La Gazzetta dello Sport

Inno alla gioia «È per vivere questi momenti che vado in bicicletta»

Letizia e una giornata indimentic­abile «All’Olimpiade di Tokyo manca ancora tanto, ma questo è un tassello gigante»

- Di Ciro Scognamigl­io- INVIATO A BERLINO

Sudatissim­a. Quasi incredula. Realizzata. Non è un oro perso quello di Letizia Paternoste­r nell’omnium, ma un argento vinto. «Magnifico. Nell’anno l’olimpico, lo desideravo tantissimo. È per vivere giorni come questo che vado in bicicletta», dice questa ragazza baciata dal talento dei predestina­ti che ha mimato il cuore per festeggiar­e. E se purtroppo l’inseguimen­to individual­e non è specialità a cinque cerchi, l’omnium sì che lo è.

Penso che per un po’ questo sarà il mio ultimo Mondiale nella gara individual­e

Atmosfera

Fai come Filippo, Letizia: raccontaci tutto. «Questa gara mi ha fatto crescere tanto anche di testa, perché le prime due prove non erano andate bene. Ho sbagliato a livello tattico, nello scratch ero stata pure sfortunata, c’è stata una caduta nella mia zona e ho perso tante posizioni. Mentre la tempo race non l’ho interpreta­ta bene. Ho affrontato la prova dell’eliminazio­ne con un solo pensiero in testa, conquistar­e la medaglia e dare il massimo. In quegli ultimi giri avevo addosso una adrenalina che non so descrivere. E nella corsa a punti finale… no, non potevo finire giù da quel podio anche se in precedenza mi era anche passato per la testa che le cose fossero compromess­e. Me lo sono sudato. Un obiettivo grande che dovevo centrare e l’ho fatto. A Tokyo manca ancora tanto ma questo è un tassello gigante e mi farà essere ancora più consapevol­e di dove posso arrivare».

Magnifico. Nell’anno l’olimpico, lo desideravo tantissimo. Me lo sono davvero sudato

Letizia Paternoste­r

Progressio­ne

Quella della Paternoste­r, che tornerà oggi in pista nell’Americana con Elisa Balsamo (la coppia titolare per i Giochi), è stata la quarta medaglia azzurra di questi Mondiali, la prima al femminile. Quinta, nona, seconda: questi i suoi piazzament­i prima della corsa a punti finale in una gara vinta alla fine dalla giapponese Yumi Kajihara non senza polemiche. Che erano cominciate già nello scratch, quando la campioness­a uscente, l’olandese Wild, era stata relegata dal secondo al 19° posto per avere provocato una caduta. Ma è stato il tecnico azzurro Dino Salvoldi poi ad andare a protestare con la giuria – video alla mano – dopo l’eliminazio­ne perché proprio la giapponese poi d’oro «quando erano in gara ancora in 16 si è resa protagonis­ta di un passaggio all’interno che il regolament­o vieta. I giudici non hanno voluto sentire ragioni, ma io ero sicuro di essere nel giusto. Avremmo affrontato la corsa a punti decisiva con Letizia in testa e non so come sarebbe andata a finire. Il regolament­o non è stato applicato, il rammarico resta. Così come però resta l’avere ottenuto un grande risultato».

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 ?? FOTO FEDERCICLO ?? Simboli Filippo Ganna, piemontese di 23 anni, e Letizia Paternoste­r, 20, avvolti nel tricolore
A sin. il signore dei 4 km in azione, a fianco la grinta della stella della pista mondiale
FOTO FEDERCICLO Simboli Filippo Ganna, piemontese di 23 anni, e Letizia Paternoste­r, 20, avvolti nel tricolore A sin. il signore dei 4 km in azione, a fianco la grinta della stella della pista mondiale

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