Dal «lodo Napoli» alle porte chiuse le proposte bocciate
Forse lunedì, magari mercoledì, semmai sabato...È una specie di filastrocca di giornate che si spostano, recuperi che si accavallano, soluzioni acrobatiche che paiono aver tagliato il traguardo e invece si fermano all’ultimo metro. Ieri - prima, durante e dopo il tempestoso consiglio di Lega in conference call - si sono succedute senza sosta ipotesi e controipotesi che hanno messo in discussione la soluzione 13 maggio.
Il «lodo Napoli»
Fra le prime a farsi strada c’è stato il cosiddetto lodo Napoli: spostiamo le semifinali di coppa Italia a maggio e recuperiamo subito la giornata con la possibilità di uno Juve-Inter già questo mercoledì o giovedì. «Che senso ha spostare questa partita al 13 maggio? Noi riteniamo - diceva Nicola Lombardo, capo dell’ufficio comunicazione del club di De Laurentiis a Radio Kiss Kiss che sarebbe più giusto, per la tutela del campionato e delle singole squadre, che si faccia giocare Juve-Inter mercoledì ed a quel punto si spostino le due semifinali di Coppa a maggio». La proposta per qualche ora sembrava aver trovato dei consensi preziosi, a metà pomeriggio lo stesso ministro Spadafora la citava come possibilità dando comunque alla Lega tutta l’autonomia e la responsabilità di costruire una soluzione del genere. Lo stesso discorso faceva Giovanni Malagò a «Pressing serie A»: «Scegliere quando recuperare le partite è una decisione che spetta solamente alla Lega Calcio. Deve capire se può utilizzare la finestra della prossima settimana». Il riferimento era appunto al «lodo Napoli».
Ipotesi estreme
Che però sostanzialmente era rimandato al mittente dall’Inter, con un’altra reazione della Lega che stigmatizzava la posizione di chiusura nerazzurra. Fioccavano altri tentativi, che duravano però lo spazio di pochi minuti, come le gomme americane di una volta, quelle legate a un famoso concorso che bocciava i mancati vincitori con un antipatico «non hai vinto, ritenta». E c’era pure chi ritentava con la soluzione estrema, lo spostamento di una settimana del campionato, che avrebbe mandato su tutte le furie non solo Roberto Mancini, ma anche le federazioni straniere che, da regole Uefa, devono avere i giocatori a disposizione per il 25 maggio. Improponibile.
Porte chiuse
Nella discussione, ma soprattutto nelle tante telefonate che seguivano la scena madre del consiglio di Lega, si arrivava persino a ipotizzare una sorta di resa all’emergenza: accettiamo le porte chiuse e andiamo avanti. Ma era ed è una posizione minoritaria. E mercoledì non verrà presa in considerazione.