Un mese di LONGO
Il nuovo tecnico del Torino adesso insegue il primo hurrà
Cementato il rapporto con i tifosi Rilanciati giocatori dimenticati Ricreato l’orgoglio di appartenenza
Moreno Longo, un mese dopo. Il giovane tecnico del Toro si era insediato il 4 febbraio, presentato all’Olimpico da Urbano Cairo: «E’ un vero granata, sono felice per lui». Pochi i giorni per preparare il debutto in panchina contro la Samp, amarissima la sconfitta casalinga (1-3) dopo l’illusorio vantaggio di Simone Verdi. Ma al posto dello scoramento ecco le sue parole chiare sul da farsi: un circostanziato promemoria sul lavoro che lo aspettava. Il Toro di San Siro (0-1) e del San Paolo (1-2) non ha saputo fare punti, però non ha nemmeno fatto temere altri crolli tipo Atalanta e Lecce. Anzi, preso il gol, nella prima mezz’ora, i granata hanno reagito sia contro il Milan che contro il Napoli.
Il calo atletico
A questa ribellione temperamentale, dimostrazione di un ritrovato orgoglio di appartenenza, è mancata la capacità di costruire azioni insidiose anche a causa dell’evidente calo della condizione atletica registratosi anche in trascinatori quali Belotti, Rincon, Ansaldi (reduce da infortunio, al pari dello spento Baselli del San Paolo), Izzo, Berenguer. Insomma in quasi tutti quei giocatori molto brillanti nella prima fase della stagione. E questi tredici giorni senza impegni agonistici, che lo slittamento del calendario causa virus ha concesso al Toro, vengono sfruttati da Longo anzitutto per dotare tutto il gruppo di quella necessaria ricarica fisica che permetterà ai granata di affrontare al meglio delle loro possibilità la parte finale del torneo.
Ritorno al pressing
L’intensità e la durata degli sforzi sono ormai un patrimonio irrinunciabile a questi livelli. Il Toro ha denunciato chiari limiti nella rifinitura e nella conclusione a rete della manovra anzitutto a causa dell’assenza di un pressing alto capace di fruttare palloni rubati agli avversari in zona pericolosa. E poi si sono rarefatti gli spunti in velocità. L’allenatore sta sperimentando il 3-4-3 in maniera da poter contare sulla verve, una volta ritrovata, di uomini agili quali Verdi, Edera e Berenguer. Nel contempo non abbandona il 3-5-2 e quindi il tandem Belotti-Zaza nella consapevolezza che in questa fase la necessità primaria è quella di mandare in campo una formazione in grado di replicare le qualità fisiche e la solidità mentale del Torino arrembante della passata stagione.
Di nuovo al Fila
Il giovane tecnico granata sta dando molta importanza agli aspetti psicologici. Da subito si è dedicato all’opera di ricucitura degli strappi verificatisi con frange della tifoseria particolarmente deluse. La sua prima mossa è stata quella di restituire alla gente del Toro il piacere di osservare il lavoro dei giocatori dalla tribuna del Filadelfia. Non è stata una riapertura totale, incondizionata, ma ben calcolata. Che ha comunque ricementato il rapporto di affetto tra la gente e i suoi beniamini. Nonostante a Napoli sia arrivata la sesta sconfitta consecutiva, Longo ha riaperto le porte ai tifosi già lunedì, primo giorno della ripresa, ricavandone rispetto e qualche parola di incitamento alla quale ha saputo rispondere in maniera semplice: «Vi ringraziamo del vostro appoggio». Il Torino subirà certamente un danno nelle prossime due partite casalinghe programmate senza tifosi: Udinese e Parma sono diventati impegni cruciali, la spinta dagli spalti avrebbe certamente aiutato i giocatori ad affrontarli con coraggio e determinazione. D’altra parte l’emergenza priverà a turno tutte le squadre del proprio pubblico e quindi quando si andrà a Cagliari, altra tappa delicata, lo stadio vuoto penalizzerà i rossoblù del neo tecnico Walter Zenga.
I ripescaggi
Esaminati gli aspetti tattici e psicologici, rimane da sottolineare l’attenzione dedicata da Moreno Longo in questo suo primo mese in granata ai «dimenticati». Quei giocatori finiti un po’ ai margini, tipo Simone Edera o l’altro Simone, Zaza. O lo stesso difensore brasiliano Lyanco, mentre la riserva Lukic non ha saltato nemmeno un minuto. Nelle tre partite della sua gestione soltanto Djidji non è mai sceso in campo e soltanto Aina e Millico hanno avuto a disposizione appena 5’. Però Millico ha saltato Napoli per infortunio e se dimostra la giusta mentalità, la giusta applicazione, sarà il prossimo... Edera. Insomma tutti coinvolti, tutti utili alla causa: questo il messaggio di Longo alla truppa a caccia del primo urrah dopo le sei delusioni di fila. Udinese e Parma le occasioni immediate: ci si concentra per coglierle.
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