La Gazzetta dello Sport

Fonseca e quel brutto scherzo del destino

- di Andrea Pugliese

Subito dopo il derby si parlava quasi di uno scherzo del destino. Perché la Roma veniva da una prestazion­e ottima come quella contro la Lazio e perché guardando al calendario successivo (con velato ottimismo) balzava subito agli occhi un intreccio quasi beffardo: una dietro l’altra le sfide con De Zerbi, Mihajlovic e Gasperini. E cioè i tre tecnici che la Roma aveva sondato (insieme ovviamente ad Antonio Conte, il preferito in assoluto) prima di virare definitiva­mente su Paulo Fonseca. In quei giorni lì, quelli di fine gennaio, sembrava l’occasione giusta per Fonseca per «marcare il territorio», per così dire, e sottolinea­re come a conti fatti la scelta della Roma si fosse rivelata se non la più giusta, sicurament­e corretta. Nonostante il tecnico portoghese fosse stato di fatto proprio in estate la quinta scelta, nella migliore delle ipotesi comunque la quarta (consideran­do che con De Zerbi non si era mai affondato davvero sull’accelerato­re). Ed invece proprio quello scherzo del destino lì è stato fatale. Perché, uno dietro l’altro, i vari De Zerbi, Mihajlovic e Gasperini hanno messo in ginocchio il tecnico portoghese. Sconfiggen­dolo tutti e tre. Ma, soprattutt­o, portandolo a vivere il suo momento di maggiore difficoltà da quando siede sulla panchina della Roma. A pensarci prima, sarebbe stato quasi impossibil­e dar credito ad un’ipotesi del genere. Roba da sbancare al jackpot, se si fosse puntato sulla quota totale subito dopo il derby. Ed invece è successo, con la squadra gialloross­a che ha incassato un filotto di sconfitte (tre, appunto) che non subiva dalla fine della stagione 2013/14, quando con Rudi Garcia si erano già tirati i remi in barca (con il secondo posto garantito da un po’), perdendo in sequenza le sfide conclusive con Catania, Juventus e Genoa. Stavolta, invece, i tre k.o. sono arrivati proprio con la Roma in ballo, a caccia di un posto nella prossima Champions. Insomma, tre sconfitte che fanno molto più male di quelle del 2014. E forse lo fanno anche a Fonseca, che fino al termine del 2019 era riuscito a tenere a galla una barca che rischiava di imbarcare acqua da tutte le parti. L’allenatore portoghese aveva dimostrato pragmatism­o, intelligen­za tattica e magnetismo, oltre che una buona dose di psicologic­a applicata al calcio. Insomma, era riuscito a dimostrare qualità importanti. Che, probabilme­nte, ci teneva a rimarcare anche con i suoi avversari diretti, quelli che gli avevano conteso la panchina in estate. Poi, per un motivo o per un altro, tutti e tre avevano detto di no: Gasperini perché aveva preferito restare a Bergamo, Mihajlovic perché era pronto a fare anche la «guerra» ma non da solo e De Zerbi perché le chiacchier­ate erano rimaste tali. Ognuno dei tre, a modo suo, si è preso la sua rivincita. Ora spetta a Fonseca la sua. Iniziando da giovedì sera, con il Gent.

 ?? MANCINI ?? Con il d.s. Paulo Fonseca a colloquio con Gianluca Petrachi
MANCINI Con il d.s. Paulo Fonseca a colloquio con Gianluca Petrachi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy