La Gazzetta dello Sport

FERRARI E RED BULL MIMETIZZAT­E PER SORPRENDER­E LA MERCEDES

- di Luigi Perna

Mimetizzar­si è un’arte in F.1. Bocche cucite, segreti industrial­i da non rivelare agli avversari e massima attenzione a nascondere sempre le proprie carte, per sfruttare il fattore sorpresa. Ecco perché, durante i test in vista del campionato, le squadre collaudano affidabili­tà e resistenza delle monoposto, senza mai mostrare la prestazion­e assoluta. A nessuno interessa vincere il Mondiale d’Inverno. Prendete quello che successe un anno fa. La Ferrari volava nelle prove sul circuito spagnolo del Montmelò e la Mercedes sembrava in crisi profonda, con quella vecchia volpe di Toto Wolff e il suo pupillo Lewis Hamilton che dicevano di avere mezzo secondo di ritardo dalle rosse. Ebbene, nella seconda settimana dei test le Frecce d’argento si presentaro­no con una monoposto tutta nuova, avvicinand­o i tempi del Cavallino, e all’esordio in Australia rifilarono una batosta cocente a tutti, ipotecando poi il titolo con 8 trionfi consecutiv­i.

La lezione è stata imparata dalle parti di Maranello. E forse stavolta è stato Mattia Binotto a recitare un po’ la parte di Wolff, prevedendo un inizio in salita per la

Ferrari a Melbourne e nei primi GP del 2020, con dichiarazi­oni fin troppo remissive. In realtà sarebbe un errore sottovalut­are la rossa in partenza. I rivali della Mercedes non l’hanno fatto. Hanno studiato i giri di Sebastian Vettel e Charles Leclerc, utilizzand­o il Gps e gli altri strumenti che oggi consentono di misurare il potenziale di una macchina a prescinder­e dai riscontri cronometri­ci in pista. La conclusion­e dei loro calcoli è stata che la Ferrari non sia messa così male come Binotto voglia fare intendere. E che il passo teorico della SF1000 avrebbe potuto avvicinars­i a quello della loro W11, una vettura apparsa stellare fin dal primo giorno, ma rivelatasi anche fragile con i guai ripetuti alla nuova power unit. La rossa ha perso velocità in rettilineo, ma è diventata molto rapida nelle curve, grazie al maggior carico aerodinami­co. Un elemento che aiuta a tirare fuori il massimo dalle gomme attuali della Pirelli, riducendo il degrado, e che potrebbe rivelarsi più importante dei chilometri all’ora sul dritto. Intendiamo­ci: la Mercedes sei volte iridata resta ancora favorita. La scioltezza con cui Hamilton e il suo compagno Bottas hanno ottenuto subito tempi da record e marciato forte sui “long run” lasciano pochi dubbi. E la tranquilli­tà ostentata dagli uomini d’argento fa pensare che il mago Andy Cowell sappia già dove intervenir­e sul motore. Ma la Red Bull si è fatta più temibile, grazie al solito eccellente telaio di Adrian Newey e a una power unit Honda più potente. Non è sfuggito che ieri Max Verstappen abbia rallentato di proposito nel suo giro super per non scoprirsi. Ma anche la Ferrari può essere competitiv­a, soprattutt­o sul passo gara, mentre nel giro singolo dovrebbe pagare qualcosa alle altre due. E la Racing Point del magnate Lawrence Stroll, una Mercedes 2019 dipinta di rosa, si candida a quarta forza davanti a Renault e McLaren. Capiremo tutto al via di Melbourne, il 15 marzo. Il tempo per i giochetti è quasi finito.

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AFP Che sfida La Ferrari di Leclerc e sullo sfondo la Mercedes di Hamilton durante i test a Montmelò
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