Effetto coronavirus Tokyo annulla la sua maratona Timore per i Giochi
Emergenza coronavirus: annullata la festa dei 38.000 Ma gli organizzatori dell’Olimpiade restano tranquilli
a maratona di Tokyo alza bandiera bianca. Niente, non ce la possiamo fare, ci vediamo nel 2021. Un’altra vittima del coronavirus, nella città delle Olimpiadi che verranno. Ieri, gli organizzatori hanno ufficializzato la rinuncia, meglio il ridimensionamento dell’evento: correranno solo 200 «professionisti» e gli atleti paralimpici in carrozzina. Niente «Family Run» del giorno prima, niente antipasto con la gara del miglio tanto per scaldare l’atmosfera, niente Expo.
Il mito cancellato
Il primo marzo ci sarà presumibilmente una gara tecnicamente importante (fra l’altro è in palio per i giapponesi la qualificazione per le Olimpiadi, dove la maratona si svolgerà a Sapporo per evitare i pericoli del caldo), ma non la festa dei 38mila provenienti da tutto il mondo. Una cancellazione che ha un valore pesante, non soltanto guardando al calendario, siamo a pochi mesi dalle Olimpiadi, l’appuntamento con la cerimonia di apertura allo Stadio Nazionale è fissato al 24 luglio, ma anche perché la maratona di Tokyo è il simbolo di una religione sportiva del Giappone. Tanto per darvi l’idea: viene stimato in 2milioni e 400mila il numero di persone che corrono la maratona ogni anno. Un quarto di questo esercito è giapponese: 600mila podisti! D’altronde la maratona di Tokyo è l’evento dello sport «praticato» più…desiderato al mondo. Per l’edizione 2020 si erano candidati 311mila atleti per 38mila posti. Stavolta resteranno tutti a casa: chi ha perso il ballottaggio, ma anche chi l’ha vinto.
«Spostatevi al 2021»
«Non possiamo organizzare l’evento nelle dimensioni che avevamo previsto», hanno scritto gli organizzatori. E così le iscrizioni saranno valide per il 2021, sperando che l’incubo del virus finisca il primo possibile. Nei giorni scorsi, l’invito a spostarsi armi e bagagli al prossimo anno era stato rivolto ai cinesi o agli atleti di altra nazionalità residenti in Cina, circa 1800, che si erano già iscritti. Ora, però, è stato rivolto a tutti. In Giappone i casi accertati di contagio sono 65, e fra questi c’è anche una vittima, una donna di 80 anni. Peraltro non è stata cancellata solo la maratona, ma pure i festeggiamenti per il compleanno dell’imperatore Naruhito, in programma nel weekend.
La nave e la paura
I fronti sotto controllo sono tanti e lo ha confermato ieri il ministro della salute, Katsunobu Kato, diffondendo una sorta di decalogo anticontagio. Il simbolo delle preoccupazioni da coronavirus resta la Diamond Princess, la nave con 3711 passeggeri a bordo (ma ora sono 3100 perché si è proceduto a far sbarcare circa 600 persone) con numerosi contagiati, ancorata al porto di Yokohama, la città che nell’estate olimpica ospiterà l’attesissimo torneo di baseball. Ma Olimpiadi e Paralimpiadi sono veramente a rischio? La risposta è per ora categorica: no. Restano i discorsi ufficiali di Yoshiro Muto, il presidente del comitato organizzatore di Tokyo 2020, che nega qualsiasi piano B. La parola d’ordine, assecondata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, non cambia: tutto confermato.