Atalanta, che succede? Genoa a un passo dal blitz
Nerazzurri quarti ma dopo il k.o. con la Spal arriva un’altra frenata interna: vanno sotto, poi il pari di Ilicic
Un punto in due partite in casa, contro le ultime in classifica (prima la Spal, ieri il Genoa): così si fatica a fare pensieri europei più nitidi, qualunque essi siano. La classifica e il quarto posto condiviso dicono all’Atalanta che si può, ma il pareggio di ieri le parla di un’occasione persa per sorpassare la Roma e staccare ancora di più chi sta dietro. E soprattutto della necessità di guardarsi dentro: il futuro dipende dal suo essere più equilibrata e costante, non così volubile nella fase difensiva e nel livello di intensità dell’approccio e dell’aggressione. Meno esagerata e più essenziale quando serve, se vogliamo. Dipende da se stessa, insomma.
La coppia giusta
Come la salvezza per il Genoa: il pareggio di ieri, strameritato, racconta di un piccolo allungo su Brescia e Spal e di una squadra che ha confermato di essere in crescita. E’ viva, corre, ha coraggio — per metterla sul fisico contro l’Atalanta ce ne vuole — si aiuta, resiste con ordine anche a un’inferiorità numerica (espulso Behrami) per un lunghissimo quarto d’ora, quello nel quale l’Atalanta di solito prende per stanchezza. Una squadra sempre più in pugno al suo allenatore, che ieri ha «inventato» una coppia offensiva mai vista, Sanabria-Pinamonti: verde ma spregiudicata, tosta, forse la più azzeccata per accompagnare i sacrifici della squadra e dare un senso offensivo più concreto al suo lavoro. Un gol procurato (Pinamonti), uno segnato (Sanabria), uno sfiorato cercandosi, tanto lavoro sporco. Così il piano di Nicola — task force di aggressione a tutto campo — ha funzionato: il Genoa, tenuto su dai suoi due centravanti, ha avuto momenti di respiro e per leggere le idee elaborate dal gps di Schone.
Non è ancora Zapata
Non è da tutti rimontare e sorpassare l’Atalanta, in vantaggio dopo appena 12’ rispolverando la vecchia ma arrugginita arma dei calci piazzati: corner di Gomez, spizzata di Zapata, colpo di testa di Toloi. E’ da Atalanta — riecco il film della gara con la Spal — regalare all’improvviso venti minuti e due gol: prima una fuga a Pinamonti (Palomino) e un rigore a Sturaro (Hateboer), con pace fatta da Criscito con il dischetto; poi un cross comodo a Sturaro (De Roon) e una capocciata da tre metri a Sanabria (Toloi). Non è da Atalanta, rimessa in piano la partita con Ilicic, avere un’ora di tempo e non portare alla resa l’avversaria. Non mordere la chance che sarebbe bastata: non sempre serve che piovano gol, ma a questa squadra sta mancando il miglior Zapata, che ieri ha smazzato due assist ma fatica ancora a sprigionare la sua potenza e a riprendere confidenza con la porta.
I cambi di Gasp
Quella
fatica
PARTITA/RISULTATO
nel
1. ATALANTA-TORINO 2-3
2. ATALANTA-FIORENTINA 2-2
3. ATALANTA-LECCE 3-1
4. ATALANTA-UDINESE 7-1
5. ATALANTA-CAGLIARI 0-2
6. ATALANTA-JUVENTUS 1-3
7. ATALANTA-VERONA 3-2
8. ATALANTA-MILAN 5-0
9. ATALANTA-PARMA 5-0
10. ATALANTA-SPAL 1-2
11. ATALANTA-GENOA 2-2
PUNTI
0 1 3 3 0 0 3 3 3 0 1 nella ragnatela rossoblù, risistemata ogni volta dal moto perpetuo di Behrami e soprattutto Sturaro, era emersa subito. Fin da quando Gasperini aveva provato a sorprendere Nicola invertendo le posizioni di Gomez e Pasalic: un 3-4-3 che era di fatto un 3-1-3-3, con De Roon davanti alla difesa, Gomez trequartista molto basso e Pasalic alzato a sinistra. Dopo 22 minuti il tecnico è tornato all’antico, allargando il Papu, ma l’ultima chance veramente nitida, da frullatore Atalanta, è capitata al 40’ sul sinistro di Ilicic: forse già sazio per il tredicesimo gol nelle ultime undici partite, l’ha sparata su Perin in uscita disperata. Nel secondo tempo al resto ha pensato lui, il portiere, in particolare su Gosens, Djimsiti e Toloi: un tiro da venti metri, un colpo di tacco, una girata più tentata che cercata. Ovvero soluzioni estemporanee, non organizzate: non era l’Atalanta, che quando non riesce a travolgere capita si faccia travolgere dall’ansia. È ancora il suo limite.
