Giovani ed economici: il tetto stipendi scende Il modello è Hernandez
Nei piani della società si pensa a una forbice tra 1,5 e 2 milioni: i nuovi sono ok, nodo Rebic
Il modello è Theo Hernandez: questa estate, pur di indossare la maglia del Milan, il terzino francese ha accettato di tagliarsi in maniera significativa lo stipendio, passando dai circa 2 milioni guadagnati al Real Madrid all’attuale ingaggio da un milione e mezzo blindato da un contratto fino al 2024. Theo è il testimonial perfetto della politica salariale rossonera: è in fondo alla “graduatoria” dei più pagati della rosa ma in cima a quella dei protagonisti. Gazidis lo ha definito «già oggi un top player» e le prestazioni (condite da 6 gol in stagione) danno ragione all’a.d. di via Aldo Rossi: il valore del cartellino è salito dai 20 milioni pagati al Real ai 40-50 di oggi. Per il Milan, la strada tracciata con Theo – e con Rafael Leao, Krunic, Leo Duarte e Bennacer, tutti acquistati tra giugno e agosto e tutti ingaggiati con stipendi annuali tra un milione e un milione e mezzo – è quella giusta e va battuta anche con più insistenza: ecco perché tra i piani del club per il futuro prossimo ci sarebbe quello di abbassare ulteriormente il tetto stipendi.
Risparmi
La prima importante sforbiciata è stata data al secondo anno di gestione targata Elliott: considerando i giocatori arrivati nelle ultime sessioni di mercato, i contratti firmati nel 201920 non superano i 3 milioni. I “picchi” sono rappresentati dalle buste paga di Rebic, che essendo sbarcato in prestito si portava dietro le condizioni pattuite con l’Eintracht, e ovviamente di Ibrahimovic, eccezione sotto ogni punto di vista, a partire dalla carta di identità. Il prossimo passo sarà scendere tra 2 milioni e un milione e mezzo: se applicata davvero, una politica di questo tipo consentirebbe al Milan di risparmiare ancora dopo gli ultimi tagli cospicui, che avevano alleggerito il monte ingaggi complessivo dai 140 milioni al lordo del 2018-19 (seconda squadra di A a spendere di più per retribuire i propri calciatori dopo la Juve) ai 115 del 2019-20 (somma poi ulteriormente asciugata dopo le uscite di Suso, Reina, Borini, Rodriguez e Piatek a gennaio).
Presente e futuro
Il discorso toccherebbe ovviamente i contratti dei nuovi giocatori che vestiranno la maglia del Milan: giovani, ambiziosi e “alla portata”. I contratti in essere, tra i quali quello di Donnarumma (6 milioni all’anno), Romagnoli (3,5) e Calhanoglu (2,5) resteranno alle stesse cifre fino alla scadenza. I problemi semmai potrebbero presentarsi al momento di un eventuale rinnovo: per Gigio, si sa, il tema è già spinoso da tempo (al Portello potrebbero decidere di proporre un prolungamento alle stesse cifre, ma sarebbe difficile immaginare un esito positivo senza alcun ritocco); per Romagnoli potrebbero verificarsi scenari simili, anche se la scadenza del contratto del capitano (giugno 2022, un anno in più rispetto a Donnarumma) permetterà di studiare mosse e strategie con più calma. Materiale che passerà tra le mani di Rangnick e forse di
Maldini: a proposito dello scisma societario, ieri la Curva sud rossonera ha parlato di «diatribe che non fanno bene al Milan». «All’area tecnica vanno imputate scelte a dir poco deludenti su allenatore e mercato – si legge nel comunicato –, e allo stesso tempo non può passare inosservato il fatto che sia stata la società a scegliere le figure cui affidare il rilancio sportivo del Milan. Ci auguriamo di non assistere al ping pong mediatico di questi giorni, confidando nel fatto che lo staff dirigenziale del futuro, qualsiasi esso sia, tenga in considerazione che i panni sporchi vanno lavati in casa propria».
Prestito biennale
In un quadro simile, sarebbe in salita anche il possibile acquisto di Rebic, che tra una stagione rientrerà in Germania come stabilisce il prestito biennale fissato con l’Eintracht. Il Milan non vanta diritti di riscatto e per mettere le mani sul cartellino del croato dovrà trattare sulla base delle richieste tedesche: oggi siamo sui 40 milioni, ma tra qualche mese il prezzo potrebbe salire. Oltre allo sforzo economico per l’acquisto, poi, in via Aldo Rossi dovrebbero ragionare sulla formula da proporre allo stesso Rebic: ingaggio più basso o un’eccezione come si addice alle stelle? Comunque vada, il sentiero intrapreso dai rossoneri non sarà una passeggiata. Anche se la qualità non presuppone necessariamente stipendi da nababbi: nella Lazio in testa alla classifica i più pagati sono Immobile e Milinkovic con 2,5 milioni, il resto oscilla tra i 300 mila euro e i 2 milioni annui.
Donnarumma con 6 milioni, e Romagnoli, 3,5, sono i più pagati