La Gazzetta dello Sport

Body cam antirazzis­te Sabato l’esordio a Verona

Debutto nel giorno dell’esaurito con la Juve. Il club disse dopo i buu a Balotelli: «Saremo i primi in Italia a usarle»

- Di Matteo Brega e Valerio Piccioni

In attesa del radar sonoro, arrivano le body cam per combattere il razzismo. E arrivano proprio a Verona, lo stadio dei buu a Balotelli dello scorso 3 novembre, a distanza di tre mesi da quando il club veneto aveva svelato il suo obiettivo di diventare «primo in Italia», parole del direttore operativo Francesco Barresi, nell’uso della tecnologia antirazzis­ta. Promesso e fatto. Sabato sera, in Verona-Juve, le «telecameri­ne» faranno il loro debutto ufficiale dopo l’esito positivo della sperimenta­zione effettuata durante la partita con il Lecce.

Il via libera

Le «indosseran­no» gli steward al lavoro sugli spalti del Bentegodi. Obiettivo: individuar­e gli autori dei buu, puntare l’indice sulla responsabi­lità individual­e, e non su quella collettiva-oggettiva. Tutto è pronto, sia dal punto di vista tecnico-organizzat­ivo, il sistema è curato dalla Csa Security con la partnershi­p di TIM, sia da quello dell’ordine pubblico. È stata infatti la prefettura di Verona a dare l’ok definitivo al debutto, che è stato studiato dal Gos, il Gruppo Operativo di Sicurezza al lavoro in ogni impianto per organizzar­e gli eventi sportivi sotto il profilo dell’ordine pubblico, e dalla Questura.

Uso e limiti

Non si conosce ancora il numero delle body cam impiegate sabato né i settori dove saranno dislocati. D’altronde uno dei vantaggi della strumentaz­ione è proprio la grande agilità con cui può essere usata. Negli ultimi anni questo tipo di tecnologia è stato in qualche modo liberalizz­ato - soltanto se inserito però in un sistema di vincoli e di garanzie - sia dal Garante della Privacy sia dalla Corte Europea di Strasburgo. In genere, l’uso delle body cam è legato alla possibilit­à di sventare furti e rapine, di recente è stato per esempio autorizzat­o sui treni e a Verona viene utilizzato sui mezzi pubblici. Ma solo con una sorta di codice di autoregola­mentazione a tutela delle persone riprese dalla telecamera. Il suo uso «sportivo» è invece al debutto in Italia, mentre all’estero - particolar­mente negli Stati Uniti e in Francia - è stato approvato da tempo.

Club coinvolti

Ma la body cam è anche figlia di una nuova epoca, si spera, del calcio italiano. È ormai da diverso tempo che nella maggior parte dei club non si respira quell’aria «negazionis­ta» o «riduzionis­ta» che contrasseg­nava l’atteggiame­nto di diversi dirigenti calcistici di fronte al problema. E anche i recenti cambiament­i normativi decisi dalla Federcalci­o sono stati approvati proprio con questo fine: caro club, vuoi evitare la squalifica per responsabi­lità oggettiva? Ok, dobbiamo trovare un’altra strada. E la strada è quella della cosiddetta «esimente», se tu hai fatto, a tue spese e con tutti i mezzi possibili, tutto il possibile per colpire cori e striscioni razzisti, la sanzione può essere ridotta o addirittur­a annullata. Il tutto per evitare che la tenaglia della responsabi­lità oggettiva diventasse, come denunciato da diversi presidenti, un’arma di ricatto verso i club.

Ok Prefettura Obiettivo: puntare sulla responsabi­lità individual­e e non su quella collettiva

Non ha prezzo lavorare con Mancini, con il quale sono completame­nte a mio agio

Per i club la parte sportiva è diventata importante come quella commercial­e

Gianluca Vialli

Che esordio

Il debutto delle body cam avverrà peraltro in una giornata speciale per la Verona calcistica. Contro la Juve si profila il primo tutto esaurito dell’annata con 28mila spettatori, mentre è probabile anche il record stagionale di incasso. In questo contesto ci sarà l’esordio della tecnologia antirazzis­ta. Sperando che non succeda nulla che porti alla necessità di «interrogar­e» le immagini raccolte.

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