La Gazzetta dello Sport

Killer in agguato «Siamo delusi ma concentrat­i»

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Tra il capitombol­o di Lione e la strana domenica di Torino, ha fatto sentire l’accento portoghese. E non è certo un caso: Cristiano Ronaldo è un usignolo per le orecchie della Signora. È la ciambella a cui si aggrappa tutta la Juve, in primis Maurizio Sarri. Ieri, ad esempio, CR7 ha sparso serenità a Sky in un momento buio, partendo dalla Champions: «Siamo delusi dalla partita di Lione, ma anche rilassati, concentrat­i: nessuna paura, pensiamo di ribaltarla, speriamo davanti ai nostri tifosi. Non vedo l’ora». Da lì si arriva di corsa al campionato più strano degli ultimi anni per colpa del virus, argomento sul quale Cristiano ha mostrato la lucidità che usa davanti alla porta: «Juve-Inter? Una gran partita, come Barça-Real. Spero di segnare e vincere! Siamo dispiaciut­i per i tifosi: sarà strano giocare un match così importante senza pubblico, ma la salute che è la cosa più importante nel mondo», ha aggiunto.

Deve ancora arrivare

La Cristiano dipendenza è al momento la patologia più diffusa alla Continassa. Sarri, quello delle ultime settimane, è il paziente 0. La Champions ha confermato, infatti, come la sua squadra sia un insieme disomogene­o: Ronaldo più altri 10. Il tecnico sul lungo periodo deve guarire, ma nell’immediato può affidarsi mani e piedi a Cristiano, il risolutore a caccia di primati: «Il record di partite in gol di fila in Italia? – si è chiesto il portoghese –. È un bel traguardo, ma non sono preoccupat­o, ne ho già altri. Se lo batterò, sarò felice, altrimenti non importa. Non è facile arrivare a mille partite a 35 anni. Spero di giocarne ancora altre cento. Qui sono felice». Ultime parole, poi, sullo stesso Sarri, che perde energia nel tentativo di riprodurre in campo ciò che prova in allenament­o: «A volte ci sono circostanz­e che non ci permettono di fare quello che abbiamo pensato in allenament­o – ha ammesso il saggio Cristiano –. Ma non parlerei di panico o di momento drammatico. Miglioriam­o e rispettiam­o le idee dell’allenatore. Io faccio solo il mio lavoro, penso che i miei compagni abbiano la stessa mia responsabi­lità: forse qualche volta sento un po’ più di pressione perché... “sono Cristiano”, la gente si aspetta molto da me. Siamo sicuri che questa stagione sarà grandiosa. Le cose migliori devono ancora arrivare».

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