Riecco Oliver, l’arbitro col bidone al posto del cuore
Ventidue mesi dopo, a parte le personali ferite del cuore, di quella serata epica è rimasta la frase, divenuta subito un cult, con cui Gianluigi Buffon sintetizzò il sentimento di milioni di juventini: «Hai un bidone di immondizia al posto del cuore». Ventidue mesi dopo quel Real Madrid-Juventus, l’uomo col bidone – al secolo Michael Oliver da Ashington, cittadina nella contea di Northumberland, nord-est dell’Inghilterra – torna ad arbitrare una squadra italiana, stavolta in un ottavo, non un quarto, di Champions, pure in questa occasione impegnata contro una spagnola. Differenza non di poco conto: questa è l’andata, quella era la sfida di ritorno, dopo il clamoroso 0-3 subito a Torino. Ricordare quanto accadde quella sera al Bernabeu è doveroso, ancorché doloroso (per gli juventini): nei minuti di recupero, al culmine di una leggendaria remuntada con cui i bianconeri avevano pareggiato il conto guadagnandosi i supplementari, il famigerato Oliver punì con il rigore l’impatto di Benatia con
Vazquez. Ne seguì un parapiglia in cui si distinse per foga capitan Buffon, alla sua ultima (si pensava) apparizione in Champions. Il portierone nazionale venne espulso (avrebbe beccato tre turni di squalifica), e negli spogliatoi, a caldo, le sue dichiarazioni toccarono vette altissime, quasi poetiche. «Non puoi avere il cinismo di distruggere il sogno di una squadra che ci ha messo tutto quello che doveva. Un essere umano non può decretare l’uscita di scena di una squadra, vuol dire che al posto del cuore – eccola qui la frase cult – hai un bidone
dell’immondizia». Un mese dopo, molto più a freddo, Buffon restò sulle sue posizioni – «Ancora oggi non capisco il motivo dell’espulsione» –, ma ne alleggerì i toni: «Per le dichiarazioni sono dispiaciuto ma avevo l’animo dilaniato. Oggi abbraccerei Oliver e gli direi di andarci più piano». L’arbitro col bidone per un po’ ne fu quasi schiacciato. Tre settimane dopo, fu disastroso in Tottenham-Watford; a ottobre, fece arrabbiare Terim per un rigore (stavolta) non concesso al Galatasaray contro il Porto. A parziale rassicurazione dell’Atalanta, la ciambella di salvataggio offerta dalla Var, allora assente. Parziale, perché non sappiamo se sarebbe intervenuta quella sera al Bernabeu. L’errore era così evidente? Chissà cosa ne pensa, ventidue mesi dopo, il dilaniato Buffon...