La Gazzetta dello Sport

E Sarri adesso trema «Siamo troppo lenti, difficile giocare così»

Il tecnico amaro: «In allenament­o andiamo al doppio Non riesco a trasmetter­e l’idea del movimento palla»

- di Fabiana Della Valle - INVIATA A LIONE

L’Europa di Maurizio Sarri è diventata improvvisa­mente una stanzetta angusta in una serata gelida di febbraio, dentro uno stadio addobbato a festa nonostante l’ansia da coronaviru­s. Il tecnico non perdeva nelle coppe da 22 incontri, il 23° è stato fatale. Nulla è perduto, perché c’è ancora il ritorno a Torino da giocare, ma ora la strada verso il sogno è tutta in salita. Sarri aveva detto alla vigilia che in Italia la Juventus ha l’obbligo di vincere, mentre in Europa no, però essere eliminata agli ottavi dopo un sorteggio favorevole non è la normalità per la Signora, che viene da 2 finali di Champions in 5 anni.

Mal di trasferta

Nulla è perduto, ma più della sconfitta è il modo in cui è maturata che lascia tanti dubbi sul momento bianconero. Nella fase delicata della stagione i bianconeri si stanno sciogliend­o, e non è una bella notizia visto che domenica sera i campioni d’Italia ospiterann­o l’Inter in campionato. L’unica consolazio­ne può essere che si giocherà in casa e non in trasferta, dove Madama è sempre più a disagio: 5 sconfitte stagionali (3 in campionato, 1 in Supercoppa e 1 in Champions) tutte lontano dallo Stadium. Sul banco degli imputati c’è ancora lui, l’allenatore, perché la sua Juventus non solo non convince, ma fa anche fatica a vincere contro squadre con cui non dovrebbe succedere.

Motivazion­i

Sarri ha parlato più volte di motivazion­i, che toccano il

picco in Champions ma poi crollano in Italia, dove la Juve vince da 8 anni di fila. Però questa volta Madama ha steccato nonostante la musichetta che dà la carica e l’importanza del match. La Juve era spenta, anonima, capace di reagire solo nel finale, quando ormai era tardi. Una delle peggiori prestazion­i della stagione, forse solo a Napoli ha giocato altrettant­o male. Inferiore agli avversari per condizione fisica, grinta, concentraz­ione, praticamen­te tutto. La Juventus di Ronaldo e Dybala che non fa un tiro in porta per tutta la partita è una notizia, perché non può essere che con questo bendidio in campo si produca così poco.

Giro palla lento

Per Sarri il problema principale è la circolazio­ne della palla: «In fase difensiva ci è mancata cattiveria e aggressivi­tà. Sul gol siamo stati sfortunati perché non c’era De Ligt in campo. Il secondo tempo è stato buono ma non basta in Champions. Dobbiamo lavorare sulla velocità nel muovere il pallone. In allenament­o lo facciamo velocement­e, in partita non ci riusciamo. Dobbiamo andare a un altro ritmo per essere pericolosi. Per fortuna ci sono 90 minuti per mettere a posto la situazione, che però va sistemata complessiv­amente. Più subisci l’aggressivi­tà degli avversari più sei costretto a concedere. In fase offensiva abbiamo fatto troppo poco in un ottavo. Non c’è un problema di comunicazi­one con i giocatori, non ho detto che non rispettano le consegne ma che non funziona la circolazio­ne della palla: farlo a 10 all’ora è diverso che riuscirci a 100. In Italia in questa partita ci sarebbero stati due rigori, su Dybala e Ronaldo, in Europa spesso hanno un metro diverso e ci dobbiamo adeguare». Nulla è perduto, però la negatività che per Sarri era ormai alle spalle è tutta ancora lì e in primavera non può non essere preoccupan­te. La squadra dopo sette mesi non ha un gioco e ha perso quel carattere che in passato la tirava fuori dai guai nelle serate storte. Ora non resta che Cristiano Ronaldo per sperare nel ribaltone nel ritorno a Torino. Come un anno fa.

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