La Gazzetta dello Sport

Il sogno di Inzaghi

LAZIO COL CHIODO FISSO BATTERE IL BOLOGNA PER VIVERE UNA NOTTE IN CIMA ALLA CLASSIFICA

- di Stefano Cieri - INVIATO A FORMELLO (ROMA) stato impensabil­e.

Saluto

Simone sicuro: «Sarà davvero bello poter rivedere Sinisa»

Testa

«Sono 2-3 mesi che siamo lassù: ormai non è una cosa nuova»

Il tecnico: «Più che al primo posto penso al Bologna» Nel girone di ritorno, la vetta della graduatori­a non viene toccata addirittur­a dalla stagione ‘99-2000 Ma oggi saranno assenti Lulic, Acerbi e Marusic

Una notte al primo posto. È il programma (minimo) di Simone Inzaghi e della sua Lazio. Basterà (si fa per dire) battere oggi pomeriggio il Bologna all’Olimpico per sistemarsi in vetta alla classifica di Serie A. Per poco più di 24 ore se poi domani sera la Juve dovesse battere l’Inter nel big match dello Stadium; per almeno una settimana, fino alla prossima giornata, in caso di risultato diverso tra bianconeri e nerazzurri.

Il desiderio

Un primato in campionato che l'ambiente biancocele­ste attende da venti anni, dall’anno dell’ultimo scudetto. Perché dopo quel primo posto conquistat­o negli ultimi novanta minuti del torneo 1999-2000 la formazione romana non è mai più tornata in vetta alla classifica di Serie A nel corso del girone di ritorno. Ci è riuscita quattro volte durante il girone di andata (è successo con Mancini allenatore nella stagione 2002-03, poi con Delio Rossi nel 200809 e due volte con Reja al timone, nel campionato 2010-11 e in quello 2011-12). Ma mai nella seconda parte della stagione. Anche in quell’annata 19992000, in realtà, la Lazio restò dietro il primo posto per quasi tutto il girone di ritorno, balzò in vetta al momento giusto, all’ultima giornata. E Inzaghi era in campo, segnò il gol che aprì le marcature nel 3-0 rifilato alla Reggina. Per ritrovare la Lazio prima alla ventiseies­ima giornata (quella che si disputa tra oggi e domani) bisogna invece tornare indietro al campionato precedente, il 1998-99. Di quella annata, che precedette il secondo scudetto, l’attuale Lazio ha già replicato (migliorand­oli) i record di vittorie consecutiv­e (da 9 a 11) e di risultati utili consecutiv­i (da 17 a 20 e la serie è ancora in corso). Ora di quella squadra allenata da Eriksson può emulare pure un primo posto in classifica che fino a pochi mesi fa sarebbe

Da capogiro

Una prospettiv­a che fa venire i brividi e il mal di testa. Così Inzaghi inevitabil­mente predica calma e cerca di spostare l’obiettivo. «Più che al primo posto penso al Bologna. È una squadra insidiosa, è riuscita a fare tanti punti e vincere molte partite difficili pur giocando in emergenza da parecchio tempo». Altro fattore pericoloso è, secondo Inzaghi, l’allenatore della formazione avversaria. Un grande amico che sarà felice di riabbracci­are, ma che poi in partita gli complicher­à certamente la vita. «Sarà davvero bello poter rivedere Sinisa premette Inzaghi -. Abbiamo condiviso tante cose, è un amico vero. Conoscendo­lo, non avevo dubbi che avrebbe vinto la sua battaglia». Adesso però sarà dura batterlo. «Al Bologna ha trasmesso la sua mentalità, se va così bene il merito è soprattutt­o suo». Oltre al Bologna, il rischio per la Lazio è che l’ansia da primo posto possa giocare brutti scherzi, ma Inzaghi non è d’accordo: «Sono ormai 2-3 mesi che ci troviamo ai vertici, non è una situazione nuova, non credo che sentiremo la pressione. Più che questo mi preoccupa il valore del Bologna».

In emergenza

Un altro problema, per la Lazio, è che parecchi suoi elementi non sono al meglio. In tre non saranno della partita: Lulic (è in Svizzera a curarsi, per lui si sono allungati i tempi di recupero), Acerbi e Marusic (gli ultimi due alle prese con problemi muscolari, rientreran­no

contro l’Atalanta). Ma poi ce ne sono altri quattro che sono disponibil­i, ma sono reduci da una settimana travagliat­a. Si tratta di Immobile (è stato fermo un paio di giorni per la febbre), Milinkovic (acciacchi muscolari), Jony e Caicedo (entrambi alle prese con lievi contusioni). Hanno recuperato tutti e quattro, ma non sono nelle condizioni ideali e dovranno stringere i denti. Il tecnico sembra intenziona­to a sostituire Acerbi spostando al centro il rientrante Luiz Felipe, con Patric confermato sul centro-destra. Sulle fasce spazio a Lazzari e Jony, mentre in attacco il consueto ballottagg­io Correa-Caicedo sembra stavolta vedere prevalere l’argentino. Non ci sarà Minala, ceduto in prestito al Qingdao Huanghai, in Cina. «Ci sono parecchie defezioni - chiude Inzaghi -, ma dobbiamo essere pronti a tutto». Eh sì, non capita tutti i giorni di potersi ritrovare al primo posto della Serie A.

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Vincente Simone Inzaghi, 43 anni, è l’allenatore della Lazio dal 2016 dopo esserne stato tecnico nelle giovanili: per lui, in questi anni, due Supercoppe italiane e una Coppa Italia. Viene da 20 risultati utili di fila: 16 gare vinte e 4 pareggiate

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