Magnini assolto «È come un oro»
Il Tas annulla la squalifica di 4 anni per tentato doping: «Incubo finito»
Non ho mai mollato un centimetro perché sempre stato innocente: in molti ora si scusino
Voglio fare come Bortuzzo: quando succedono cose brutte, bisogna lanciare messaggi pieni di gioia
Filippo Magnini
Riabilitato, assolto. Filippo Magnini è come se avesse vinto il terzo titolo mondiale dei 100 sl. Lui, il re della gara regina, caduto nella polvere di un grande sospetto: di aver barato, di aver tentato di doparsi per colpa delle frequentazioni con il nutrizionista Guido Porcellini. Squalificato in primo e secondo grado in Italia per 4 anni, assolto ieri dal Tribunale di arbitrato sportivo a Losanna «per insufficienza di prove». La Procura dovrà pagare le spese legali.
3Filippo, l’incubo è finito... «Ho passato 3 anni di inferno, ma ho vinto, hanno vinto quelli che non hanno mai avuto dubbi su di me: un successo dopo una durissima battaglia».
3Come ha appreso la notizia? «Ero nel salotto con Giorgia (la promessa sposa Palmas, ndr), alle 11 mi chiama l’avvocato Guardamagna e quasi mi viene un colpo! Ho solo urlato di gioia, lo farò per i prossimi 3 anni. Tremavo, ho abbracciato Giorgia e le ho detto “il capitano è tornato”. Ho sempre avuto fiducia, sapevo di essere nel giusto».
3Perché questa lunga attesa? «Aspettavo la sentenza dal 4 dicembre, poi doveva arrivare il 23 gennaio, poi il 13 febbraio, poi entro il 27 febbraio. Che sofferenza e tensione: è stato tutto pazzesco. Ma ora i brividi, ho chiamato mia mamma e piangeva, tremava con le gambe, seduta. Abbiamo sofferto tutti in famiglia, con Giorgia, i miei amici veri. Da mia mamma mi sono sempre fatto vedere forte, vedendola soffrire».
3Come si esce da un inferno come questo?
«Non lo dimenticherò: in questi anni ho dovuto abbassare la testa, incrociando gli sguardi degli altri. Ora rialzo la testa. È l’ennesimo insegnamento, ho vinto una battaglia perché non ho mai mollato, come quando recuperavo gli avversari in acqua e il mio allenatore Claudio Rossetto mi ripeteva “ragazzo non mollare fino all’ultima bracciata”. Sì, sono stati altri 100 metri ma fuori dalla piscina, ma lunghi 3 anni,i più difficili e anche i più belli con la mia Giorgia, i miei cari perché anche loro hanno lottato e sofferto con me per difendere la mia innocenza. Questa è la vittoria della verità. Mi sono tolto un macigno dalla testa, ho sofferto dentro in modo incredibile».
3E ora si toglierà qualche sassolino?
«Adesso no,c’è solo il momento di gioire, ho scritto un libro che uscirà il 24 marzo, “La resistenza dell’acqua” in cui racconterò tutta la mia storia, non poteva finire meglio. Il Tas mi ha assolto in pieno e ora molti mi dovranno chiedere scusa. Voglio fare come Manuel Bortuzzo: quando succedono cose brutte, bisogna lanciare altri tipi di messaggi, come questo pieno di gioia».
3Ma perché è cominciata la storia degli integratori plus? «Ho sempre cercato di dimostrare che io col doping non c’entravo, come dimostra il mio impegno da sempre di “I’m doping free”, controllato in 20 anni di carriera, eppure passavo per il mostro da sbattere in prima pagina. Ma io sapevo di essere nel giusto e non volevo far pesare a chi mi stava vicino tutto questo dramma. Già la giustizia ordinaria mi aveva scagionato 2 anni fa, ma quella sportiva ha voluto accusarmi lo stesso basandosi sulle intenzioni che non ci sono mai state come dimostra tutta la mia carriera».
3Magno perseguitato...?
«C’è stato accanimento e non auguro a nessuno nella vita di provare ciò che è successo a me, di lottare cioè per un’ingiustizia. Quando si lotta per un’ingiustizia si fa più fatica: ho resistito solo grazie all’esperienza nello sport. Sto vivendo emozioni provate poche volte nella vita: sto volando, non camminando. Sono stato additato come una cattiva persona, quando invece non lo sono mai stato. Per 3 anni mi hanno fatto sembrare una persona sbagliata, ora mi rialzo. E come diceva mio nonno: sempre a testa alta».
3Ora potrà sposarsi ancora più felice. Tornerà nel nuoto? «A 37 anni è tornato il canadese Hayden che ha vinto con me un Mondiale. Io ne ho 38, la porta è aperta...».
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