«Niente Olimpiade se in tre mesi la situazione non migliorerà»
Dick Pound, membro del Cio dal 1978: «Troppo complicati un rinvio o uno spostamento di sede». Malagò ottimista: «A Tokyo sarà tutto ok»
Tre mesi per salvare i Giochi. In un’intervista alla Associated Press Dick Pound, il membro del Cio di più lungo corso essendo parte della famiglia olimpica dal 1978, ha delineato i possibili scenari verso l’edizione di Tokyo 2020. La Cerimonia d’Apertura è in programma il 24 luglio, ma l’allarme coronavirus impone di darsi delle scadenze. «Di certo se necessario si può aspettare fino a due mesi prima dell’inizio dei Giochi», ha detto l’avvocato canadese. Significherebbe posticipare la decisione fino alla fine di maggio, sperando che nel frattempo il virus sia sotto controllo. Più in là non si potrà andare, perché «bisogna iniziare a organizzare un sacco di cose: la sicurezza, il cibo, il Villaggio Olimpico, gli hotel. Gli staff delle tv arriveranno per costruire i loro studi». Se non ci saranno le condizioni, secondo Pound, «probabilmente si andrà verso un annullamento. La nuova guerra è questa e bisogna affrontarla. La gente dovrà chiedersi: “La situazione è sufficientemente sotto controllo per partire verso Tokyo con fiducia?”.
Decisione enorme
«Quella da prendere sull’Olimpiade è una decisione enorme, non si può prendere senza avere fatti comprovati su cui basarla — ha ricordato Pound, spiegando come il Cio debba far riferimento alle Nazioni Unite e all’Organizzazione Mondiale della Sanità —. Qualsiasi indirizzo stia ricevendo in questo momento il Cio, non porterà a un rinvio dei Giochi. Non si può posticipare qualcosa che ha le dimensioni di un’Olimpiade. Sono coinvolte così tante parti, così tanti Paesi, così tanti calendari sportivi e televisivi, che non si può dire semplicemente “Ok, la faremo in ottobre”. E spostare un’Olimpiade altrove è difficile, perché ci sono pochi posti al mondo che possono pensare di garantire le strutture necessarie ai Giochi in così poco tempo».
«Intanto allenatevi»
Pound ha poi incoraggiato gli atleti a continuare ad allenarsi. In Giappone sono attesi 11.000 sportivi per l’Olimpiade, mentre altre 4400 persone sono attese per la Paralimpiade, che aprirà il 25 agosto. «Fino a prova contraria andrete a Tokyo. Al momento tutto porta a dire che si gareggerà. Quindi rimanete concentrati sui vostri sport, con la sicurezza che il Cio non vi sta spingendo verso una situazione di pandemia».
Troppi interessi
Il candidato a sindaco di Londra Shaun Bailey ha sottolineato che la capitale britannica potrebbe essere un’alternativa a Tokyo, ma il governatore di Tokyo Yuriko Koike ha risposto definendo la candidatura inappropriata, perché si userebbe il virus come oggetto della campagna elettorale. Anche la dispersione dei vari eventi in diverse città è stata bocciata da Pound, «perché non farebbe parte dell’essenza dei Giochi. Finiremmo per avere una serie di campionati del mondo». E spostare il tutto di un anno, restando però a Tokyo? «Devi chiederti se riesci a tenere in piedi il tutto per un anno in più — commenta Pound —. E ovviamente deve inserire il tutto nel calendario sportivo internazionale». Pound ha sottolineato come il Cio stia costituendo un fondo di emergenza, che dovrebbe raggiungere il miliardo di dollari, per tutelare le federazioni più dipendenti dagli introiti olimpici.
Agli atleti dico: allenatevi. Fino a prova contraria andrete a Tokyo
Malagò ottimista
Più ottimista il presidente del Coni Giovanni Malagò: «Bisogna essere ottimisti. Sarei un irresponsabile se dicessi una cosa diversa, sono un membro del Cio. I Giochi si faranno assolutamente, ogni giorno parliamo col Cio e non c’è nessun elemento inverso, vi do la mia parola d’onore».
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