Roma, stai attenta Senza Champions blindare Smalling sarà più difficile
Sirene dalla Premier per il difensore Il Manchester United può aprire l’asta
Effetto collaterale, effetto valanga, effetto domino. La formula può essere la più variabile, ma il senso appare chiaro: se la Roma non riuscisse ad arrivare in Champions League (per il secondo anno di fila), anche la pianificazione estiva subirebbe degli inevitabili contraccolpi. Ad esempio, se c’è un reparto che, nella stagione 2020-2021 parrebbe avere già una sua fisionomia, sarebbe senz’altro quello dei centrali difensivi. Il quartetto del futuro dovrebbe essere presto fatto: via Juan Jesus e Fazio (anche se non sarà facile) e spazio a Smalling, Mancini, Cetin e Ibanez. Ma se per trequarti del progetto non ci sono problemi, resta il nodo per ora più importante: il riscatto dell’inglese dal Manchester United.
Decide lui
L’impressione è che alla fine dell’anno scorso la situazione fosse migliore. Questo disastroso inizio di 2020 infatti, costellato da 4 sconfitte, un pareggio e 2 sole vittorie, ha portato la squadra di Fonseca all’eliminazione dalla Coppa Italia e al sorpasso – sia pure per differenza reti e scontro diretto – dall’Atalanta al quarto posto. Così non sorprende che il d.s. Petrachi a fine mercato, riguardo alla situazione di Smalling, abbia detto: «Dipende da lui». In effetti ha proprio ragione. Se a Natale il difensore sembrava avviato verso il probabile riscatto grazie ai probabili introiti derivanti dalla partecipazione all’Europa che conta, adesso trattare con lo United è più complicato, anche perché la cifra richiesta non è inferiore ai 18 milioni, a cui dover aggiungere i circa 3,5 d’ingaggio triennale. Insomma, una operazione da quasi 40 milioni per un giocatore che a novembre compirà 31 anni, da non prendere a cuor leggero.
Fonseca vs. Petrachi
Tra l’altro, non è un mistero che i «Red Devils» sarebbero pronti anche a riprenderlo – lo hanno detto più volte pubblicamente –, così come il club di Manchester sa bene come ci sono già almeno un paio di società inglesi pronte ad offrire più dei giallorossi. Non basta. Anche sul fronte dell’ingaggio, c’è chi potrebbe garantire a Smalling uno stipendio più alto ed a quel punto si torna al punto di partenza. Ovvero, la Champions come necessità per il futuro (se i giallorossi tornassero a giocarla, ci sarebbero almeno altri 50 milioni in più nelle casse) e la volontà del difensore come discrimine (se lui volesse solo la Roma, sarebbe tutto più facile).
Il riscatto di Smalling? Noi vorremmo farlo, ma dipende da lui
Di positivo, però, c’è che il giocatore e la sua famiglia si trovano bene nella Capitale, nonostante le ultime tensioni fra il d.s Petrachi e i calciatori per i modi giudicati rudi da tanti. A questo proposito, a Trigoria raccontano come nell’intervallo del match col Sassuolo, il d.s. sia sceso nello spogliatoio all’intervallo, ma quasi subito Fonseca l’abbia (gentilmente) invitato ad uscire perché non era il momento. Tornando a Smalling, resta l’ambizione di giocare ai massimi livelli, ed in questo senso la Champions sarebbe la vetrina preferita, anche se tutta da conquistare. Per questo domani contro il Bologna il solito slogan «vietato sbagliare» sarà d’attualità come non mai.
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