La Roma sfida il tabù Gent E Fonseca muove gli alfieri Chi sa come si fa
Dzeko, Smalling e Mkhitaryan le pedine per rompere l’imbattibilità casalinga stagionale della squadra belga
Da queste parti Fonseca ci è già stato nel 2016, quando con il suo Shakthar Donetsk vinse per 5-3 (dopo il 5-0 dell’andata) nella fase a gironi di Europa League. A conti fatti, oggi si accontenterebbe anche di molto di meno, seppur è consapevole che sarà una gara complicata, per alcuni versi difficilissima. «Affronteremo una squadra fortissima, anche dal punto di vista fisico - dice l’allenatore della Roma -. Una squadra molto concreta e con buoni giocatori, come abbiamo avuto modo di constatare già nella sfida d’andata a Roma. Ma noi siamo qui per vincere, consapevoli che sarà importante segnare almeno un gol».
Ecco, il punto è proprio questo. Il Gent in casa in questa stagione non ha mai perso e in Europa è imbattuto alla Ghelamco Arena da 11 partite (7 vittorie e 4 pareggi). L’ultima squadra straniera a batterlo è stato proprio lo Shakthar, poi a passare da queste parti sono stati solo i connazionali del Genk tre anni fa. Dopodiché più niente. Ecco anche perché stasera Fonseca si affiderà soprattutto all’esperienza, mettendo la Roma nelle mano di chi la differenza gliela può fare in ogni frangente: Dzeko per i gol, Mkhitaryan per la fantasia e Smalling per la tenuta difensiva. A loro tre l’allenatore portoghese chiederà uno sforzo in più, quello di prendere per mano la Roma e di portarla fino agli ottavi di finale. Che poi sarebbe solo il primo passo verso il sogno di arrivare fino in fondo. «Ma noi non dobbiamo pensare al futuro, solo a questa partita. Posso dire con certezza dire che la squadra ha l’ambizione di vincere questa sfida e di andare avanti nella competizione. E per me è questo che conta». Anche perché due di quei tre lì (Smalling e Mkhitaryan) questa coppa l’hanno già vinta con il Manchester United nel 2017 (e l’armeno ha sfiorato il bis lo scorso anno con l’Arsenal), mentre Dzeko nello stesso anno è diventato capocannoniere della competizione europea (privilegio toccato prima solo ad altri tre romanisti: Manfredini, Lojacono e Voeller).
A caccia di gol
Ci sarà quindi da soffrire, ma questo lo sanno anche i giocatori. A iniziare proprio da chi dovrà trascinare il gruppo. Proprio come i vari Dzeko, Smalling e Mkhitaryan. «Per noi è una gara molto importante - continua Fonseca -. Dobbiamo giocare per vincerla, ma per riuscirci dovremo ragionare come se si partisse da 0-0. Il Gent in casa non ha mai perso e ha sempre segnato a ogni avversaria che è venuta a giocate da queste parti. E questo basta per capire quanto sarà complicata questa partita. Dovremo essere concentrati al massimo, perché vogliamo ovviamente passare il turno». E per riuscirci sarà appunto fondamentale segnare almeno un gol. Ecco perché, con Pastore e Pellegrini ai box per infortunio, Fonseca sposterà Mkhitaryan alle spalle di Dzeko, in posizione di trequartista centrale. Al portoghese stasera servirà qualità, gli servirà di avere uno dai piedi raffinati alle spalle del centravanti bosniaco. Per costruire e inventare, proprio per essere pericolosi e segnare quel gol che costringerebbe il Gent a farne almeno tre per poter pensare di poter passare. «Sappiamo che sarà molto importante segnare un gol e giocheremo per questo - chiude l’allenatore romanista -. Dovessimo pensare solo a difenderci non sarebbe la strategia giusta, questo lo sappiamo già in partenza. E per segnare dovremo avere ambizione, giocando con coraggio nella loro metà campo. Come sempre». Poi al resto, eventualmente, ci penserà proprio Smalling, che già nella sfida d’andata si è reso protagonista di un paio di chiusure decisive. Lì Depoitre e David non sono stati velenosi come potevano essere, ma probabilmente stavolta sarà tutto diverso. Ed allora servirà anche il miglior Smalling, quello che agli avversari di solito regala appena le briciole.
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