La Gazzetta dello Sport

Creativo sempre Decisivo spesso A lungo, il top

Paulo in inverno ha spinto la squadra E poi Sarri non vuole... bestemmiar­e

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C’è chi nasce con la camicia e chi invece deve sudarne almeno sette per dimostrare di essere l’uomo giusto. Paulo Dybala è nato con una notevole dose di talento, eppure è spesso costretto a sgomitare per conquistar­si il posto. È successo con Massimilia­no Allegri, sta accadendo anche con Maurizio Sarri, nonostante Paulo abbia tenuto su la Juve nel mese in cui Ronaldo è rimasto a digiuno. Il fatto stesso che Sarri abbia definito una «bestemmia» lasciarlo in panchina dimostra di quanta consideraz­ione goda l’argentino, che però domenica ha dovuto cedere il posto a Douglas Costa perché il tecnico voleva più ampiezza. Dybala però è un giocatore amatissimo dai tifosi e soprattutt­o uno di quelli che ha reso di più in questa prima parte di stagione. Una sola sua giocata può valere il pezzo del biglietto. I numeri dicono che ha giocato 28 partite segnando 11 gol (di cui tre in Champions League) e ha una media voto di 6,77.

Tecnica e creatività

Allegri aveva sbagliato allontanan­dolo dalla porta, Sarri è stato bravo a riportarlo agli antichi fasti e sarebbe un peccato non sfruttarne l’ottimo momento, fisico e mentale. Paulo è un dieci moderno, un po’ seconda punta un po’ trequartis­ta, che prova gusto a segnare quanto a servire un compagno (4 assist in campionato finora). Quest’anno ha dimostrato di poter stare anche al fianco di Ronaldo e con Higuain l’intesa è praticamen­te perfetta (vedere il gol all’Udinese in Coppa). La sua dote più preziosa è l’imprevedib­ilità: sa inventare dal nulla una magia (ricordate il gol su punizione all’Atletico?). In più salta l’uomo e cuce il gioco rendendo più fluida la manovra. In A tocca il 60% dei palloni negli ultimi 35 metri: il suo peso specifico in attacco non è da sottovalut­are.

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