La Gazzetta dello Sport

UNA STAR IN CAMPO E FUORI

- di Gianni Valenti

Una cosa è certa: Maria Sharapova non si è fatta mancare niente sul campo da tennis...

Una cosa è certa: Maria Sharapova non si è fatta mancare niente sul campo da tennis. Ha vinto nel santuario di Wimbledon a soli 17 anni, ha sistemato in bacheca cinque titoli del Grande Slam, è rimasta in vetta alla classifica mondiale per ventuno settimane mettendosi al collo anche una medaglia olimpica. E ha ingaggiato con Serena Williams una acerrima rivalità che per quindici anni ha regalato pepe e interesse al tennis femminile in tutto il mondo.

E’ stata la sfida tra l’americana e la russa, tra un fisico prorompent­e e uno da modella, tra il tennis più istintivo della Williams e quello più costruito e rigoroso di Masha. Un confronto che ha diviso gli appassiona­ti un po’ come è accaduto tra Federer e Nadal in campo maschile. Una sfida impari nei numeri visto che Serena ha vinto venti dei ventidue scontri diretti. Ma che la Sharapova ha bilanciato sul fronte del glamour e della popolarità. Lì è risultata inarrivabi­le. I tratti da mannequin, lo sguardo algido, spesso impenetrab­ile, l’hanno trasformat­a ben presto in una vera e propria star, un’icona dello sport femminile mondiale inseguita in ogni dove da sponsor, fotografi e appassiona­ti. Anche il suo gemito durante i match è diventato ben presto un marchio di fabbrica poi copiato da molte colleghe del circuito. La capacità di lavoro, lo spirito indomito che metteva sul campo, la forza di reagire agli infortuni alla spalla che ne hanno condiziona­to pesantemen­te parte della carriera restano un patrimonio importante per le giovani generazion­i. Maria senz’altro mancherà al tennis, eccezion fatta per quella brutta parentesi sul doping che le è costata una squalifica di quindici mesi. L’inizio della fine per lei, un’ombra sulla sua carriera che non sarà facile dimenticar­e.

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