L’ultima inchiesta sullo stadio non ferma Friedkin
L’esame dei conti finisce nel weekend, poi il sì del «board». Tor di Valle: si indaga su «danno erariale»
Porte girevoli presso la sede di Viale Tolstoj, a Roma. Avete cominciato a prendere dimestichezza con le fisionomie dei partecipanti agli incontri per la cessione del club giallorosso? Marc Watts, Eric Williamson, Brian Walker (presidente, vice e direttore strategico del «Friedkin Group»), poi Brad Belnart e Derrik Burnette, quindi Matthew Edward, senza contare
Bob Needham della Raptor di Pallotta. Ebbene, tutti questi sono solo la punta dell’iceberg di un movimento di consulenti che è arrivato fino a cinquanta persone provenienti da molti Paesi, tutte al lavoro per esaminate nel dettaglio i bilanci delle 12 società che compongono la galassia As Roma. Detto che al massimo per domani il monitoraggio dovrebbe concludersi, le operazioni, naturalmente, non si sono svolte in contemporanea, ma stanno prendendo in esame tutti gli aspetti della trattativa: economico, finanziario, legale, sportivo e, ovviamente, anche quello legato allo stadio.
L’inchiesta stadio
Proprio due giorni fa, tra l’altro, il sequestro dei documenti da parte della Guardia di Finanza su indicazione della Corte dei Conti, ha agitato i cuori di molti. Il pm contabile Massimo Lasalvia, titolare dell’indagine, dovrà giudicare se c’è stato un danno erariale per circa 20 milioni, a favore di Eurnova, che detiene l’area di Tor di Valle, per un presunto errore di conteggio nelle cubature. Non basta. Tra i documenti sequestrati c’è anche quel parere all’Avvocatura dello Stato chiesto dall’ex assessore all’Urbanistica, Berdini, che potrebbe contenere una «exit strategy» (senza penali) dal progetto, mai amato dalla base del Movimento Cinque Stelle, e che la sindaca Raggi ha secretato, andando avanti. lo stesso.
Ottimismo a Trigoria
Dalla Roma, i cui dirigenti hanno incontrato i vertici del campidoglio due giorni fa, si respira però ottimismo, e tutti sono convinti che entro Pasqua arriverà il via libera all’opera da parte del consiglio comunale. In ogni caso, la trattativa per la cessione del club prescinde dallo stadio, visto che la valutazione che sarà data ai due «oggetti» (club e stadio) si costruirà in modo tale che eventuali stop giudiziari non inficino l’operazione. Al termine della «due diligence», tutti i dati saranno sottoposti al «board» del «Friedkin Group», che sarà chiamato al via libera formale. L’impressione, comunque, è che per la fumata bianca si dovrà attendere la seconda metà di febbraio. Con la firma che si apporrà con tutta probabilità negli Stati Uniti. ma. cec.