Italia all’anno zero ma la Paolini ci crede «Il gruppo crescerà»
Oggi il debutto con l’Austria nel girone di Fed Cup, Jasmine è la nostra numero 1
Era casa nostra. Il giardino delle meraviglie di un’Italia al femminile che conquistava il mondo e grazie ai trionfi a squadre consolidò le certezze per dominare anche negli Slam e nelle classifiche di singolare.
L’eredità
Bellissimi i tempi di Schiavone, Pennetta, Errani e Vinci, bellissimi gli anni dei quattro successi in Fed Cup, ma oggi la competizione, rinnovata nella formula (che l’ha resa simile alla Davis), per noi è diventata il laboratorio della ricostruzione. L’Italia di Tathiana Garbin l’anno scorso è retrocessa in C e la ristrutturazione del formato ci colloca adesso nel gruppo regionale Europa/ Asia: la prima tappa verso il sogno (al momento invero piuttosto lontano) del Gruppo Mondiale passa da Tallinn, dove da oggi affronteremo in successione Austria, Estonia e Grecia per provare a vincere il raggruppamento e garantirci un posto ai playoff di aprile per l’approdo ai preliminari decisivi del febbraio 2021. Aldilà della complessità della formula, l’obiettivo va oltre il risultato: le convocate Paolini (94 Wta), Giorgi (100), GattoMonticone (148), Trevisan (151) e Cocciaretto (153) devono cominciare un percorso comune per la costruzione di un gruppo coeso che attraverso l’esperienza nel team possa rafforzare le ambizioni nelle carriere indivisifica duali, come accadde anche alla generazione dorata. Recuperata definitivamente alla causa la Giorgi, che certamente vale più del 100° posto attuale, sarà interessante valutare la risposta della Paolini, al momento la nostra giocatrice migliore in clase consapevole che la Fed Cup può appunto diventare la rampa di lancio per avvicinare il top: «Per me la Nazionale è motivo d’orgoglio. E poi con le compagne e con Tathiana ci conosciamo da sempre e siamo un bel gruppo. Allenarsi per una settimana con loro ti trasmette tanta energia e poi te la porti nei tornei successivi. Quanto a me, devo lavorare ancora tanto per diventare più consistente. La strada è quella giusta. Devo migliorare molto il servizio e la continuità, ma l’altezza (è 1.60, ndr) non sarà mai un grosso limite: mi ispiro alla Errani e alla Cibulkova». Gli esami contro la Sakkari (21 mondiale) e la Kontaveit (22) daranno indicazioni preziose, ma la nostra compattezza di squadra potrebbe consentirci di vincere il girone ed evitare, salvo sorprese, l’Ucraina della Svitolina. La capitana Garbin è fiduciosa: «Penso positivo: credo che abbiamo le qualità per arrivare ad alti livelli,perché le ragazze ci stanno mettendo tanta passione». Buon viaggio.
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