TEMPO DI LETTURA 2’59”
E sono 14 (nove nelle ultime sei gare): è il suo record. Sbaglia il più facile: il 3-2, dunque pesante. Da prima punta fa quel che può
Amara la 50ª in A con la Dea: no al 3-2 di Pinamonti
TOLOI Ok il gol (indisturbato), ma dietro balbetta: anticipato secco da Sanabria, fatica con Pinamonti
5 Bruciato da Pinamonti prima del rigore: non l’unico affanno
5,5 DJIMSITI C’è anche lui sulla scena del 2-1, senza avversario è spaesato. Finisce punta, ci prova di tacco
5 HATEBOER Fallo da rigore sciocco, non arriva su una chicca di Gomez. E non ara più la fascia
5 DE ROON La palla a Sturaro pre 2-1 non è l’unico regalo. Giallo, niente Fiorentina
5,5 PASALIC Parte alto, si abbassa dopo 22’: non morde mai, non copre abbastanza
5,5 FREULER Poco ordine in tanta confusione
6 GOSENS Sfiora un gol da paura, per il resto Ghiglione non trema
6 GOMEZ Basso o alto a sinistra, calamita palloni a cui dà poco veleno
5 MURIEL Stavolta non fa male al Genoa, anzi
6,5 D. ZAPATA Per ora uomo assist (due), il gol lo sfiora e basta. E fatica ancora a sovrastare
5,5 MALINOVSKYI Il solo «pericolo» è una punizione (centrale) nel finale
5,5 ALL. GASPERINI Tourbillon di uomini e posizioni, ma stavolta non funziona
IL MIGLIORE
Una sassata di testa per il 2-1, un quasi assist per Pinamonti, movimenti da centravanti atipico, che fa giocare la squadra
7 PERIN Una prodezza (su Gosens), tre riflessi importanti (Zapata, Djimsiti, Toloi) e un regalo da Ilicic.
6,5 BIRASCHI Attento, puntuale, non molla un centimetro.
6,5 ROMERO Salva subito su Gomez e disinnesca Zapata, ma non prima del suo secondo assist.
5,5 MASIELLO Cuore da ex in subbuglio sui gol: Zapata lo brucia, non si stacca su Ilicic.
6,5 GHIGLIONE Non subisce Gosens, e non è poco.
S.V. GOLDANIGA
6 BEHRAMI Molta sostanza e corsa, troppa rudezza: è il 7° rosso del Genoa, record non invidiabile.
7 SCHONE Davanti alla difesa, nel cuore del campo, quasi dietro le punte: ha un radar, sa sempre dove andare.
7 STURARO Un rigore preso, un assist, il rischio dell’aggressività: contro l’Atalanta ci sta.
6,5 CRISCITO Bello il rigore (5° gol, tutti dal dischetto), meno il gesto. Aiuta su Ilicic, sorpreso anche lui sul 2-2.
S.V. CASSATA
7 PINAMONTI Duelli in serie con Palomino, che è un osso: ne perde pochi soprattutto in cielo e gli scappa via all’alba dell’1-1. Gollini gli nega il 32.
S.V. DESTRO
7 ALL. NICOLA Tutte scelte felici, a cominciare dall’attacco «fresco». 6 MASSA (Arbitro) Fischia poco ma sembra avere un metro uniforme per tutta la partita, corretta la lettura del rigore e dell’espulsione per doppia ammonizione a Behrami 6 MELI (Assistente) 6 DI VUOLO (Assistente)