La Gazzetta dello Sport

PERCHÉ LA CORSA RIPRENDE DAL LIVERPOOL

- di Paolo Condò

La Champions League avvia stasera la scalata verso la finale di Istanbul mandando subito sul palcosceni­co la prima favorita del torneo, che poi è anche campione in carica. Si diceva a settembre che il Liverpool quest’anno si sarebbe concentrat­o sulla Premier, per riparare all’oggettivo vulnus di non averla mai vinta da quando si chiama così, e che quindi a primavera il suo cammino in Champions sarebbe stato soggetto a distrazion­i.

Cancellate tutto. Con la follia di 76 punti raccolti su 78 disponibil­i, la squadra di Jurgen Klopp è qualificat­a alla prossima Champions addirittur­a a metà febbraio il calcolo è sulla sesta, lo Sheffield, stante la squalifica del City - e rischia di brindare alla Premier entro marzo, con un anticipo mai visto prima. Sta succedendo il contrario: dopo aver vinto Supercoppa europea, Mondiale per club e virtualmen­te il campionato, il Liverpool adesso può concentrar­si interament­e sulla Champions. A partire da stasera, quando tornerà nello stadio del trionfo del 1o giugno - la finale vinta sul Tottenham - per una partita contro l’Atletico Madrid che non può mai essere banale. Ragionando per stagioni intere, Diego Simeone ha chiuso sei volte su sette la Liga con la miglior difesa. Il tratto distintivo del suo ciclo, che ha portato i colchonero­s a spezzare il duopolio Real-Barça quintuplic­ando il fatturato, è stato dunque la solidità arretrata. La difesa funziona anche in questa stagione, complicata da un ricambio imponente (via Griezmann, Godin, Lucas Hernandez, Rodri, Juanfran, Filipe Luis) e dai troppi infortuni che hanno inceppato oltre misura l’attacco: delle 16 qualificat­e agli ottavi, l’Atletico è la meno prolifica sia in Champions che in campionato. Sommando le due competizio­ni, Klopp ha subito soltanto un gol in più di Simeone (23-22), ma è in vantaggio di 41 in quelli segnati (74-33). In difesa giocano entrambi al vertice, in attacco ci sono tre categorie di differenza.

Stasera gioca anche un’altra delle candidate al titolo, il Paris St.Germain, in casa del

Borussia. Il match vive ovviamente sul duello fra Haaland, 19 anni, traslocato in gennaio da Salisburgo a Dortmund per continuare un cursus honorum che certo non avrà il Westfalen Stadion come punto di caduta finale, e Mbappé, 21 anni, che ci siamo ormai abituati a definire un sicuro Pallone d’oro del postMessi&Ronaldo. Bel confronto, ma non scordiamoc­i che dopo due primavere di polemico nulla (“nulla” perché era

sempre infortunat­o, “polemico” perché spariva per mesi a curarsi in Brasile palesando una distanza dal club) Neymar approda finalmente nella fase del torneo per la quale il Psg spese i 240 milioni della sua clausola. E pure lui, o forse innanzitut­to lui, è un candidato all’eredità dei due fenomeni (tutt’altro che in disarmo, ma di loro parleremo la prossima settimana).

Il cartellone di questa prevede domani per l’Atalanta il più raro dei confronti: quello fra due squadre che al sorteggio si auguravano entrambe l’altra come avversaria degli ottavi. Preferenze non prive di logica: il Valencia è il più improbabil­e dei vincitori di gruppo, l’Atalanta è la più incredibil­e delle qualificat­e visto dov’era dopo le prime quattro gare (un punto solo).

Archiviato il passato, resta il match fra due squadre vicine come forza difensiva, ma molto lontane quanto a gol fatti: 71-44 per la Dea nelle due competizio­ni. È il dato da far valere per guadagnare i quarti, sognando magari di trovarci i superstiti di Tottenham-Lipsia (Mourinho contro Nagelsmann, che veniva chiamato mini-Mou): certe Champions possono rivelarsi infinite.

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 ??  ?? Rivali Jurgen Klopp, a sinistra, tecnico del Liverpool, e Diego Simeone, allenatore dell’Atletico: stasera si sfidano
Rivali Jurgen Klopp, a sinistra, tecnico del Liverpool, e Diego Simeone, allenatore dell’Atletico: stasera si sfidano

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