La Gazzetta dello Sport

Zenga a Cagliari con l’elmetto «Avete dubbi? Vi smentirò»

«Io pronto a morire in battaglia Riva e Maran le prime chiamate» Giulini duro: «Facevamo ridere»

- Di Roberto Pinna- CAGLIARI

Ricordi, gioie e dolori. Quello tra il Cagliari e Walter Zenga era un matrimonio che si doveva fare. Tanti i segni del destino che prima o poi dovevano portare l’Uomo Ragno in Sardegna. Zenga che il Cagliari lo rifiutò anche, nel 2014-15, sempre sotto la gestione Tommaso Giulini che scelse poi Zola al posto di Zeman: «Non dissi realmente di no, sapevo di essere in ballottagg­io con un idolo di casa come Gianfranco e stavo vivendo una situazione particolar­e a Dubai con i bambini piccoli. Per quello prendemmo due strade diverse». Zenga che però non guarda al passato ma al suo futuro a Cagliari: «Voglio che i tifosi sappiano che io quando alleno una squadra sono uno che si mette l’elmetto in testa ed è pronto a morire in battaglia. Sono qui perché voglio restituire entusiasmo alla gente». Tifosi che lo hanno accolto con le bandiere rossoblù all’arrivo alla Sardegna Arena per la sua prima conferenza da tecnico dei sardi: «Qualcuno ha dei dubbi su di me? Non vedo l’ora di contraddir­e tutti».

Niente gerarchie

Zenga e Cagliari sono legati anche dalle figure che hanno ispirato l’ex numero uno dell’Inter, su tutte Gigi Riva, oggi presidente onorario: «È la terza persona che ho chiamato quando sono arrivato in Sardegna. Con lui ho avuto un legame particolar­e in Nazionale. Prima di Riva ho sentito Gianfranco Matteoli. Ma per primo ho chiamato Rolando Maran. Il rispetto è tutto tra noi tecnici». Uno di quelli che Zenga reputa un maestro in panchina è però Oscar Tabarez, l’allenatore uruguagio che è rimasto nel cuore dei tifosi del Cagliari: «Sono arrivato in città nel giorno del suo compleanno. Per me è un guru. Lui dice che non c’è bisogno di troppa tecnologia e troppe figure nel mondo del pallone ma deve essere l’allenatore a decidere in base alle sensazioni. Anche per questo a Cagliari non ho cambiato lo staff. Ho portato solo Gianni Vio per le situazioni da palla inattiva. E poi qui ritrovo come vice Max Canzi e Antonello Brambilla (preparator­e dei portieri ndr) che conosco bene».

Il Cagliari di Zenga

Zenga in stagione aveva visto due volte dal vivo il Cagliari di Maran, a Parma nella vittoria 3-1 dei rossoblù e nel rotondo successo 5-2 contro la Fiorentina in Sardegna: «Mio figlio Walter Jr ha 8 anni e non vedeva l’ora di venire qui a Cagliari per giocare con Joao Pedro, Simeone e Nainggolan. I rossoblù hanno fatto qualcosa di importante nella prima parte di stagione poi qualcosa si è rotto. Ma io sono qui per ripartire dal coraggio e non dalla paura». Zenga che non pensa al modulo più congeniale per risollevar­e le sorti del Cagliari ma vuole prima di tutto sudore, lavoro e fame dalla sua nuova squadra: «I numeri non contano. Con me non ci sono gerarchie. Io guardo lo stemma sulla maglia non i nomi. Dubbio in porta tra Olsen e Cragno? Mal che vada gioco io».

Parole pesanti

Per il presidente Tommaso Giulini, che ha seguito il doppio allenament­o di ieri in prima persona, l’arrivo di Zenga sulla panchina del Cagliari significa un nuovo inizio: «Negli ultimi tre mesi abbiamo fatto ridere (lo ripete per ben tre volte, ndr). E dico abbiamo perché è stato un momento di crisi per tutti, dalla squadra all’allenatore fino a noi della dirigenza. Però già dalla cena che ho fatto lunedì a Milano con Walter ho ritrovato entusiasmo. C’è un ottimo rapporto». Zenga che è stato l’unico nome inseguito per il cambio in panchina: «Dopo le sconfitte con Genoa e Napoli col direttore sportivo Carli abbiamo iniziato a pensare su cosa fare e abbiamo puntato dritti su Walter. Era lui l’unica scelta. Con la

Dubbi in porta tra Olsen e Cragno? Male che vada gioco io. Con me non ci sono gerarchie

Roma abbiamo voluto dare un’ultima possibilit­à a Maran. Un tecnico che ho visto vuoto negli ultimi mesi. E con lui anche la squadra. Ho detto, prima di venire qui, ai giocatori in spogliatoi­o quanto sono deluso e arrabbiato e voglio entusiasmo e ignoranza perché mi sono rotto di quello che ho visto da dicembre in poi». Giulini guarda anche al calendario in divenire a causa del coronaviru­s: «Credo che la situazione non sia stata gestita al meglio. Ma noi pensiamo alle due settimane che abbiamo per lavorare e tornare a divertirci».

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LAPRESSE Amici Tommaso Giulini, 42 anni, presenta il nuovo allenatore del Cagliari Walter Zenga, 60 il 28 aprile, al quale era già legato da un rapporto di amicizia

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