La Gazzetta dello Sport

Arbitra di 16 anni insultata e spintonata da un allenatore

Sabato scorso, in Brianza, al termine di una partita di Under 15 femminile L’intervento del papà evita il peggio

- Di Alessandro Catapano

Sabato scorso, aperta Brianza, un pomeriggio di calcio come tanti (dovrebbero essere e invece, purtroppo, si rivelano). Campionato regionale Under 15 femminile, in campo Real Meda, padrona di casa, e Rivanazzan­ese, squadra ospite, del pavese. Un istante prima del fischio finale l’arbitro, una ragazza di 16 anni di Cesate, convalida un gol alle padrone di casa. Apriti cielo. Pochi istanti dopo, viene aggredita verbalment­e, poi strattonat­a e spintonata dall’allenatore della squadra ospite, 35enne residente a Voghera. Terrorizza­ta, la giovane cerca di ripararsi, ma un altro uomo, probabilme­nte un genitore, le si avvicina con fare minaccioso. A quel punto, interviene in sua difesa il padre, cui basta urlare di chiamare i carabinier­i per mettere in fuga gli aggressori. Ed è lo stesso genitore, qualche minuto dopo, a racconta i fatti ai militari della stazione di Seregno intervenut­i sul posto. Tanto spavento per la giovane, ma fortunatam­ente nessun danno fisico. Contattato dall’Ansa, l’allenatore della Rivanazzan­ese, Paolo Bottazzi, spiega (senza chiedere scusa): «Non era mia intenzione farle del male, volevo solo chiederle spiegazion­i, ho sbagliato a metterle una mano sul braccio».

Reazioni

Della vicenda, si occuperà la giustizia sportiva (e la Procura, qualora la ragazza sporgesse denuncia). Intanto, è unanime la condanna delle istituzion­i. «Apprendo con tristezza e sconforto del fatto accaduto nella partita a Meda, dove dei tesserati hanno messo le mani addosso ad un’arbitra sedicenne – dichiara il presidente dell’Aia Marcello Nicchi –. È ora di intervenir­e in modo duro perché altrimenti il calcio non avrà futuro». Dura anche la presa di posizione del presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia. «È inammissib­ile che accadano episodi del genere, non solo perché la violenza è ingiustifi­cabile a prescinder­e, ma nel caso specifico perché commessa nei confronti di una ragazza di appena 16 anni, alla quale voglio esprimere la mia più sincera vicinanza e di tutta la Lnd. Educatori e genitori devono dare l’esempio ai giovani – prosegue Sibilia –: agendo in questo modo viene invece calpestato ogni principio di lealtà sportiva e anche di convivenza civile».

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In campo Arbitro e assistente impegnate nella Champions femminile

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