La Gazzetta dello Sport

Andretti 80 GLI ANNI FELICI DI SUPER MARIO «CHE RICORDI CON LA FERRARI»

«La mia vita tra famiglia e corse, con tanta passione e zero rimpianti Le gioie più belle le ho provate con la rossa, e mi piace molto Leclerc»

- Di Gianluca Gasparini

Pochi piloti possono vantarsi di rappresent­are una leggenda delle corse. Di sicuro uno è Mario Andretti, che ieri ha compiuto 80 anni. Iridato in F.1, re della Indy 500, protagonis­ta con i Prototipi, vincitore della 500 Miglia di Daytona nella Nascar, ha scritto pagine indimentic­abili al volante dal 1959, anno della sua prima gara, al 1994, quando ha appeso il casco al chiodo. Nato in Italia, emigrato negli Stati Uniti dopo che la famiglia - istriana - era stata mandata in un campo profughi nel Dopoguerra, Mario da allora è diventato un idolo ma è rimasto una persona dolce, generosa e disponibil­e. Che trova sempre il tempo per fare due chiacchier­e.

3Auguri Mario, come sta? «Si va avanti, funziono ancora…». E giù una risata.

3Cosa le è piaciuto di più dei suoi primi 80 anni?

«Tutto. Posso solo ringraziar­e per essere ancora qui, pensando al mio mestiere e al fatto di aver perso tanti amici, anche troppi, durante la mia carriera. Posso godermi la famiglia, i nipoti, è una grande fortuna. Guido ancora la biposto sui circuiti, mi diverto. Se penso al mio gemello Aldo, ai due incidenti che ha avuto che lo hanno costretto a smettere di correre e alle ferite che paga ancora oggi, sono tra quelli cui è andata bene. Non cambierei niente di ciò che ho vissuto, non ho rimpianti. Ecco, avrei preferito non mi portassero via il successo nel GP d’Italia 1978 (fu squalifica­to per una partenza anticipata; n.d.r.), ma l’avevo vinto l’anno prima, quindi fa lo stesso».

3 Qual è il suo ricordo preferito in assoluto?

«Ce ne sono tanti, impossibil­e sceglierne uno solo. I più importanti riguardano la famiglia, la passione per le corse che noi Andretti abbiamo nel sangue: essere sul podio con mio figlio Michael, aver visto mio nipote Marco correre, emozioni così». 3E in F.1 cosa sceglie? «Sono molto grato di ciò che ho potuto fare con la Lotus, il Mondiale di F.1 vinto nel 1978 e i tanti successi. Ma nel cuore restano le gioie inattese: la pole all’esordio nei GP a Watkins Glen nel 1968, la penultima gara in F.1 nel 1982 con la pole a Monza sulla Ferrari, la prima vittoria in F.1 sempre con la rossa in Sud Africa nel 1971: se ci ripenso, sono giornate preziosiss­ime da ricordare».

3 Non avesse corso in auto, cosa avrebbe potuto diventare? «Chi lo sa? Forse pilota di aerei militari, di caccia. Sono sempre stato appassiona­to. E quando ho avuto l’opportunit­à di salirci ho capito che è come guidare una vettura da corsa, ti regala grande soddisfazi­one». 3Segue sempre la F.1? «Certo. Non vedo l’ora che inizi la stagione, per ora guardo i test. Ho notato che la Mercedes l’altro giorno ha rotto: anche loro sono umani, mi dispiace tanto... (e ride). Per ora viaggiano tutti nascosti. Ma il Coronaviru­s può avere un impatto tremendo sulla F.1. Mi preoccupa».

3Il suo pilota preferito oggi? «Ce l’ho ma non lo dico... In realtà me ne piacciono molti. È divertente soprattutt­o vedere questi giovani, così competitiv­i contro i più esperti. Mi piace tanto Charles Leclerc: ha un futuro incredibil­e, anche per il modo in cui si comporta».

3Il più forte con cui ha corso?

Nei primi anni di F.1 c’era Jackie Stewart, in America il rivale era AJ Foyt. Grandi fuoriclass­e, è difficile scegliere: ho fatto più di 900 gare...».

3Qual è stata la sua forza? «La grandissim­a passione per lo sport, per pilotare. Non mi ha mai lasciato. La vita cammina, ho 80 anni, ma il mio amore per le gare c’è sempre. Non vedevo l’ora di entrare in un abitacolo, uno qualsiasi: è ciò che mi ha reso felice».

3Ai suoi tempi correvate in tante categorie diverse: eravate piloti più completi di oggi?

3Ci pensa ancora ai regali? «Sì, sarebbe meraviglio­so poter tornare indietro di 40 anni per correre ancora un po’. E un dono bellissimo vedere Marco, mio nipote, vincere la 500 Miglia di Indianapol­is».

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Il viaggio 1) Dopo la vittoria a Indy nel 1969; A Monza nel 1978, iridato F.1 con la Lotus; Fra Trump (sin.) e il presidente Mattarella nel 2019; Con Colin Chapman (al centro) e un meccanico nel box Lotus; Insieme al figlio Michael (a sin.) e al nipote Marco (centro); Nella 1000 Km di Brands Hatch prototipi del 1972 vinta con la Ferrari 312PB 6) 3) 4) 2) 5)
AP GETTY 3 Il viaggio 1) Dopo la vittoria a Indy nel 1969; A Monza nel 1978, iridato F.1 con la Lotus; Fra Trump (sin.) e il presidente Mattarella nel 2019; Con Colin Chapman (al centro) e un meccanico nel box Lotus; Insieme al figlio Michael (a sin.) e al nipote Marco (centro); Nella 1000 Km di Brands Hatch prototipi del 1972 vinta con la Ferrari 312PB 6) 3) 4) 2) 5)
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Spettacolo Mario insieme a Lady Gaga, accompagna­ta in pista sulla biposto prima del via della Indy 500 nel 2016

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