Body cam antirazziste Sabato l’esordio a Verona
Debutto nel giorno dell’esaurito con la Juve. Il club disse dopo i buu a Balotelli: «Saremo i primi in Italia a usarle»
In attesa del radar sonoro, arrivano le body cam per combattere il razzismo. E arrivano proprio a Verona, lo stadio dei buu a Balotelli dello scorso 3 novembre, a distanza di tre mesi da quando il club veneto aveva svelato il suo obiettivo di diventare «primo in Italia», parole del direttore operativo Francesco Barresi, nell’uso della tecnologia antirazzista. Promesso e fatto. Sabato sera, in Verona-Juve, le «telecamerine» faranno il loro debutto ufficiale dopo l’esito positivo della sperimentazione effettuata durante la partita con il Lecce.
Il via libera
Le «indosseranno» gli steward al lavoro sugli spalti del Bentegodi. Obiettivo: individuare gli autori dei buu, puntare l’indice sulla responsabilità individuale, e non su quella collettiva-oggettiva. Tutto è pronto, sia dal punto di vista tecnico-organizzativo, il sistema è curato dalla Csa Security con la partnership di TIM, sia da quello dell’ordine pubblico. È stata infatti la prefettura di Verona a dare l’ok definitivo al debutto, che è stato studiato dal Gos, il Gruppo Operativo di Sicurezza al lavoro in ogni impianto per organizzare gli eventi sportivi sotto il profilo dell’ordine pubblico, e dalla Questura.
Uso e limiti
Non si conosce ancora il numero delle body cam impiegate sabato né i settori dove saranno dislocati. D’altronde uno dei vantaggi della strumentazione è proprio la grande agilità con cui può essere usata. Negli ultimi anni questo tipo di tecnologia è stato in qualche modo liberalizzato - soltanto se inserito però in un sistema di vincoli e di garanzie - sia dal Garante della Privacy sia dalla Corte Europea di Strasburgo. In genere, l’uso delle body cam è legato alla possibilità di sventare furti e rapine, di recente è stato per esempio autorizzato sui treni e a Verona viene utilizzato sui mezzi pubblici. Ma solo con una sorta di codice di autoregolamentazione a tutela delle persone riprese dalla telecamera. Il suo uso «sportivo» è invece al debutto in Italia, mentre all’estero - particolarmente negli Stati Uniti e in Francia - è stato approvato da tempo.
Club coinvolti
Ma la body cam è anche figlia di una nuova epoca, si spera, del calcio italiano. È ormai da diverso tempo che nella maggior parte dei club non si respira quell’aria «negazionista» o «riduzionista» che contrassegnava l’atteggiamento di diversi dirigenti calcistici di fronte al problema. E anche i recenti cambiamenti normativi decisi dalla Federcalcio sono stati approvati proprio con questo fine: caro club, vuoi evitare la squalifica per responsabilità oggettiva? Ok, dobbiamo trovare un’altra strada. E la strada è quella della cosiddetta «esimente», se tu hai fatto, a tue spese e con tutti i mezzi possibili, tutto il possibile per colpire cori e striscioni razzisti, la sanzione può essere ridotta o addirittura annullata. Il tutto per evitare che la tenaglia della responsabilità oggettiva diventasse, come denunciato da diversi presidenti, un’arma di ricatto verso i club.
Ok Prefettura Obiettivo: puntare sulla responsabilità individuale e non su quella collettiva
Non ha prezzo lavorare con Mancini, con il quale sono completamente a mio agio
Per i club la parte sportiva è diventata importante come quella commerciale
Gianluca Vialli
Che esordio
Il debutto delle body cam avverrà peraltro in una giornata speciale per la Verona calcistica. Contro la Juve si profila il primo tutto esaurito dell’annata con 28mila spettatori, mentre è probabile anche il record stagionale di incasso. In questo contesto ci sarà l’esordio della tecnologia antirazzista. Sperando che non succeda nulla che porti alla necessità di «interrogare» le immagini raccolte.
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