Cinesi isolati, possibili wild card E l’antidoping non può lavorare...
Le Olimpiadi al tempo del coronavirus sono uno slalom fra mille trappole. Almeno per il momento, il problema non riguarda il «se si faranno» ma «come ci si arriverà». D’altronde i Giochi sono la dirittura d’arrivo di un viaggio che comincia prima, molto prima. Con qualificazioni olimpiche spesso di grande valore tecnico. E proprio questa è la salita più dura: come fare con i cinesi? Per ora c’è solo questo sul tavolo, l’idea di mettere in discussione lo svolgimento stesso delle Olimpiadi è un’opzione zero che non viene presa in considerazione. Il problema è come arrivare a Tokyo. Forse con delle wild card che le singole federazioni internazionali potrebbero concedere agli atleti cinesi appiedati dall’isolamento. Ma questo significherebbe sfondare il tetto dei partecipanti, una decisione che potrebbe prendere solo il Cio.
Fioretto e judo
Cio che riunirà l’esecutivo a Losanna all’inizio di marzo (ma è troppo presto per prendere una decisione). Se i fiorettisti cinesi guidati dal c.t. Sheng Lei, l’olimpionico di Londra 2012, sono venuti regolarmente in coppa del mondo a Torino, seppure via Dubai per la cancellazione dei voli diretti(e faranno lo stesso gli sciabolatori a Padova dal 6 all’8 marzo), i loro connazionali non hanno raggiunto Parigi per il Grande Slam di judo. E il problema non riguarda solo gli atleti. Prendete il taekwondo, che si appresta alle qualificazioni olimpiche continentali. Quelle europee si svolgeranno a Milano, anche con arbitri cinesi: arriveranno? Mentre proprio nelle ultime ore si è deciso dove spostare la qualificazione olimpica della vela per la zona asiatica: niente Shangai, ad aprile si gareggerà a Genova.
Antidoping a rischio
Quindi c’è la variabile antidoping raccontata ieri da L’Equipe. La Chinada, l’agenzia cinese antidoping, ha scritto alla Wada: tutti i medici sono al lavoro contro il virus, non possiamo assicurare i controlli abituali. Una situazione comprensibile, che sta portando però diverse federazioni internazionali a prendere delle precauzioni per assicurare una soglia minima di controlli per ogni qualificato.
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