La Ferrari atterra in finale, duello con la Mori per Tokyo
Al ritorno dopo 11 mesi l’iridata 2006 è 2a in qualifica al corpo libero. L’altra azzurra è 3a: domani la sfida decisiva
Atterraggio perfetto. Vanessa Ferrari, al rientro sulle pedane dopo 11 mesi di assenza e una doppia operazione ai piedi, ha conquistato un posto nella finale al corpo libero di Coppa del Mondo a Melbourne. L’azzurra ha ottenuto il punteggio di 13.733 e si è piazzata subito alle spalle della statunitense Jade Carey, prima con 14.366.
Emozioni
La 29enne dell’Esercito, cresciuta nella Brixia Brescia con Enrico Casella, era piuttosto emozionata: «Sono molto soddisfatta della mia prova – ha spiegato a fine gara l’iridata del 2006 -. Era il mio primo esercizio dopo l’operazione e un po’ di emozione ammetto di averla provata. Non è stato per niente facile stringere i denti per arrivare fino qui, ora voglio godermela fino in fondo». In terza posizione Lara Mori, a sua volta alla ricerca di un posto come individualista al corpo libero per l’Olimpiade di Tokyo. La toscana ha portato in pedana una nuova coreografia, valutata con il punteggio di 13.541. Domani mattina (alle 5 italiane, diretta sul canale YouTube della Federginnastica) andrà in scena la finale a 8, con un duello tutto azzurro per il primo posto e per punti fondamentali nel ranking di Coppa, valido per la qualificazione olimpica.
Strada libera
La Carey, iridata a squadre a Stoccarda con gli Usa, sta lottando per l’ammissione olimpica individuale, ma dovrebbe riuscirci al volteggio, l’altro suo attrezzo di punta. In questo modo lascerebbe la strada libera per la coppia italiana, in una corsa tutta tricolore. Bisognerà fare attenzione anche alla padrona di casa Georgia Godwin, protagonista in qualifica di un buon 13.433. Soddisfatto il direttore tecnico azzurro Casella, a Melbourne con le ginnaste; «Qualche ora di riposo e poi via a sparare le ultime cartucce per la sfida finale. Peccato che la corsa verso l’Olimpiade di Tokyo si sia ristretta a due italiane con un solo posto a disposizione, ma fa parte del gioco. Da direttore tecnico della nazionale sono comunque molto soddisfatto di questo grande momento delle ginnaste italiane».