Il piano di Gasp per forzare il bunker Valencia
IL VALENCIA SI COPRE, ASPETTA E RIPARTE LA DEA SA COME COLPIRE
Domani la sfida con gli spagnoli che hanno molte assenze e potrebbero subire aggressività e gioco offensivo
Domani il match con gli spagnoli che solitamente giocano con il baricentro basso e hanno molte assenze. L’aggressività e le idee offensive di Gasperini possono fare la differenza
Mondi diversi, Serie A e Liga. Agli antipodi. Per questo, certi numeri, vanno contestualizzati. Tuttavia, possono comunque spiegare molto dei 22 e più che domani accenderanno San Siro: un confronto particolare in cui si affronteranno la squadra più europea del calcio italiano e quella che - almeno per una sera - potrebbe avvicinarsi al nostro, giudicato spesso difensivo, soprattutto all’estero. È tempo di Atalanta-Valencia, match da ottavi di Champions: affascinante e storico, da brividi. Giusto definirlo così.
Una Dea “universale”
Della Dea, che dire: pressing a tutto campo, con l’obiettivo di non lasciare avversari liberi in nessuna zona del campo (ma attenzione: non si tratta di marcatura a uomo), attaccare in undici e difendere almeno in dieci (capita che Zapata resti davanti a sgomitare). Gioco offensivo, con un 3-4-3 che assume mille significati pure all'interno della stessa partita. Può diventare un 5-3-1-1 in fase di non possesso (dietro i due esterni con Gomez in mediana), un blocco unico quando si tratta di far male con due dei tre centrali di difesa che si staccano. E il 3-2 all'Hellas del 7 dicembre lo spiega chiaramente: decisivo Djimsiti dopo un'azione confezionata da Toloi e Palomino.
Celades gioca “basso”
Il Valencia – settimo in Liga con 38 punti – finora ha giocato 604,88 palloni in 24 turni contro i 715,29 dei nerazzurri. E sugli out le idee si concretizzano nel 57% dei casi contro il 65% della Dea. Insomma, a Mestalla si pensa più in verticale (qui l’Atalanta è superiore) piuttosto che al fraseggio. Altra differenza, il baricentro: basso quello spagnolo (48,4 metri), medio quello del Gasp (52,3). Fanno poi riflettere le palle recuperate e la posizione in cui ciò avviene: a Bergamo sono 65,04 sui 38 metri (posizione media), 55,38 sui 32,1 (bassa) a Valencia, dove sanno (preferiscono?) aspettare. Solo nei palloni intercettati vince Celades (10,17 a 10,08). Non nei contrasti (10,08 a 8,42), ciò che permette di ripartire e calciare. E a Zingonia sanno farlo, eccome.
Bomber, l'altro Gomez
Ben 188 le conclusioni nello specchio (7,83 la media di squadra), 102 in più dei bianconeri, gente che ama più viaggiare sulle fasce che centralmente. Di queste, 13,21 all'interno dell'area. Meno della metà per gli spagnoli, ma occhio alla precisione: 20% non è male, +3% rispetto alla Dea, che invece vince 29 a 16,25 nelle giocate utili nell’area avversaria. E il modo di occupare il campo? Celades predilige il
“corto” impostando i reparti sui 35,1 metri. Più lungo Gasperini (35,9). Ed ecco spiegato, appunto, il gap nelle verticalizzazioni: 160,17 a 137,17. Nei tiri su azione, altra differenza: Gomez&Co calciano 15 volte a gara, il Valencia 6,63 (in totale 360 a 159). In Italia nessuno segna quanto l’Atalanta (63 reti), con Ilicic già a quota 14. Per Gollini il pericolo principale è Maxi Gomez: suoi nove dei 35 gol realizzati in Liga.
Infermeria e rispetto
Fa paura la banda-Gasp. Non a caso Celades valuta di coprirsi considerando (anche) le assenze, in primis in difesa: k.o. il portiere Cillessen, Piccini, Garay e lo squalificato Paulista, Florenzi è ai box per l’attacco di varicella (ieri non si è allena
I bergamaschi
I nerazzurri provano a riconquistare la palla in avanti
Il Valencia
Pesanti i forfait di Cillesen, Garay, Piccini, Florenzi e Paulista
to). Davanti a Doménech l'inedita coppia Diakhaby-Mangala, Wass e Gayà saranno i terzini. In mediana Kondogbia, la novità potrebbe essere Coquelin (sulla via del recupero), magari al posto di uno tra Gomez e Guedes (i due sarebbero in ballottaggio) se si optasse per un modulo più coperto rispetto al solito 4-4-2. Infine, c’è talento sulle fasce con Torres e Soler. Idem in mezzo con Parejo, il “diez” libero di trasformare il possibile 4-5-1 in un 4-4-1-1 più coraggioso. Ipotesi, non ancora certezze di un Valencia comunque diverso: c'entrano i “cerotti”, di più il rispetto per questa super Dea.