La Gazzetta dello Sport

Lazio, anche il pubblico è da primato

Media spettatori vicina alle 40 mila unità: non accadeva da quasi venti anni

- Di Stefano Cieri - ROMA

Per il sogno scudetto, ma anche per rendere omaggio a un vecchio amico che il suo «scudetto» lo ha vinto lontano dai campi di gioco. Sabato pomeriggio saranno almeno in 40 mila all’Olimpico i tifosi che spingerann­o la Lazio a conquistar­e un primo posto che potrebbe durare fino a domenica sera se la Juve dovesse battere l’Inter o anche di più in caso di risultato diverso nel big-match dello Stadium. Ma c’è anche un altro motivo che rende quella col Bologna una partita da non perdere. Sulla panchina degli emiliani c’è un vecchio amico dei biancocele­sti che va salutato come si deve. Quel Sinisa Mihajlovic che, ogni volta che è tornato nell’Olimpico laziale, è sempre stato osannato dai suoi

Numeri da record

ex tifosi e che ancora di più lo sarà stavolta. Accadde pure nella partita di andata lo scorso ottobre, quando i fan biancocele­sti presenti al Dall’Ara lo applaudiro­no a lungo all’ingresso in campo. Stavolta sarà l’intero Olimpico ad alzarsi in piedi per acclamare Sinisa, che nei mesi scorsi ha vinto la sua battaglia più difficile.

Saranno in 40 mila a rendere omaggio a lui e a riempire di calore la Lazio. Un numero che è perfettame­nte in linea con quello della media spettatori fatta registrare finora dalla squadra biancocele­ste. Che nelle 13 partite interne già giocate ha appunto avuto una media di 39.308 spettatori. La quinta della Serie A, ma a poche centinaia dal podio. Perché dietro le irraggiung­ibili Inter e Milan (65.800 presenze medie per i nerazzurri, 53.957 per i rossoneri) ci sono a pochissima distanza tra loro Roma (39.823), Juve (39.681) e appunto Lazio (39.308). Insomma, oltre alla squadra, anche il pubblico laziale quest’anno è da primato. Per trovare una media migliore bisogna infatti tornare indietro di quasi venti anni. La stagione 2003-04 è stata l’ultima in cui la media spettatori alle partite casalinghe dei biancocele­sti fu superiore alle 40 mila unità (45.697). Ma quella era l’ultima annata dell’epopea cragnottia­na (anche se il presidente del secondo scudetto era già uscito di scena). Pure negli anni precedenti la media si era attestata sulle 45 mila presenze a partita e nell’anno del secondo tricolore si era giunti alla quota delle 53 mila presenze medie.

La rinascita

Da quando è arrivato Lotito quelle cifre non si sono mai più toccate. Nella prima annata con l’attuale presidente (200405) si toccò la media di 38.224 spettatori (tuttora è il record per la sua gestione), ma poi iniziò la discesa. Il punto più baso fu toccato nel 2007-08 (21.404 spettatori per gara) per poi oscillare sempre a cavallo delle 30 mila presenze medie. Con qualche sporadica fuga in avanti. Come nel biennio 2008-09 e 2009-10 (poco più di 36 mila spettatori) e come nel 2014-15 (35.500). Oltre all’altalena dei risultati della squadra condiziona­va la voglia di stadio del popolo laziale anche il rapporto conflittua­le con Lotito. Che portava molti sostenitor­i a disertare l’Olimpico. Poi, con Inzaghi in panchina, tutto è cambiato. Puntare su un tecnico che rappresent­a la storia del club ha fatto (sia pure un poco alla volta) placare la contestazi­one al presidente. Il resto lo hanno fatto i risultati e i trofei conquistat­i. Così dopo una media di poco più di 21 mila spettatori al primo anno con Simone in panca, si è passati ad un 32.947 di media al secondo e a un 36.864 l’anno scorso. Adesso quota 40 mila è vicina. Un altro «miracolo» di una Lazio che continua a sorprender­e comunque e dovunque.

C’è Sinisa Col Bologna il motivo in più: arriva l’amico Mihajlovic

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Ritorno Sinisa Mihajlovic, 51 anni

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