La Gazzetta dello Sport

Nuova generazion­e granata: Segre, mezzala del futuro

È cresciuto in Primavera con Longo, è in prestito al Chievo: il suo exploit è convincent­e, in estate sarà in ritiro

- Paglia

Non avesse sfondato nel calcio, avrebbe provato a fare il modello. Un progetto, chissà forse anche un sogno, che dovrà rinviare ancora per un bel po’. La sua passerella è diventata da un paio d’anni la Serie B, dove la bellezza e l’eleganza in campo sono una sua caratteris­tica. Jacopo Segre è un bel centrocamp­ista di inseriment­o: capacità di calcio cristallin­a, qualità tecniche che lasciano intraveder­e un progetto di calciatore da Serie A, una testa salda sul collo. Lui che corre in campo come sui libri: il suo percorso di studi in Scienze Motorie viaggia spedito, con una media da 26 e un bel po’ di esami presi con il massimo dei voti. È lui l’alfiere della nuova generazion­e granata: Segre è cresciuto nella Primavera del Toro. Ha appena compiuto ventitrè anni e sta vivendo un’annata da protagonis­ta al Chievo, in Serie B, dove è arrivato in estate, con la formula del prestito dopo aver rinnovato col Toro fino al 2022. Di gavetta ne ha già fatta un bel po’: due stagioni a Piacenza in C, l’esplosione in B a Venezia, la consacrazi­one al Chievo. E’ l’osservato speciale dello scouting granata costruito dal d.s. Massimo Bava. Il suo exploit ha convinto tutti: in estate rientrerà al Toro e inizierà la sua seconda vita in granata dal ritiro di Bormio.

Allievo di Longo

A Bormio, Segre è quasi di casa. C’era già, ad esempio, l’estate scorsa quando si mise in mostra sotto gli occhi di Mazzarri. Tra qualche mese sarà diverso: ripartirà dalla Valtellina per restare al Toro. E per concludere quella grande ricorsa iniziata nel 2015, quando la società granata andò a prenderlo nel settore giovanile del Milan. È torinese, ma il grosso della formazione sportiva l’ha vissuto in rossonero dove ha giocato da ragazzino per nove stagioni, anni in cui il suo mito era David Beckham (che poi ha pure conosciuto). Alle porte della Primavera, però, il Milan gli tolse improvvisa­mente la fiducia e Bava, all’epoca responsabi­le del vivaio granata, decise di farlo tornare a Torino. Fu la svolta. Al Filadelfia ad attenderlo c’era un tecnico molto giovane, quel Moreno Longo che cinque anni più tardi è riuscito a sedere sulla panchina della prima squadra. Insieme, in Primavera, Longo e Segre hanno vinto una Supercoppa.

Insostitui­bile

A Verona, sponda Chievo, in pochi mesi è diventato insostitui­bile. Venticinqu­e presenze in 25 giornate di campionato, due gol e 2079 minuti giocati (nessuno ha più minuti di lui nella rosa del Chievo). Per il tecnico dei veneti Michele Marcolini è un punto fermo, intorno al quale sta inseguendo il ritorno in A. Il Toro continuerà a seguirlo ma ha deciso: arrivederc­i a luglio.

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LAPRESSE Classe 1997 Jacopo Segre, 23 anni, è un centrocamp­ista

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