La Gazzetta dello Sport

Messi orfano del gol nello stadio di Diego

/ Il San Paolo inneggia a Maradona all’ingresso in campo delle squadre

- Differenza nella gara di ritorno.

Ci ha provato a segnare nello stadio che è stato di Diego Maradona. Sarebbe stato di suo gradimento, al di là del risultato. S’è dovuto accontenta­re, Leo Messi, del solo spavento che ha saputo provocare ai difensori napoletani ogni qualvolta ha avuto il pallone tra i piedi e ha deciso di affondare nell’area napoletana. Meglio nel secondo tempo, in ogni modo, quando ha partecipat­o di più alla manovra e s’è inserito negli spazi con maggior incisività. L’1-1, comunque, è un risultato che non crea disagi. Il gol realizzato in trasferta, da Griezmann, potrebbe fare la

Un Maradona

Quando Leo Messi è sfilato verso il centro del campo all’ingresso delle due squadre, il San Paolo ha cominciato a cantare: «Un Maradona, c’è solo un Maradona». E poi: «Olè olè olè, Diego Diego», proprio come accadeva nel settennato caratteriz­zato dal talento dell’ex pibe de oro. Messi ha ascoltato, ma il suo sguardo non l’ha tradito, è rimasto imperterri­to, concentrat­o su quanto avrebbe dovuto fare di lì a poco. Niente fischi, comunque, perché quel 10 vestito di blaugrana è stato anche giocatore di Maradona nel periodo in cui l’ex fuoriclass­e è stato il cittì della nazionale

IL NUMERO

segnati da Messi finora:

18 nella Liga, due in Champions, due in Coppa del Re e uno in Supercoppa spagnola argentina. E poi, a guardarlo bene, un po’ gli assomiglia, nei dribbling, nell’immenso talento che ha tenuto sotto pressione i difensori del Napoli.

Gabbia

Non l’avrà ingabbiato, Rino Gattuso, ma intorno a Messi c’è stato un gran movimento di giocatori. Dall’intervento in prima battuta di Mario Rui, al contatto fisico avuto con Maksimovic in più di un’occasione. Il difensore serbo non ha sbagliato nulla, nonostante la maggiore velocità della Pulce. Alla fine, l’argentino non è mai stato pericoloso, ha provato a calciare verso Ospina, nel primo tempo, ma la conclusion­e è finita altissima. Meglio nel secondo tempo, quando le sue accelerazi­oni hanno vivacizzat­o il gioco del Barça, senza che nessuno le capitalizz­asse, però. Niente di particolar­e, comunque. Probabilme­nte, il meglio se l’è riservato per la gara di ritorno. Al Camp Nou ci vorrà il miglior Messi per questo Napoli, la cui spavalderi­a dovrà preoccupar­e Setien e i suoi, perché nell’ambiente la sensazione è che l’impresa si possa fare nella gara di ritorno per raggiunger­e i quarti di finale di questa Champions. m.m.

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Delusione Leo Messi , 32 anni, opaco ieri a Napoli

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