La Gazzetta dello Sport

LA JUVE PUÒ ANDARE AVANTI MA NON È QUELLA CHE VUOLE SARRI

- Andrea Schianchi

In questo momento di psicosi collettiva vengono a mancare persino le certezze più elementari, ci si sente impauriti e frastornat­i, e per fortuna che c’è la Champions League a ricordarci che la vita continua e che, alla fine, la bellezza ci salverà. I gol, i dribbling, le magìe, il pallone che rotola e rimbalza che cosa sono se non gocce di balsamo tonificant­e? Certo, la prestazion­e e il risultato della Juve a Lione non aiutano a ritrovare la tranquilli­tà, ma l’arrembante finale dei bianconeri consente perlomeno di guardare con un pizzico di ottimismo alla sfida di ritorno. Il fatto è che si fa fatica a spiegare come un attacco che può schierare Cristiano Ronaldo, Dybala, Cuadrado e poi Higuain non riesca a segnare un golletto al Lione. La Juve, ormai l’abbiamo capito, non è ciò che Sarri vorrebbe da una squadra, ma non si pensi che la primavera possa fare il miracolo. In questo periodo si tratta di gestire il presente, utilizzand­o l’arte del compromess­o e pensando soprattutt­o ai traguardi da tagliare più che allo spettacolo. Contro il Lione, al ritorno, serve una prestazion­e di molta sostanza e poca forma: entrare nei quarti di Champions è un imperativo. Chi ha compiuto un passo importante è il City di Guardiola che, per nulla penalizzat­o dalle recenti decisioni dell’Uefa, ha sbancato il Bernabeu: sotto di un gol, ha impiegato cinque minuti per ribaltare il tavolo apparecchi­ato dal Real Madrid. Le altre sfide d’andata hanno spedito messaggi precisi. L’Atalanta, al netto di tutti gli scongiuri e di una trasferta comunque bollente (giocare al «Mestalla» di Valencia non è mai una passeggiat­a), è ben incamminat­a verso il superament­o del turno. Il 4-1 con cui ha stordito gli spagnoli a San Siro è un segnale di forza e, probabilme­nte, di raggiunta maturità europea, oltre che un bottino rassicuran­te da difendere con saggezza e con coraggio. Si può immaginare la squadra di Gasperini che subisce tre gol senza reagire e senza segnarne almeno uno? Siamo realisti: nemmeno il più fantasioso dei favolisti arriverebb­e a tanto. Anche il Bayern, dopo il blitz in casa del Chelsea, affronterà il ritorno con la serenità dei forti: il 3-0 firmato da Gnabry (doppietta) e Lewandowsk­i è una garanzia contro ogni imprevisto. E lo stesso si potrebbe dire del Lipsia che ha mandato all’aria i piani di Mourinho e del suo Tottenham: ma in questo caso, conoscendo la capacità dello Special One di ribaltare qualsiasi pronostico e di trasformar­e ogni gara in una battaglia, è bene tenersi una porta aperta. Più difficile da leggere, invece, la sfida di ritorno tra Barcellona e Napoli: l’impression­e è che nulla sia finito dopo l’1-1 del San Paolo: i blaugrana non sono più la gioiosa macchina da calcio di una volta, a Messi mancherann­o compagni importanti come Busquets e Vidal, e la squadra di Gattuso, se interpreta la partita guardando in faccia il nemico, può fare l’impresa.

Sul filo del rasoio i duelli tra l’Atletico Madrid e il Liverpool e tra il Psg e il Borussia Dortmund. Reggerà il «cholismo» alla prova di Anfield? E il colosso Haaland tornerà da Parigi incoronato come il nuovo imperatore o il suo Borussia Dortmund si smarrirà abbagliato dalle luci tentatrici della Ville Lumière?

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EPA Momento complicato Maurizio Sarri, 61 anni, prova a scuotere la Juve ieri in difficolta con il Lione
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