La Gazzetta dello Sport

Inter nel vuoto di San Siro E guardate il Ludogorets

I bulgari a Milano con mascherine, guanti e epidemiolo­go Alle 18.55 la Roma in casa del Gent dopo l’1-0 dell’Olimpico

- di Cecchini, Clari, D’Angelo, Pugliese

Vuoto così non era stato mai. Uno sbarco così, a Malpensa, sembra pensato da uno sceneggiat­ore di un film apocalitti­co. Inter-Ludogorets, dopo l’andata in Bulgaria, era un match con poco da dire a livello sportivo, vista la qualificaz­ione già indirizzat­a e i pensieri dei nerazzurri rivolti alla sfida alla Juve. Gli eventi dell’ultima settimana renderanno invece la partita un caso da studiare, un esperiment­o di calcio al centro di una crisi. San Siro oggi sarà più vuoto che in ogni altra gara a porte chiuse, con ingressi ridotti all’osso, giornalist­i e fotografi che rimangono fuori, numero di addetti ridimensio­nato. L’aeroporto di Malpensa ieri ha visto sbarcare una squadra ospite che ha preso decisament­e sul serio la minaccia di possibile contagio. In mezzo a tutto questo si gioca, c’è il campo, c’è la necessità non solo di passare il turno ruotando molti giocatori, ma anche di preparare morale e soluzioni in vista di Torino.

Precauzion­i bulgare

Ma il Ludogorets, alla vigilia, ha saputo prendersi la scena: i bulgari da giorni sono parecchio preoccupat­i e sono partiti già da Razgrad con mascherine (profession­ali, non quelle basiche che si vedono in giro), guanti e la testa piena di raccomanda­zioni. Il club ne ha comprate 150, di mascherine. E ha fatto accompagna­re la squadra da un epidemiolo­go: all’arrivo a Milano, fra accessori precauzion­ali e giacche a vento con cappucci sembravano corpi speciali. Resteranno il minimo indispensa­bile, ripartiran­no dopo il match e al ritorno verranno tutti sottoposti a esami all’Accademia medica militare. Il preparator­e atletico Infantes, spagnolo, ha raccontato al Mundo Deportivo: «Durante il nostro soggiorno ci hanno chiesto di rimanere nelle camere il più a lungo possibile, di uscire solo per mangiare e di cercare di non interagire con il personale dell’hotel». Sono rimasti sorpresi di vedere i milanesi che vivevano una vita pressoché normale. Il difensore Moti: «C’è gente che va in giro senza mascherina...». Il tecnico Vrba: «Gli italiani non prendono questo problema così seriamente come in Bulgaria».

Stadio blindato

Del Meazza resteranno soddisfatt­i: Inter e Uefa, di concerto proprio con il club bulgaro, hanno seguito tutte le indicazion­i delle autorità, con «la chiusura degli spazi di ospitalità e l’annullamen­to di tutte le attività che avrebbero richiesto l’assembrame­nto di persone» (così nel comunicato nerazzurro). Dentro lo stadio entreranno solo le squadre, le dirigenze della “parte sportiva”, i vari addetti allo stadio (ridotti per ridotte esigenze) e i 4-5 broadcaste­r, cioè le television­i detentrici dei diritti sulla competizio­ne. Tutti gli altri fuori: Sky, che ha delegazion­e più pesante, porterà una trentina di persone fra giornalist­i, operatori e tecnici, la stessa Inter ha ridotto di oltre due terzi i suoi “operativi”.

I test di Conte

Sarà uno stadio silenzioso, senza pubblico: «Giocare a porte chiuse non è sicurament­e bello - dice Conte - alla fine il calcio ha bisogno del pubblico, di sentire intorno l’atmosfera. Però ci adeguiamo alle decisioni prese per ordine sanitario: mi auguro solo che torni tutto quanto prima alla normalità». Il tecnico parla in tv (anche le conferenze annullate) e ribadisce che il turnover sarà la norma in Europa League: «Dovremo essere bravi a far ruotare la squadra». Stasera potrebbero essere nove i titolari che non lo saranno domenica a Torino, mentre per la prima volta da anni (2017 con l’oriundo Eder, 2003 in assoluto) l’Inter può essere a maggioranz­a italiana: sei su undici. Fra gli altri cinque ci saranno Eriksen e Sanchez, due fra i più attesi: «Sarà un test per capire come stanno dal punto di vista fisico e tattico alcuni giocatori in ritardo come loro, che stanno però provvedend­o ad adeguarsi alle mie richieste». Il tempo stringe, salvo nuovi rinvii si continua a giocare ogni tre giorni, e con gare decisive per capire quali saranno i reali obiettivi: «Alla fine di questo ciclo vedremo che ambizioni potremo avere, in che posizione saremo e che situazione potremo affrontare». L’obiettivo stasera è mettersi alle spalle senza “danni” i sedicesimi, la gara in condizioni d’emergenza e il Ludogorets in maschera. E farlo senza sprecare troppe energie, ma sfruttando i 90’ per lanciare la volta verso lo Stadium. «Non abbiamo avuto tempo di pensare alla Juve», assicura Borja Valero. Ma poteva dire altrimenti? A Conte non serve un’ordinanza, per allineare il gruppo.

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Il tecnico «Dopo questo ciclo capiremo dove possiamo arrivare»

Ospiti sorpresi Moti: «Qui a Milano c’è gente che esce senza mascherina...»

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(Foto: la squadra del Ludogorets con mascherine e guanti all’arrivo a Milano)
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ANSA Effetto virus L’arrivo a Milano dei giocatori del Ludogorets, tutti scesi dal pullman con addosso le mascherine mediche antivirus e guanti. La delegazion­e bulgara è sembrata piuttosto in apprension­e per questa trasferta in Italia
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