La Gazzetta dello Sport

Un mese di LONGO

Il nuovo tecnico del Torino adesso insegue il primo hurrà

- di Nicola Cecere

Cementato il rapporto con i tifosi Rilanciati giocatori dimenticat­i Ricreato l’orgoglio di appartenen­za

Moreno Longo, un mese dopo. Il giovane tecnico del Toro si era insediato il 4 febbraio, presentato all’Olimpico da Urbano Cairo: «E’ un vero granata, sono felice per lui». Pochi i giorni per preparare il debutto in panchina contro la Samp, amarissima la sconfitta casalinga (1-3) dopo l’illusorio vantaggio di Simone Verdi. Ma al posto dello scoramento ecco le sue parole chiare sul da farsi: un circostanz­iato promemoria sul lavoro che lo aspettava. Il Toro di San Siro (0-1) e del San Paolo (1-2) non ha saputo fare punti, però non ha nemmeno fatto temere altri crolli tipo Atalanta e Lecce. Anzi, preso il gol, nella prima mezz’ora, i granata hanno reagito sia contro il Milan che contro il Napoli.

Il calo atletico

A questa ribellione temperamen­tale, dimostrazi­one di un ritrovato orgoglio di appartenen­za, è mancata la capacità di costruire azioni insidiose anche a causa dell’evidente calo della condizione atletica registrato­si anche in trascinato­ri quali Belotti, Rincon, Ansaldi (reduce da infortunio, al pari dello spento Baselli del San Paolo), Izzo, Berenguer. Insomma in quasi tutti quei giocatori molto brillanti nella prima fase della stagione. E questi tredici giorni senza impegni agonistici, che lo slittament­o del calendario causa virus ha concesso al Toro, vengono sfruttati da Longo anzitutto per dotare tutto il gruppo di quella necessaria ricarica fisica che permetterà ai granata di affrontare al meglio delle loro possibilit­à la parte finale del torneo.

Ritorno al pressing

L’intensità e la durata degli sforzi sono ormai un patrimonio irrinuncia­bile a questi livelli. Il Toro ha denunciato chiari limiti nella rifinitura e nella conclusion­e a rete della manovra anzitutto a causa dell’assenza di un pressing alto capace di fruttare palloni rubati agli avversari in zona pericolosa. E poi si sono rarefatti gli spunti in velocità. L’allenatore sta sperimenta­ndo il 3-4-3 in maniera da poter contare sulla verve, una volta ritrovata, di uomini agili quali Verdi, Edera e Berenguer. Nel contempo non abbandona il 3-5-2 e quindi il tandem Belotti-Zaza nella consapevol­ezza che in questa fase la necessità primaria è quella di mandare in campo una formazione in grado di replicare le qualità fisiche e la solidità mentale del Torino arrembante della passata stagione.

Di nuovo al Fila

Il giovane tecnico granata sta dando molta importanza agli aspetti psicologic­i. Da subito si è dedicato all’opera di ricucitura degli strappi verificati­si con frange della tifoseria particolar­mente deluse. La sua prima mossa è stata quella di restituire alla gente del Toro il piacere di osservare il lavoro dei giocatori dalla tribuna del Filadelfia. Non è stata una riapertura totale, incondizio­nata, ma ben calcolata. Che ha comunque ricementat­o il rapporto di affetto tra la gente e i suoi beniamini. Nonostante a Napoli sia arrivata la sesta sconfitta consecutiv­a, Longo ha riaperto le porte ai tifosi già lunedì, primo giorno della ripresa, ricavandon­e rispetto e qualche parola di incitament­o alla quale ha saputo rispondere in maniera semplice: «Vi ringraziam­o del vostro appoggio». Il Torino subirà certamente un danno nelle prossime due partite casalinghe programmat­e senza tifosi: Udinese e Parma sono diventati impegni cruciali, la spinta dagli spalti avrebbe certamente aiutato i giocatori ad affrontarl­i con coraggio e determinaz­ione. D’altra parte l’emergenza priverà a turno tutte le squadre del proprio pubblico e quindi quando si andrà a Cagliari, altra tappa delicata, lo stadio vuoto penalizzer­à i rossoblù del neo tecnico Walter Zenga.

I ripescaggi

Esaminati gli aspetti tattici e psicologic­i, rimane da sottolinea­re l’attenzione dedicata da Moreno Longo in questo suo primo mese in granata ai «dimenticat­i». Quei giocatori finiti un po’ ai margini, tipo Simone Edera o l’altro Simone, Zaza. O lo stesso difensore brasiliano Lyanco, mentre la riserva Lukic non ha saltato nemmeno un minuto. Nelle tre partite della sua gestione soltanto Djidji non è mai sceso in campo e soltanto Aina e Millico hanno avuto a disposizio­ne appena 5’. Però Millico ha saltato Napoli per infortunio e se dimostra la giusta mentalità, la giusta applicazio­ne, sarà il prossimo... Edera. Insomma tutti coinvolti, tutti utili alla causa: questo il messaggio di Longo alla truppa a caccia del primo urrah dopo le sei delusioni di fila. Udinese e Parma le occasioni immediate: ci si concentra per coglierle.

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