La Gazzetta dello Sport

Ronaldo è solo e non basta E Bonucci striglia «Deconcentr­ati»

Il difensore rimprovera Matuidi «Nel riscaldame­nto non tutti e 18 avevamo la giusta determinaz­ione»

- di Luca Bianchin - INVIATO A LIONE

Gli ottavi di Champions cambiano il mondo, si vede dalle facce. Guardate Cristiano Ronaldo all’intervallo, sta parlando ai compagni e lo fa da leader. Le mani dicono «crossate, poi ci penso io» o almeno quello fanno intendere. Il linguaggio del corpo invece è chiarissim­o: senza discussion­i, Cristiano ha provato a prendere in mano la Juve in campo e anche fuori. È sembrato di vederlo un anno fa, nelle partite con Atletico Madrid e Ajax, le sue serate di Coppa, in cui ha dato l’esempio con e senza pallone. Guardate anche Bonucci e Matuidi, che prima dell’inizio della partita litigano o insomma, Bonucci da capitano va da Matuidi a dirgli di scaldarsi meglio. Anche per questo la Champions è diversa: sale l’attenzione, sale il nervosismo, sale il peso dei campioni.

Un’occasione

Ronaldo, appunto. Cristiano non ha segnato e non ha giocato la sua miglior partita, però a lungo è stato l’unico juventino pericoloso. Si è visto nelle grandi e nelle piccole cose, in una punizione guadagnata al limite dell’area e in una discesa a sinistra da ala vera, con cross dolce per l’inseriment­o di Bentancur. La Juve girava palla lentamente, ferma, e Ronaldo quella palla la chiamava. L’ha avuta meno di altre volte, quando una palla gol è passata dal suo piede destro ha cercato il tiro a giro sul secondo palo e non ha trovato la misura. Si è allargato a sinistra come sempre ma con Dybala si è trovato giusto un paio di volte fuori dall’ordinario, con combinazio­ni al limite dell’area. Per il resto, non è mai occupato un’area svuotata: non servito e quasi mai capace di generare qualcosa da solo. Il giocatore da 65 gol nelle partite a eliminazio­ne diretta non ha mai calciato in porta. Per chi in campionato segna da 11 gare di fila, non proprio normale.

Un po’ di Higuain

Il singolo svantaggio fa sperare la Juve. Fa sperare che al ritorno cambierà tutto, al ritorno la Juve sarà la Juve e Ronaldo ritroverà la magia dei tre gol all’Atletico Madrid. In fondo, allora sembrava molto più complicato di adesso. Vicino a lui ci sarà Dybala e chissà, forse Higuain come nel finale di ieri, quando il Dygualdo è tornato d’attualità (ma ha prodotto poco). Di sicuro Cristiano farà di più rispetto a questa partita da due tiri e 28 passaggi, non uno di più. Di sicuro in campo ci sarà Chiellini, perché nelle partite importanti servono tutti i leader.

Bonucci spiega

Bonucci, che ha in prestito la sua fascia da capitano, ieri ha spiegato quel momento di tensione con Matuidi nel riscaldame­nto: «Non l’ho ripreso, gli ho solo detto che tutti noi dovevamo essere concentrat­i. Si vedeva che non tutti i diciotto (titolari più riserve, ndr) erano concentrat­i». Una smentita che in parte è una conferma. La sua analisi della partita è chiara: «Abbiamo regalato un tempo, nel secondo non hanno mai tirato in porta perché si è vista la vera Juve. Eravamo lunghi e distanti, poi abbiamo recuperato. Ma ci hanno colpito quando eravamo in dieci». Piccoli segnali da cui la Juve può ripartire. Serve una svolta e lo sanno tutti, per un ritorno degno della Juve e della Champions. Sanno anche che, se svolta ci sarà, Ronaldo si farà trovare pronto, su un cross da destra, una palla che rimbalza in area, un verticale che non si vede da settimane. Vive di questo, da anni.

TEMPO DI LETTURA 3’12”

Regalato un tempo, per passare il turno serve molto di più. Ma abbiamo l’obbligo di passare

A Torino ci vorrà più coraggio per passare il turno, Bonucci? Non ho sentito le sue parole

 ??  ?? Bonucci
Bonucci
 ??  ?? Danilo
Danilo
 ??  ?? Sanguinant­e Matthijs De Ligt, 20 anni, con la testa fasciata dopo uno scontro. Sopra, Cristiano Ronaldo
Sanguinant­e Matthijs De Ligt, 20 anni, con la testa fasciata dopo uno scontro. Sopra, Cristiano Ronaldo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy