RITIRO FACOLTATIVO COME ANTI STRESS USA LA PSICOLOGIA MA SA ESSERE SEVERO
Il tecnico del Milan sceglie il basso profilo Considera l’ansia deleteria per un team giovane
La notte prima del derby il ritiro a Milanello sarà soltanto un optional: chi vorrà sistemarsi in una delle stanza del centro sportivo sarà liberissimo di farlo, magari per evitare la fatica di rientrare a casa dopo l’allenamento e la cena di gruppo e ripresentarsi al campo il giorno dopo di prima mattina. Dopo l’allenamento di sabato pomeriggio i giocatori saranno liberi di fare ciò che preferiscono, l’importante è che alle 10 e 45 di domenica siano negli spogliatoio di Milanello pronti per la rifinitura prepartita. Nonostante l’attesa da derby Stefano Pioli non stravolge le tradizioni: cambiare il programma significherebbe perdere un ordine di riferimento e caricare la partita di una tensione speciale. Se per Conte è il motore che aziona il tutto, per Pioli è un elemento sconveniente e va mantenuto sotto i livelli di guardia: l’ansia non è d’aiuto a una squadra giovane, appena presa per mano da Ibrahimovic. Sarà una vigilia insolita solo per le stanze di Milanello:
un derby senza ritiro forse non si era ancora mai visto.
Scintille
I due allenatori sono caratterialmente opposti: Pioli va fiero dell’etichetta di «normal-one» e sceglie il basso profilo (almeno in pubblico: di fronte alla squadra sa essere severo). Salvo clamorosi imprevisti, come il 5-0 di Bergamo, Pioli si propone ai giocatori come allenatorepsicologo, sempre disposto all’ascolto. Si comporta come il fratello maggiore della squadra e come un manager-aziendalista nei confronti del club: mentre Conte invocava rinforzi ai microfoni, Pioli rimandava la questione alla società. Se poi c’è da scontrarsi, va bene anche la prima linea: una delle pochissime liti post partita in cui è stato coinvolto lo vede in sfida proprio con Conte, e lui primo ad alimentare la discussione. Il 16 marzo 2013 da allenatore del Bologna accusò Conte di un’«esultanza esagerata. E così non si fa, ci vuole rispetto». Conte, stranamente in difesa, replicò alla sua maniera: «Io festeggio come e quanto voglio».
Vita sociale
In attesa di sapere chi festeggerà domenica sera, Pioli manda avanti il proprio programma: la settimana prevede 3 pranzi obbligatori e la cena di squadra di sabato. Stando sempre attenti a non esasperare la situazione: una modalità che l’allenatore conosce benissimo e cerca di rispettare in ogni occasione. Ha scelto una casa in centro e non rinuncia alla vita sociale e all’esplorazione della città. Finito il lavoro, c’è spazio per altro. Lavoro che può durare dal mattino fino alle sei e mezzo del pomeriggio, l’orario in cui l’allenatore è solito lasciare Milanello insieme allo staff. La decisione di vivere in città è in controtendenza rispetto a quella degli ultimi predecessori: sia Gattuso che Giampaolo avevano scelto di abitare a Gallarate, più comoda per il lavoro ma molto meno attraente. Per Pioli non è il primo derby di Milano, ma è il primo vissuto da allenatore rossonero: la vittoria gli sarebbe di grande aiuto per la classifica e per avere più argomenti a favore nell’incontro che il club ha già annunciato per la fine della stagione, in programmazione della prossima. Un vertice che la proprietà ha definito «di routine»: vincere un derby, e per Pioli sarebbe la prima volta, è molto più speciale.