La Gazzetta dello Sport

JUVE DOVE SEI?

TONFO A LIONE REGALA UN TEMPO SI SVEGLIA TARDI MA NON TIRA MAI AL RITORNO SERVE UN’ALTRA JUVE

- di Bianchin, Della Valle, Garlando, Lusena. Ricci

Tousart-gol approfitta di De Ligt fuori Sarri subisce la furia iniziale di Garcia e nella ripresa non inquadra la porta

La imprevedib­ile e brutta sconfitta della Juve si riassume in una domanda: come può la squadra di Dybala e di CR7 non fare neppure un tiro in porta alla settima squadra del campionato francese? Non succedeva dal 2004 che i bianconeri non tirassero mai tra i pali in un match di Champions. È capitato solo 3 volte in 16 anni. Direte: beh, anche il Liverpool settimana scorsa non ha fatto un tiro all’Atletico. Ok, ma c’era il pullman del Cholo davanti alla porta, la Juve ha incontrato un Lione molto più modesto e vulnerabil­e che si è meritato i tre punti grazie alla passione e all’impeto che non ci ha messo la Juve. E così, a un anno di distanza, la Signora si ritrova allo stesso punto, nella necessità di ribaltare allo Stadium un primo ottavo perso in trasferta. Questa volta, Cristiano Ronaldo non dovrà fare miracoli, gli basterà una normale serata di lavoro. Non dovrà segnare tre gol al bunker di Simeone, gli basterà guidare una umanissima rimonta contro i ragazzini di Garcia. Ma il problema non è il passaggio del turno, il problema è ciò che si è visto a Lione.

Solo CR7

Dire che, dopo un anno, è tutto come prima è sbagliato. Purtroppo è peggio. La sicurezza difensiva della BBC è una cosa lontana. Anche ieri due strafalcio­ni nell’azione del gol e tante distrazion­i. Ma, soprattutt­o, il gioco non arriva. Ancora una volta il reparto peggiore è stato il centrocamp­o: disastrosi Bentancur e Rabiot (infelici le scelte di Sarri), Pjanic sostituito e bocciato dopo un amen di ripresa. Gli zero tiri in porta si spiegano anche con il buio in sala regia. Sarri è arrivato a Torino per andare oltre Allegri, grazie a un gioco collettivo che esalti i singoli e non dipenda solo dalle loro giocate. Per ora, nulla. Anche ieri il migliore è stato Cristiano Ronaldo. La Juve si è accesa solo quando Dybala, nel finale, ha cominciato a portar palla e battere la fascia destra a testa bassa. La Juve è ancora, soprattutt­o, CR7. E in lui spera.

Juve a zero

La Juve del primo tempo? Lenta di gambe e di palla in fase di possesso. Distratta e pigra in fase difensiva. Difficile sognare la Champions in questo stato. Il Lione, ben conscio della propria inferiorit­à, si predispone alla sofferenza: più 5-3-2 che 3-5-2, e linee strettissi­me per togliere ossigeno a Dybala e compagni. Solo che la Juve, dopo un accenno iniziale di pressing alto, comincia a palleggiar­e da ferma, senza trovare sbocchi, perché senza movimento veloce di uomini e di pallone gli spazi non si aprono, e, quando perde palla, arretra invece di attaccare. Il Lione, che aveva un’altra idea dei campioni d’Italia, prende coraggio e comincia ad avanzare. Al 21’ Ekambi raccoglie un corner, anticipa Bentancur e stampa la traversa. Al 31’ il Lione passa e guardate come. Bianconeri in dieci con De Ligt fuori a fasciarsi la testa. Il gioellino Aouar si mangia Benta e crossa per Tousart che brucia Alex Sandro e mette dentro. Due duelli persi nella stessa azione. Andiamo al 41’: Pjanic fa un retropassa­ggio a Bonucci che non se ne accorge ed Ekambi sfiora il raddoppio. No, questa cosa che la Juve fa un pasticcio o due ogni dieci minuti, e non tira mai in porta,

non c’entra nulla con la Juve degli 8 scudetti.

Pjanic bocciato

L’unico vivo, al solito, è stato CR7. Abbandonat­o dalla squadra, si è ridotto a fare l’ala sinistra, affondando un paio di volte pericolosa­mente e procurando­si qualche punizione. Dybala ha girato a vuoto, male entrambe le mezzali, specie Bentancur che, preferito a Ramsey, ha subito la giovane classe di Aouar. Il Lione ha sfondato da quella parte, anche grazie alla gamba veloce di Cornet. La sostituzio­ne di Pjanic con Ramsey già al 16’ della ripresa spiega molto: la Juve non riesce a ritrovare il suo primo pilota. Se il bollettino del centrocamp­o è questo, difficile pretendere un’alta qualità di gioco. Tutto affidato ancora una volta al genio dei solisti, tipo Dybala che al 24’ irrompe su cross di Alex Sandro e mette fuori di poco. Entra Higuain per un nullo Cuadrado. È l’assalto finale.

Dybala, era ora

Finalmente la Juve ci mette almeno passione e il Lione finisce chiuso in scatola, come avrebbe dovuto fin dal primo minuto per la disparità di valori. Anche perché il Lione è stanco e Garcia, che qualcosa in Italia ha imparato, aggiunge un difensore (Andersen). Paga l’allargamen­to a destra di Dybala che si abbatte sul fianco del Leone e prende in mano la Juve. Manda quasi in gol Higuian (40’) e poi CR7, l’ultimo ad arrendersi, reclama un rigore che poteva starci. Il Lione, per cuore, applicazio­ne e organizzaz­ione, si è meritato il suo piccolo miracolo. L’invasore di campo che si inginocchi­a ai piedi di CR7 sembra la Juve. Toccherà ancora al portoghese fare la grazia.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Joya senza parole
La disperazio­ne di Paulo Dybala, 25 anni: come l’anno scorso contro l’Atletico, alla Juve servirà un’impresa in casa per arrivare ai quarti
Joya senza parole La disperazio­ne di Paulo Dybala, 25 anni: come l’anno scorso contro l’Atletico, alla Juve servirà un’impresa in casa per arrivare ai quarti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy