Inno alla gioia «È per vivere questi momenti che vado in bicicletta»
Letizia e una giornata indimenticabile «All’Olimpiade di Tokyo manca ancora tanto, ma questo è un tassello gigante»
Sudatissima. Quasi incredula. Realizzata. Non è un oro perso quello di Letizia Paternoster nell’omnium, ma un argento vinto. «Magnifico. Nell’anno l’olimpico, lo desideravo tantissimo. È per vivere giorni come questo che vado in bicicletta», dice questa ragazza baciata dal talento dei predestinati che ha mimato il cuore per festeggiare. E se purtroppo l’inseguimento individuale non è specialità a cinque cerchi, l’omnium sì che lo è.
Penso che per un po’ questo sarà il mio ultimo Mondiale nella gara individuale
Atmosfera
Fai come Filippo, Letizia: raccontaci tutto. «Questa gara mi ha fatto crescere tanto anche di testa, perché le prime due prove non erano andate bene. Ho sbagliato a livello tattico, nello scratch ero stata pure sfortunata, c’è stata una caduta nella mia zona e ho perso tante posizioni. Mentre la tempo race non l’ho interpretata bene. Ho affrontato la prova dell’eliminazione con un solo pensiero in testa, conquistare la medaglia e dare il massimo. In quegli ultimi giri avevo addosso una adrenalina che non so descrivere. E nella corsa a punti finale… no, non potevo finire giù da quel podio anche se in precedenza mi era anche passato per la testa che le cose fossero compromesse. Me lo sono sudato. Un obiettivo grande che dovevo centrare e l’ho fatto. A Tokyo manca ancora tanto ma questo è un tassello gigante e mi farà essere ancora più consapevole di dove posso arrivare».
Magnifico. Nell’anno l’olimpico, lo desideravo tantissimo. Me lo sono davvero sudato
Letizia Paternoster
Progressione
Quella della Paternoster, che tornerà oggi in pista nell’Americana con Elisa Balsamo (la coppia titolare per i Giochi), è stata la quarta medaglia azzurra di questi Mondiali, la prima al femminile. Quinta, nona, seconda: questi i suoi piazzamenti prima della corsa a punti finale in una gara vinta alla fine dalla giapponese Yumi Kajihara non senza polemiche. Che erano cominciate già nello scratch, quando la campionessa uscente, l’olandese Wild, era stata relegata dal secondo al 19° posto per avere provocato una caduta. Ma è stato il tecnico azzurro Dino Salvoldi poi ad andare a protestare con la giuria – video alla mano – dopo l’eliminazione perché proprio la giapponese poi d’oro «quando erano in gara ancora in 16 si è resa protagonista di un passaggio all’interno che il regolamento vieta. I giudici non hanno voluto sentire ragioni, ma io ero sicuro di essere nel giusto. Avremmo affrontato la corsa a punti decisiva con Letizia in testa e non so come sarebbe andata a finire. Il regolamento non è stato applicato, il rammarico resta. Così come però resta l’avere ottenuto un grande risultato».
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