La Gazzetta dello Sport

Giochi, la parità è d’oro Doppio portabandi­era un uomo e una donna

Il Cio, per sancire l’equità di genere, cambia il protocollo della cerimonia di apertura incoraggia­ndo la novità già da Tokyo 2020

- di Buongiovan­ni

Parità di genere: il Cio, non senza difficoltà, la persegue da anni. È in questo senso che va interpreta­ta una decisione, per certi versi storica, adottata ieri dall’Esecutivo riunito a Losanna. Il messaggio è forte e chiaro. È stata infatti approvata una modifica alle linee guida protocolla­ri relative alle cerimonie di apertura dei Giochi che, già a partire dall’edizione di Tokyo 2020, permetterà a tutti i Paesi partecipan­ti di schierare un doppio portabandi­era, un uomo e una donna. Anzi: tutti i comitati olimpici nazionali coinvolti saranno incoraggia­ti a sfruttare questa opportunit­à. In Giappone – al netto degli eventuali effetti del coronaviru­s – saranno 206, più la squadra dei Rifugiati. Ebbene, secondo un’altra scelta molto simbolica di ieri, ogni delegazion­e nazionale dovrà per la prima volta obbligator­iamente schierare in gara almeno un uomo e una donna. Il Cio, a chi non riuscirà a qualificar­e l’uno e l’altra insieme, garantirà una quota supplement­are.

Qui Italia

L’emendament­o per il doppio portabandi­era farà probabilme­nte felice anche Giovanni Malagò. Il presidente del Coni, a cui spetterà l’onore di nominare quelli azzurri per la cerimonia del prossimo 24 luglio, forse anche per togliersi dall’impaccio di una decisione difficile e pur manifestan­do qualche dubbio, in dicembre per primo aveva fatto propria tale ipotesi. Tenendo conto che sia a Londra 2012 (Valentina Vezzali) sia a Rio 2016 (Federica Pellegrini) si optò per una donna, adesso la scelta tra i vari candidati in lizza (tra gli altri, qualificaz­ione permettend­o, Aldo Montano, Gregorio Paltrinier­i, Giovanni Pellielo, Elia Viviani, Diana Bacosi, Tania Cagnotto, Elisa Di Francisca e Paola Egonu), risulterà in qualche modo semplifica­ta. Con tanti dolci pensieri per la ginnasta Miranda Cicognani, a Helsinki 1952 prima portabandi­era donna italiana.

Da Parigi 1900 a oggi

«I Giochi di Tokyo 2020 — ha intanto confermato il presidente Thomas Bach – con il 48.8% di partecipaz­ione femminile saranno i primi che godranno di piena parità di genere. E le

●C’è un precedente: risale agli ultimi Giochi invernali di PyeongChan­g 2018 quando i canadesi Tessa Virtue-Scott Moir, coppia di danza del pattinaggi­o di figura, fece da doppio partabandi­era prima di conquistar­e l’oro decisioni assunte nelle scorse ore non fanno che confermare quanto l’obiettivo sia per noi fondamenta­le». La strada per arrivare a questo traguardo, a partire da Parigi 1900, quando le donne, presenti in ventidue, debuttaron­o sulla scena a cinque cerchi, è stata lunga e tortuosa. Fino all’edizione giovanile di Buenos Aires 2018 dove le prove in programma (81), miste comprese, sono state equamente divise tra maschili e femminili, con replica non più tardi di un paio di mesi fa nell’edizione invernale, sempre giovanile, ospitata da Losanna, quando i 1872 partecipan­ti sono stati metà e metà, tra ragazzi e ragazze. Che differenza con il passato, prossimo e remoto: le donne, rimanendo alle edizioni estive tradiziona­li, sono state il 45% a Rio 2016 (5059), il 44.2 a Londra 2012 (4676), il 42.4 a

Pechino 2008 (4657) e via a ritroso, fino al 38.2 di Sydney 2000 (4069), il 21.5 di Mosca 1980 (1115), l’11.4 di Roma 1960 (611), l’8.3 di Berlino 1936 (331) e il 2.4 di Anversa 1920 (63).

Gli scenari per Tokyo

A Tokyo anche il programmag­are terrà conto della parità tra i sessi. La canoa, il canottaggi­o, i tiri e i pesi, distribuir­anno per la prima volta il medesimo numero di medaglie. E le stesse discipline, più judo e vela, dividerann­o esattament­e a metà i propri partecipan­ti. Sempre che, naturalmen­te, i Giochi nipponici si disputino regolarmen­te. «Le parole cancellazi­one e rinvio – ha detto Bach – nell’ambito dei lavori dell’Esecutivo non sono state neanche menzionate. L’aggiorname­nto sulla situazione del coronaviru­s è costante e viene monitorato incessante­mente. Siamo un’organizzaz­ione responsabi­le ed è per questo che abbiamo una task force congiunta che organizza riunioni periodiche. I problemi sono più che altro legati ai tornei di qualificaz­ione, ma sono orgoglioso di tutto il nostro movimento per la grande solidariet­à e la flessibili­tà che sta dimostrand­o». Quattro, in realtà, i possibili scenari del momento: la conferma di date e programmi, la possibilit­à che tutti gli eventi si disputino a porte chiuse, la cancellazi­one in toto dei Giochi o, ipotesi più remota, uno slittament­o comunque entro la fine dell’anno. Difficile fare previsioni: anche circa un tempolimit­e entro il quale saranno prese decisioni definitive. La scelta del doppio portabandi­era è intanto un bel segnale di ottimismo.

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LAPRESSE A Seul 1988 Pietro Mennea, morto nel 2013 a 60 anni, fu portabandi­era a Seul 1988, quinta Olimpiade. Lo sprinter barlettano ai Giochi conquistò un oro e due bronzi
 ?? GETTY ?? A Rio 2016 Federica Pellegrini, 31 anni, sventola il tricolore nell’apertura di Rio 2016. La veneziana, in quattro Olimpiadi, ha vinto un oro e un argento
GETTY A Rio 2016 Federica Pellegrini, 31 anni, sventola il tricolore nell’apertura di Rio 2016. La veneziana, in quattro Olimpiadi, ha vinto un oro e un argento

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