Virtus, tutto su Belgrado I turchi: «Noi penalizzati»
In Serbia (18.15) Darussafaka-Bologna che vale i quarti di Eurocup a porte chiuse. Djordjevic: «Scelta giusta»
Quando stasera alle 18.15 (Eurosport Player) si alzerà la palla a due alla Stark Arena di Belgrado, saranno passati 21 giorni dall’ultima partita disputata dalla Virtus Bologna. Se a ciò si aggiunge l’agitatissima vigilia che ha portato a questo scontro decisivo per la qualificazione ai quarti di finale di Eurocup contro il Darussafaka, non si può certo dire che la marcia di avvicinamento alla gara più importante della stagione sia stata quella ideale. La scelta di Euroleague sulla sede della partita, cancellata a Istanbul per l’impossibilità ad entrare in Turchia nell’ambito dei provvedimenti anti-coronavirus, è caduta sulla capitale serba. Alle due squadre la comunicazione ufficiale è arrivata martedì sera alle 23.02, ma per l’annuncio pubblico da parte di Eurocup si è dovuto aspettare ieri mattina quando è arrivata la definitiva luce verde del Ministero della Salute serbo per giocare a porte chiuse.
Protocolli
In quel momento, la Segafredo era già arrivata a Venezia, da dove sarebbe decollata per Belgrado, dopo essere partita da Bologna in pullman alle 8.15. La spedizione bianconera ha rispettato tutti i protocolli di contenimento del coronavirus, a cominciare dalle mascherine indossate negli aeroporti. La squadra oggi sarà raggiunta dal patron Massimo Zanetti e dall’a.d. Luca Baraldi, come permette il regolamento di Eurocup anche in partite a porte chiuse. Non c’erano comunque alternative a queste modalità: «La salute delle persone deve essere sempre, e ripeto sempre, messa al primo posto. Prima dello sport, della cultura e di qualsiasi altra cosa – sottolinea coach Djordjevic -. Quello che possiamo fare, è cercare di alleggerire questo particolare momento che sta creando a tutti noi un po’ di inquietudine. Ripongo tanta fiducia nei professionisti che ci seguono, continuiamo a svolgere con il massimo della professionalità le nostre attività». Alle polemiche di questi giorni, si sono aggiunte quelle del presidente della federazione turca Hedo Turkoglu: «Una decisione incomprensibile da parte di Eurolega. L’allenatore e alcuni giocatori della Virtus sono serbi: questo crea una situazione che stride con lo spirito sportivo e un ambiente sfavorevole al Darussafaka».
Cambi di programma
Fra la lunga pausa e l’agitata vigilia, si arriverà a giocare quasi a scatola chiusa una partita dentro-fuori che può valere una stagione per la Virtus. L’Eurocup è un obiettivo primario perché è la chiave di accesso all’Eurolega arrivando in finale. «Ci siamo allenati bene, con un buon atteggiamento e con grande voglia di ricominciare a giocare, consapevoli dell’importanza della partita – sottolinea Djordjevic -. Devo assolutamente congratularmi con tutti i componenti dello staff e con i giocatori, hanno dimostrato grande professionalità gestendo questi ultimi giorni senza battere ciglio, ricevendo aggiornamenti e cambi di programma continui». La Stark Arena da 18 mila posti completamente deserta sarà un altro fattore imprevedibile della partita, valido per tutte e due le squadre comunque. Per la prima volta, la Segafredo potrà contare su tutti i suoi 8 stranieri: «Una situazione particolare che si porta dietro qualche incognita – spiega coach Djordjevic -. La prima è capire come reagiremo contro un avversario che ha continuato a giocare con regolarità. La seconda è rappresentata dal fatto che giochiamo a Belgrado, in un palazzo vuoto, una cosa inusuale a cui dovremo adattarci in fretta».