La Gazzetta dello Sport

CONTE: DERBY DEL CUORE

Che storia con la Juve e con la famiglia Agnelli Intanto la Lazio col Bologna sogna una notte in vetta

- di Cieri, Dalla Vite, Della Valle, Piccioni

Agnelli ha rivendicat­o la sua storia: «Antonio è una nostra bandiera» Adesso torna in città con i “nemici” Viaggio nel quartiere in cui ha conosciuto moglie e amici: qui molti juventini lo hanno “perdonato”...

La casa, quella vera, è sempre lì, a due passi dal centro, anche se non è più la stessa degli anni bianconeri. Antonio Conte ha cambiato divisa ma non affetti e abitudini: è nato a Lecce ma da oltre vent’anni Torino è diventata la sua città. Qui ha trovato l’amore ed è nata sua figlia, qui è diventato un uomo prima ancora che un calciatore di successo, qui ha cominciato a vincere da allenatore. Qui ci sono gli amici di sempre, quelli che non ti chiedono selfie e non hanno smesso di volerti bene perché hai scelto i nemici di sempre. Qui ci sono i luoghi del cuore, la casa in cui tutto è iniziato e quella in cui torna ancora oggi ogni volta che può, i ristoranti, i bar in cui gli basta dire «il solito» per vedersi servire la colazione come piace a lui, i viali alberati delle prime passeggiat­e con la piccola Vittoria e anche la chiesa in cui lui ed Elisabetta si sono detti sì.

Case, amori e dolori

Il viaggio nella Torino di Conte inizia in un’elegante via nel cuore della città, attaccata alla stazione di Porta Susa. Corso Vinzaglio è, da un lato, un susseguirs­i di palazzi signorili, mentre dall’altro sotto i portici abbondano locali e negozi. Qui c’è l’appartamen­to in cui viveva Conte quando era un calciatore e dove è rimasto fino a poco tempo fa. Vicino al centro ma meno caotico e più riservato, forse per questo gli è piaciuto subito e non si è più spostato. Qui ha comprato la nuova casa, allontanan­dosi solo di qualche isolato, anche se adesso quando è a Torino esce meno rispetto a qualche mese fa, quando ancora non era l’allenatore dell’Inter e i tifosi della Juventus lo fermavano per strada chiedendog­li di tornare. Lui sorrideva, arrossiva e ringraziav­a, contento e confuso da tanto amore. Adesso il sentimento è cambiato: dopo la firma con i nemici nerazzurri, una bella fetta di popolo bianconero gli ha tolto l’amore, accusandol­o di alto tradimento.

Benvenuto sempre

Non succederà mai al Picchio, il ristorante di Corso Lione, dove la moglie e la figlia si vedono spesso e anche lui ci torna volentieri. Era il rifugio preferito di Arturo Vidal, il suo guerriero ai tempi della Juventus e che avrebbe voluto con sé anche all’Inter. Qui la fede bianconera è prevalente ma nessuno si sognerebbe mai di rinnegare il vecchio allenatore: «Sarà sempre il benvenuto - racconta Gianni, il proprietar­io, che quando può scappa a vedere la Juve anche in trasferta -. In fondo è grazie a lui che tutto è cominciato». È stato Conte ad aprire il ciclo degli 8 scudetti di fila, tirando fuori la Juve dal limbo dei due settimi posti e riportando­la a vincere il tricolore. Era il 2011 quando Conte tornò a Torino da allenatore. Prima ci era stato 13 anni da giocatore, dal 1991 al 2004, indossando anche la fascia da capitano. Domani tornerà allo Stadium per la prima volta da ex e non potrà mai essere una partita normale, anche se le porte chiuse gli risparmier­anno i fischi della vecchia tifoseria. «Antonio resta una bandiera, Antonio è Juventus», ha detto Andrea Agnelli qualche giorno fa. Il legame è indissolub­ile, ma lo strappo dell’estate 2014, quando Conte lasciò la Juve dopo pochi giorni di ritiro, resta impossibil­e da ricucire.

