suo profeta. Cesare ebbe Bela Guttmann, uno che a sentenze non scherzava. Cesare giocava nella Triestina, il Milan lo voleva, il tecnico disse «Questo ragazzo è da Milan e giocherà nel Milan». Esordì nel settembre 1954 proprio contro la sua ex squadra. Il resto è storia di famiglia ma soprattutt­o storia del calcio: Cesare è stato capitano e allenatore, Paolo capitano e dirigente. Il debutto di Daniel lo rende orgoglioso e il pareggio con il Verona non rovina la festa. «E’ stata un’occasione persa, ma ce ne saranno delle altre». E’ tranquillo, Paolo, e non ha rimpianti per la cessione di Piatek decisa poco prima che Ibrahimovi­c si fermasse. «Sono cose da mettere in preventivo, abbiamo altre carte, abbiamo Rebic. Peccato, avremmo potuto risalire ancora. Ma ci saranno altre occasioni». Magari anche per allungare la storia dei Maldini.

Come accadde a me, un esordio imprevisto. Una grande emozione

Paolo Maldini sul debutto con il Milan del figlio diciottenn­e Daniel

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GETTY Predestina­to Daniel Maldini, 18 anni, ieri il debutto col Milan al 48’ s.t.

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