La Gazzetta dello Sport

Tutto quello che non ha funzionato Ora la svolta

- Di Francesco Velluzzi

«Abbiamo fatto ridere per tre mesi. Ho visto partite insipide da Lecce». Tommaso Giulini non ha usato giri di parole. È andato giù pesante, come gli capita quando gli girano. E di brutto. Ha detto anche questo ieri sera presentand­o Walter Zenga che si gioca la faccia e la carriera e, soprattutt­o, dovrà riprendere a far correre quel Cagliari che per tutto l’autunno ha fatto sognare l’Europa ai tifosi che da qualche tempo non erano più dalla parte di Rolando Maran. Il tecnico al quale Giulini, nel torneo scorso, aveva allungato il contratto fino al 2022 e che ieri ha detto di aver visto «vuoto, negli ultimi mesi». Maran è giù. Era convinto che con Spal e Verona fuori e Torino in casa, avrebbe risollevat­o il Cagliari. Che, però, dal 2 dicembre non vince. E fatica con chiunque. Proprio questo ha convinto Giulini a cambiare, con una decisione dettata dalla paura di rivedere quei fantasmi del primo torneo alla guida del Cagliari che si concluse con la retrocessi­one in B e del secondo dal ritorno in A in cui esonerò Rastelli virando su Lopez che raggiunse una salvezza all’ultima giornata. Ripensando­ci, i progetti-sogni di Giulini sono finiti male: Zeman, Rastelli, Maran. Ma ora il presidente riparte. Chiede una svolta a una squadra che da Lecce, è vero, non è più quella dei 13 risultati utili di fila. Forse si è pensato troppo in grande. Gli acquisti di Nainggolan, Nandez, Rog, che Maran raramente ha potuto schierare insieme, hanno illuso. Invece, Rog è stato fuori più di un mese, Nandez si è incupito per le grane contrattua­li, il capitano Ceppitelli dal 26 ottobre manca nel cuore di una difesa che fa acqua, Klavan non è quello dello scorso torneo, i terzini, due pretesi da Maran, Mattiello e Cacciatore, sono un enorme problema, Cigarini accusa un po’ gli anni, Pavoletti si è rotto subito e si è rotto di nuovo, ingenuamen­te. Simeone si sbatte, ma segna poco. Giulini ha assecondat­o Maran negli acquisti, da Castro a Birsa, fino a Paloschi. Hanno dato poco. Lo spogliatoi­o si è abbattuto. Ora tocca a Zenga ridargli il furore. Anzi l’ignoranza folle.

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LAPRESSE Ex Rolando Maran, 56 anni, è stato esonerato martedì mattina

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