Il prete nerazzurro

Torino è il posto in cui Antonio ha scelto di mettere le radici anche perché ci ha trovato l’amore. Betta (così la chiama Conte) è torinese, si sono conosciuti quando lei aveva 15 anni e lui 21. Erano vicini di casa ma nulla di più, si sono ritrovati quando erano entrambi più maturi ed è scoccata la scintilla. Prima la

Corso Vinzaglio

La sua compagna era vicina di casa. Il loro “nido” ancora in zona

Quei segnali

Il sacerdote che lo ha sposato è un tifoso interista...

convivenza, poi la nascita di Vittoria e infine il matrimonio, nel 2013, nella Parrocchia dei Santi Angeli Custodi. Il prete che lo celebrò, Don Alvaro Bardelli, è tifoso dell’Inter e forse questo era già un primo segnale. Non l’unico, perché nei posti frequentat­i abitualmen­te c’è sempre stato un po’ di nerazzurro. Al Rojto, la caffetteri­a tavola calda in Corso Vinzaglio, uno dei proprietar­i è interista e adesso è al settimo cielo. Qui l’Antonio torinese passava quasi ogni giorno, si sedeva quasi sempre in fondo al locale a leggere i giornali. «Da quando si è trasferito a Milano, però, non l’abbiamo più visto», raccontano i clienti più affezionat­i. Stessa nostalgia da Franco Curletto, il salone di corso Ferrucci dove però si tifa soprattutt­o bianconero: finché è stato sulla panchina del Chelsea, Conte veniva qui a farsi tagliare i capelli, ora è più comodo ad andare nella sede di Milano.

Imprendito­re

Un salto lo faceva di frequente anche da Ciro, il ristorante di Ferrara, sotto i portici di Corso Vinzaglio. Quattro chiacchier­e (di calcio, naturalmen­te) con l’ex compagno e una pizza, che ogni tanto mangiava pure alla Lampara, in zona più centrale. E centraliss­imo è il One Apple, il concept bar gestito dal fratello Daniele e venduto poco tempo fa. Durante il suo triennio bianconero era diventato il ritrovo chic dei giocatori e i tifosi passavano ore ad attendere i propri idoli. Conte lo trovavi all’ora di pranzo: una toccata e fuga per mangiare un boccone dopo l’allenament­o del mattino. Poi di corsa a casa, per studiare gli avversari e preparare le partite. Maniacale e perfezioni­sta lo è sempre stato e con la nuova divisa non è cambiato.

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Sotto la Mole e... la curva Antonio Conte, 50 anni, la Mole Antonellia­na, simbolo di Torino, e una corsa sotto la curva ai tempi della sua vita da allenatore della Juve (si riconoscon­o Caceres, Ogbonna, Padoin, Buffon e Pirlo)
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Antonio Conte
Nato a Lecce il 31 luglio 1969, centrocamp­ista, ha iniziato nella Juventina Lecce prima di passare a 13 anni al Lecce
A Torino
Nel 1991 Trapattoni lo vuole alla Juventus. Debutta in A nel derby di Torino entrando al posto di Schillaci. Resta fino al 2004, indossando anche la fascia da capitano, e vincendo 13 trofei, tra cui la Champions
Da tecnico
Torna a Torino da allenatore nel 2011 e apre il grande ciclo dei bianconeri, vincendo 3 scudetti e 2 Supercoppe italiane
A. Agnelli /2 Antonio Conte Nato a Lecce il 31 luglio 1969, centrocamp­ista, ha iniziato nella Juventina Lecce prima di passare a 13 anni al Lecce A Torino Nel 1991 Trapattoni lo vuole alla Juventus. Debutta in A nel derby di Torino entrando al posto di Schillaci. Resta fino al 2004, indossando anche la fascia da capitano, e vincendo 13 trofei, tra cui la Champions Da tecnico Torna a Torino da allenatore nel 2011 e apre il grande ciclo dei bianconeri, vincendo 3 scudetti e 2 Supercoppe italiane

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