La Gazzetta dello Sport

Conte e Sarri ai lavori forzati E la Lazio corre a mente sgombra

- Di Fabio Bianchi

Falsato magari no, ma parecchio condiziona­to sì. Inevitabil­e. Per l’effetto dell’emergenza Coronaviru­s, le autostrade d’agosto sembrano deserte al confronto del calendario del calcio. Sold out, anzi in overbookin­g. Per le diatribe di cortile, si è persa una settimana preziosa per giocare. Si stava navigando a vista e si cercava di evitare l’inevitabil­e: le porte chiuse. Ora che si è capito che, giustament­e, non si può prescinder­e dagli stadi vuoti per un po’, si riparte con un programma definito, e molto complicato. In questo quadro, qualche squadra ci ha guadagnato, altre ci hanno perso.

Chi ci perde

Senza entrare nel merito delle polemiche e di chi abbia torto o ragione, il quadro obiettivo dice che l’Inter è la più penalizzat­a. Ha due partite da recuperare, non una come la Juve. Sfidare la banda Sarri a porte chiuse le dà un piccolo vantaggio. Ma col senno di poi, per i nerazzurri sarebbe stato meglio giocarla prima, questa benedetta madre

di tutte le partite. Perché a oggi non si trova la data per recuperare la gara con la Samp. I rinvii della semifinale di Coppa Italia rendono ancora più caotico il percorso. In un eventuale rush finale pieno di impegni, Conte e i suoi potrebbero pagare dazio. Ma anche la Juve, d’altronde, ha lo stesso problema. Non è certo avvantaggi­ata: già non è brillante ora, con tutte le partite che deve giocare rischia di presentars­i stanca nelle sfide che contano. E la super sfida con l’Inter non avrebbe proprio voluto giocarla a porte chiuse.

Chi ci guadagna

Là davanti, sorride la Lazio. Senza l’assillo delle coppe, il calendario che s’infittisce per le rivali scudetto è senza dubbio un atout in più per Inzaghi. Magari avrebbe preferito trovare l’Atalanta con la testa un po’ occupata dal ritorno di Champions col Valencia che dopo, a giochi fatti per la qualificaz­ione. Ma contro Gasperini la Lazio ci arriva riposata, visto che il turno di domenica l’ha già giocato (e vinto). E il fatto di godersi lo scontro diretto tra le rivali e magari scoprire alla fine di essere

ancora in testa al campionato, sarebbe un vantaggio psicologic­o enorme. Nell’immediato, l’Atalanta è quella che ci guadagna di più. Non deve, appunto, incontrare la Lazio tre giorni prima del ritorno degli ottavi di Champions ma ben cinque giorni dopo, a mente sgombra. E, soprattutt­o, sembra proprio che sfiderà il Valencia a porte chiuse. Col Mestalla vuoto, noto “inferno” di tifo, le speranze di remontada degli spagnoli si affievolis­cono. Certo, la Dea ha un’altra gara da recuperare, quella con il Sassuolo, al

momento senza data come Inter-Samp. Probabile un recupero infrasetti­manale quando chiuderà il suo cammino in Champions. Gasp spera il più tardi possibile. E lo spera anche la Roma, un’altra che può ritenersi avvantaggi­ata dalla situazione. Fonseca ha detto che la squadra è stanca. Beh, questo giro può riposare dato che, come per la Lazio, la giornata numero 26 è già archiviata con la vittoria sul Cagliari. Nella lotta per il quarto posto che vale la Champions con l’Atalanta, il calendario fitto dei rivali potrebbero

essere un vantaggio. Ma deve pedalare.

Le altre

Per tutte la altre squadre, disagi o vantaggi si potranno valutare cammin facendo, col senno di poi. Ma un paio di valutazion­i si possono fare. Il Verona magari avrebbe preferito incontrare il Cagliari prima e non nel recupero del 13 marzo con un nuovo allenatore e magari con un nuovo spirito. In più Juric ha un gioco davvero dispendios­o e giocare un turno infrasetti­manale in più non può fargli piacere. Mentre nella lotta salvezza, la Samp potrebbe sfruttare il fatto che quella sfida con l’Inter sia stata rimandata a data da destinarsi. Più che probabile che si recuperi verso fine stagione, magari a giochi fatti per lo scudetto. Trovare l’Inter con obiettivo già raggiunto o già sfumato è un vantaggio non da poco. Soprattutt­o se le dovessero servire proprio quei punti per restare in A.

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GETTY Al timone Da sinistra Maurizio Sarri, Antonio Conte e Simone Inzaghi
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