Dalla Corea del Sud all’Iran: i nuovi focolai fuori dalla Cina
casi, di cui 100 registrati nelle ultime 24 ore. Emblematica la vicenda della 61enne in quarantena, “paziente 31”, molto attiva nella comunità di una parrocchia cristiana a Daengu, definita dai medici un “super diffusore”: avrebbe contagiato 15 persone. In isolamento 9 mila persone, ai cittadini è stato chiesto di non lasciare le proprie case. Se in Giappone la situazione rimane critica (107 infetti) - come a Singapore (85) - e in Corea del Nord i timori per la diffusione del virus hanno indotto il regime a cancellare la maratona di Pyongyang (12 aprile), un nuovo allarmante focolaio della polmonite si è acceso in Iran, laddove sono stati confermati 18 casi (su 750 sospetti) e 5 decessi: fonte dell’epidemia lavoratori cinesi (rientrati dal loro Paese) impegnati nella città di Qom. Ma il virus, riferiscono le autorità di Teheran, si è già diffuso pure in altre città, allarmando l’Oms. Una donna positiva in Canada non è mai stata in Cina, ma di recente ha visitato proprio il Paese iraniano. Il confinante Iraq ha chiuso le frontiere e il Kuwait sospeso i voli. In Ucraina, nella regione di Novi Sanzhary, una folla inferocita ha attaccato un pullman con a bordo un gruppo di 72 rimpatriati da Wuhan. Proprio in Cina, intanto, le vittime sono oltre 2.200 e 75.798 gli infetti: morto un altro medico al First People’s Hospital e risalgono pure i nuovi contagi nell’epicentro dello Hubei, da 349 a 631, e nel resto del Paese, da 45 a 258. Il Covid-19 (di cui si discute oggi al G20 in Arabia Saudita) si sta diffondendo pure nelle carceri cinesi: 512 casi. Sul fronte economico, infine, le principali Borse europee hanno chiuso ieri in rosso (Piazza Affari -1,2% a quota 24.773 punti), mentre gli indici su Wall Street (Dow Jones -0,7%) viaggiano in ribasso, indietreggiando per il secondo giorno di fila: preoccupazioni legate ora proprio alla diffusione del virus in altri Paesi, come la Corea del Sud e il Giappone, e alle sue ripercussioni. Seul ha riportato un calo dell’export e Tokyo ha visto l’attività manifatturiera rallentare. L’impatto sull’economia cinese è fortissimo: crollo delle vendite auto del 92% a febbraio.
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