Il cattivissimo Bennacer: è il più ammonito d’Europa
L’algerino a suo agio nel ruolo di regista ha cambiato il Milan ma deve limitare le sanzioni: nessuno come lui, già 12 gialli
Il Milan che ha trovato un gioco riconoscibile ha il marchio di fabbrica del suo regista, Ismael Bennacer. E’ un Milan rinnovato, diverso, certamente più “verticale” e la trasformazione ha origine dal giocatore che detta i tempi: nuovo Milan, nuovo Bennacer. Può darsi che dopo una serie di tentativi poco convincenti, la squadra abbia finalmente trovato il play del futuro. Bennacer ha 22 anni, è alla prima stagione in una grande squadra, e se migliorerà ai ritmi degli ultimi mesi il Milan avrà un leader anche a centrocampo. L’obiettivo del gioco è far gol, dunque occorre guardare in avanti e scoprire nuovi spazi: la media verticalizzazioni di Bennacer nel 2019 è stata di 13.8, nel 2020 è salita a 20.4. C’è la complicità di Ibrahimovic:«Mi chiede di dargli la palla più velocemente possibile, sempre più veloce» ha spiegato Bennacer in una recente intervista a Rmc Sport. Zlatan svetta nell’area avversaria ed è più facile individuarlo di molti altri, in più raccoglie la fiducia di tutti: in caso di difficoltà, la palla va mossa in direzione di Ibra. Ma c’è anche dell’altro: Bennacer gioca con maggiore sicurezza, tenta e inventa, trova corridoi dove prima non osava avventurarsi.
Cattivissimo
Sorpresa: un giocatore così dedicato all’impostazione è anche il più cattivo della squadra, d’Italia e addirittura d’Europa. Fa e disfa (l’azione avversaria) con la stessa intensità, forse troppa: è al dodicesimo cartellino giallo in campionato, ammonito in quasi tutte le partite (17) finora giocate da titolare. Un limite disciplinare, ha già saltato due partite per squalifica, ma anche tecnico: non ferma l’avversario nei modi consentiti, ed è costretto al fallo. Giocare “ammonito” è un freno, per sé e per la squadra. Il cattivissimo Bennacer non sembrerebbe nemmeno così cattivo: è alto un metro e 75 cm e pesa 70 chili, non esattamente un colosso. La spiegazione che ne dà il diretto interessato non è sufficiente: «Prendo tanti cartelli gialli perché do sempre tutto, sono fatto così. Pioli me ne parla? No, lo ha detto in un’intervista ma sa che è nel mio temperamento. Prima correvo tanto e per nulla, adesso lo faccio meglio. Ma lo stesso corro tanti chilometri a partita». Questo quanto invece aveva detto Pioli: «Non credo prenda tante ammonizioni perché gli altri non lavorano, è la sua generosità che ogni tanto lo porta a essere meno lucido». La classifica dei gialli lo premia in campionato di fronte a Bani (difensore, Bologna), Mancini (difensore, Roma), De Roon e Nandez (centrocampisti di Atalanta e Cagliari) e al genoano Romero, altro difensore: tutti fermi a 10 sanzioni. In Europa lo segue Klaus Gjasula, mediano del Paderborn 07, 11 ammonizioni e ultimo nella classifica di Bundesliga. Una squadra con ambizioni decisamente più modeste. A dieci ci sono Mubarak Wakaso, centrocampista del Deportivo Alaves, Roberto Soldado (Granada, attaccante) e poi una serie di difensori, più esposti al fallo: Jonathan Silva del Leganes, Damian Suarez e Allan Nyom del Getafe e infine Gerard Piqué. Una lista di giocatori, almeno fino al centrale del Barcellona, non di primissima fascia: qualcosa vorrà dire.
Veloce e semplice
Se Bennacer punta all’etichetta di top-player deve correggere certi aspetti del suo modo di giocare. Che per il resto presenta solo indici in crescita: passaggi riusciti, passaggi in verticale, dribbling. E velocità: nell’ultima partita contro la Fiorentina è stato il più rapido di tutta la squadra, battendo allo sprint (con 32,29 chilometri) i velocisti Rebic, Saelemaekers e Theo Hernandez. L’ultimo consiglio è di nuovo del suo allenatore: «Porti meno palla in certe situazioni. Chi copre quel ruolo a volte deve giocare più semplice, toccando meno il pallone. Ma sta facendo bene ed è in crescita, è voglioso e convinto di voler arrivare».
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