La Gazzetta dello Sport

«Duplantis è nato per i record»

Bubka: «Mondo programmat­o sin da bimbo e continuerà a crescere»

- Di Gasparini

«Abbiamo l’accordo con il Giro d’Italia!», esulta come sotto il traguardo di una tappa Francois Thiebaud, il presidente di Tissot, l’azienda svizzera nota in tutto il mondo per i suoi orologi, che per tre anni sarà legata alla corsa rosa come official timekeeper. L’accordo è stato ufficializ­zato domenica sera in una cena di gala a Roma con poco protocollo e tante suggestion­i. Perché quando parli del Giro, un favoloso incrocio di fatica e bellezza, è tutto poco formale. Urbano Cairo dà il suo benvenuto: «Tissot è una storia di grandi eventi, dalla Nba al Motomondia­le, non poteva non essere presente anche al Giro». Per il presidente di Rcs, la scelta «rende fieri perché vuol dire che stiamo lavorando nella giusta direzione». La sponsorizz­azione debutterà a Budapest, al via dell’edizione 2020.

Come Merckx

La serata è carica di atmosfera. E colpisce la metafora scelta da Pier Bergonzi, vicedirett­ore della Gazzetta e direttore di Sportweek, per spiegare la portata dell’accordo. Il Giro è la perla che mancava alla collezione. Ora Tissot può davvero sentirsi come un campione che ha vinto tutto, proprio tutto, e che non ha lasciato niente sulla tavola. Il Mondiale, il Tour, la Vuelta, il Giro, il Giro di Svizzera e di Germania… Una roba da cannibale. Una roba che ha vinto un solo uomo nella storia del ciclismo: un certo Eddy Merckx... Un curriculum incredibil­e, una specie di Grande Slam. Che viene da lontano. Intreccian­dosi con lo sport. Perché il primo premio internazio­nale vinto da Tissot è del primo maggio 1896, meno di un mese dopo la rinascita delle Olimpiadi e l’inizio della storia della Gazzetta dello Sport, la mamma del Giro d’Italia.

Il tempo e l’Arena

Salgono sul palco due vincitori della corsa, Francesco Moser (1984) e Ivan Basso (2006 e 2010). Eccoli raccontare il loro rapporto con il tempo. Un tempo che, nello sport, si diverte a correre e ad andare più piano. Va piano quando sei arrivato al traguardo e ti auguri che i secondi passino in fretta per accumulare vantaggio in classifica generale. Va veloce quando magari, in una partita di calcio, la tua squadra è in svantaggio e ha sempre meno tempo per recuperare… Moser, al battesimo della sponsorizz­azione c’è anche suo figlio Ignazio, racconta dell’importanza del tempo per un ciclista: «Una corsa la puoi perdere per uno o due secondi, il tempo è decisivo». E poi ci sono le corse contro il tempo, le cronometro. Che poi tanto contro non sono, perché ci sono alcuni corridori che il tempo se lo fanno amico. Moser ne ha vinte 12 al Giro e ce n’è una che vale più di tutte le altre. Quella dell’Arena di Verona, quando sfilò la maglia rosa dalle spalle di Laurent Fignon. «Quel giorno io c’ero con i miei sugli spalti! – riprende Ivan Basso -. Avevo 7 anni e Moser era il mio idolo. Sognavo di vincere un giorno come lui il Giro. E quel giorno arrivò». E una delle due vittorie di Basso indovinate dove andò in scena? Ma all’Arena di Verona, naturalmen­te…

Siamo orgogliosi. Grandi aziende vedono nei nostri eventi una risorsa strategica

Paolo Bellino a.d. Rcs Sport

Capotondi in bici

Il tempo, sempre lui. Il tempo dei campioni. Il tempo del palcosceni­co. «Il nostro lavoro è una questione di tempi. E a teatro, non puoi proprio sbagliare», riflette Giorgio Pasotti, personaggi­o molto sportivo con una grande passione per le arti marziali e la fascia di capitano della Nazionale attori. Questione di tempi, dunque. Un po’ come sulla strada. O in campo. Dove si potrebbe incontrare anche Cristiana Capotondi, l’attrice vicepresid­ente della Lega Pro, «magari terzino fluidifica­nte alla Cabrini, alla Maldini». Una calciatric­e che sa anche alzarsi sui pedali. «Per favore! – scherza lei – non mi ricordate quella fatica». Ma sì, nel 2011, lei madrina del Giro, che si cimenta in una mezza impresa, correre sullo stesso tracciato della cronometro a squadre. Ora potrà riprovarci. «Ma stavolta per fortuna è più corta», riferendos­i naturalmen­te alla cronometro finale che porta a Milano. Buon allenament­o.

Il Giro è fatto di storie. Come quella di Alfonsina Strada, la donna in bicicletta

Cristiana Capotondi attrice

Contro il tempo ho vinto un Giro, ma sono anche arrivato secondo per tre volte...

Francesco Moser 1° nel 1984

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Armand Duplantis, 20 anni
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Passione 1. L’ecuadorian­o Richard Carapaz, 26, vince all’Arena di Verona il Giro 2019
2. Ivan Basso, Ignazio e Francesco Moser 3. L’orologio che Tissot ha dedicato al Giro d’Italia
2 Passione 1. L’ecuadorian­o Richard Carapaz, 26, vince all’Arena di Verona il Giro 2019 2. Ivan Basso, Ignazio e Francesco Moser 3. L’orologio che Tissot ha dedicato al Giro d’Italia
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BETTINI 3

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