FINALMENTE DOMENICA
La Lega litiga ancora, poi vota all’unanimità: derby d’Italia alle 20.45, prima le altre gare rinviate Il rebus Inter-Samp, Coppa Italia in estate? Ronaldo è già tornato. Handanovic pronto
Davis ok a Cagliari Lo sci a Cortina e la Sanremo: c’è uno spiraglio Regole anti contagio borracce personali no selfie coi tifosi e cibo in spogliatoio Lezioni sospese in tutta Italia fino al 15 marzo Aiuti alle famiglie
La Lega litiga poi trova l’unanimità: la Figc fa da garante E per Inter-Sampdoria non c’è ancora una data Senza pubblico anche le sfide europee nel nostro Paese
Ci siamo. E forse è il caso di dire: finalmente. Perché comunque bisognava uscire dal tunnel. Porte chiuse di qui al 3 aprile, come da decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri, e recuperi in questo fine settimana delle partite saltate nell’ultimo weekend. Con Juve-Inter che trasloca un’altra volta, seppure di un solo giorno: allo Stadium, senza tifosi, si giocherà domenica alle 20.45. Il resto della giornata dovrebbe essere distribuito così: SampVerona alle 20.45 di sabato 7, Milan-Genoa alle 12.30 di domenica, Parma-Spal e Sassuolo
Brescia alle 15, Udinese-Fiorentina alle 18. Dopo una lunga giornata, riempita dal consiglio di Lega (ma non dall’assemblea, le società hanno votato via Pec e non è stato raggiunto il numero legale), il calcio ha ritrovato quasi per miracolo la sua unità.
Tensioni e unità
Il Napoli si era aggiunto all’inizio della mattinata, ma poi anche Beppe Marotta per l’Inter ha raccolto l’appello a una sorta di decisione di unità nazionale. L’inizio della discussione fra i diversi club, però, era stato all’insegna del vittimismo e di chi si sentiva più penalizzato degli altri dalle porte chiuse. A quel punto, però, il presidente della Lega Paolo Dal Pino ha detto: se continuate così, me ne vado in Federcalcio a dire che non siamo capaci di andare avanti. In quel momento, c’è stato il ricompattamento con la decisione unitaria.
Lotito scatenato
Anche Lotito aveva messo in discussione il tentativo di ricucitura: le sue parole si sono udite forti e chiare fuori dal Consiglio, convinto com’era dell’idea che non fosse giusto scegliere a priori le porte chiuse, e proponendo la strada di decisioni sentendo i vari Prefetti - caso per caso, città per città. Alcune ricostruzioni, poi smentite categoricamente, avevano riferito anche di un vivace scambio di battute fra Lotito e Percassi sul famoso Atalanta-Lazio. Comunque sono venute meno le basi dello scontro visto che la partita si giocherà domenica 15 marzo e Valencia-Atalanta arriverà prima (non dopo) il match con la squadra di Inzaghi. C’era una sola alternativa alle porte chiuse: rinviare, cioè far saltare tutto. Ma il Governo a un certo punto ha rotto gli indugi spingendo verso la soluzione porte chiuse, per il campionato e per le coppe europee, a cominciare da Juve-Lione. Lo ha fatto il ministro dello sport Vincenzo Spadafora. Perché in un’Italia assediata, dove la parola d’ordine è diventata chiudere, contenere, vedersi il meno possibile, il campionato – persino in quella versione a porte chiuse che ne è una declinazione surreale – ha un suo valore sociale. Insomma, giochiamo.
Figc garante
La decisione ufficiale è arrivata dal palazzo della Federcalcio anche per evitare che la Lega si impantanasse sugli aspetti formali. Basta salti mortali, basta soluzioni acrobatiche, la scelta delle porte chiuse e dello slittamento delle giornate – con il 13 maggio che ospiterà un altro turno infrasettimanale – è diventata l’indispensabile coperta di Linus per provare a far passare la tempesta. In teoria gli stadi dovrebbero riaprirsi il 4 aprile, ma le date in casi come questi vanno prese con il beneficio del dubbio. Dubbio grande come una casa, viste le condizioni del Paese, i numeri dell’emergenza, le valutazioni che vengono fatte giorno dopo giorno, ora dopo ora. Le parole della nota della Federcalcio hanno comunque preceduto la firma del Decreto, disponendo «con apposito provvedimento, fino a nuova determinazione, che si giochino a porte chiuse tutte le gare organizzate dalla Lega serie A». Nel pomeriggio, Dal Pino, si era recato dal presidente federale Gabriele Gravina con l’a.d. Luigi De Siervo. Si erano messi nero su bianco i passaggi formali per giungere alla fumata bianca, di fatto la Figc si è fatta garante della decisione della Lega.
Coppa d’estate?
Il campionato riprende, il calendario arriverà stamattina. Resteranno però comunque due punti interrogativi che neanche Alan Turing, l’«invento
Lotito chiedeva che la decisione fosse delegata ai singoli prefetti
L’ultimatum di Dal Pino serve a ricomporre Firma pure l’Inter
re» dell’informatica, potrebbe in questo momento risolvere. Lo spazio per Inter-Sampdoria, la partita ballerina, non c’è. Una situazione sottolineata da Marotta che però ora non si può affrontare. Bisognerà vedere quanta strada farà l’Inter in Europa League. Poi sarà necessario recuperare le semifinali di Coppa Italia saltate in questa settimana. Forse ci potrebbe essere la data del 20 maggio, occupata dalla finale. Finale che a quel punto non saprebbe dove andare sul calendario. E così fra i sussurri c’è pure quello che vorrebbe un suo spostamento in agosto, modello prima Supercoppa. Tra le idee, tutte da verificare, esiste anche l’ipotesi di un torneo estivo a quattro tra le semifinaliste Juventus, Inter, Napoli e Milan. Ma per questo ci sarà tempo.