La Gazzetta dello Sport

Nerazzurri isolati: si riprende il 24

«CHE CORAGGIO QUI A BERGAMO, UNA LEZIONE PER CHI SBAGLIA»

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In autoisolam­ento fino al 24 marzo: esattament­e 14 giorni dopo Valencia-Atalanta. E’ la scelta del club nerazzurro dopo la notizia della positività di cinque tesserati del Valencia: Garay (che era infortunat­o), Gayà (titolare in entrambe le gare), Mangala (schierato solo in Spagna), il collaborat­ore tecnico Camarasa e il dottor Aliaga. «Confermati isolamento domiciliar­e e rispetto delle norme igieniche come da indicazion­i dell’istituto Superiore di Sanità, prassi già messa in atto sin dal rientro dalla trasferta di Valencia», si legge nel comunicato del club. Non sono previsti tamponi, l’unica accortezza richiesta ai giocatori è segnalare eventuali casi di febbre. Per il resto ai fini lo abbiamo capito solo quando i casi erano già tantissimi. Troppi. Quando ci hanno spiegato il significat­o di quelle due parole: zona rossa». pratici non cambia nulla, non ci si muove dai luoghi già scelti per la quarantena: Zingonia (Gasperini e i giocatori senza famiglie a Bergamo) o le rispettive case. Unica variazione, la data della ripresa degli allenament­i: prima fissata per oggi e già posticipat­a a mercoledì, ieri è stata procrastin­ata fino al 24.

a.e.

Vuol dire che a cento chilometri dal massimo pericolo c’è tutta la mia famiglia, soprattutt­o i miei nonni, gli amici. Lo ripeto a tutti loro, tutti i giorni: “Davvero, state a casa”. Adesso hanno capito anche loro, spero non sia troppo tardi».

3 Lo sa che in Germania non sono stati teneri con gli italiani? «Il fatto è che i tedeschi sentono di avere una mentalità diversa da quella italiana: se il governo decide qualcosa, la fanno subito. In Italia non è stato così subito, la gente ha continuato ad uscire. E se conosco bene il governo tedesco, so che prenderà provvedime­nti che saranno osservati».

3 Però anche il governo del calcio tedesco si è mosso in ritardo, o comunque in modo contraddit­torio.

«Ci sono state una-due settimane di sottovalut­azione del problema, oppure si è pensato: “La Bundesliga deve finire per forza”. E invece è stato giusto stoppare tutto, ci sono cose più importanti del calcio: sono felice che l’abbiano capito anche nel mio Paese».

3Ha paura che non finiscano la Serie A e la Champions? «Mi chiedo come faranno, quale potrà essere la soluzione che accontenti tutti: davvero non so come finirà. E’ brutto essere smarriti, ma lo siamo».

3Una cosa che ci chiediamo in tanti, in questi giorni: tre cose che prima non facevano parte delle sue giornate, e adesso sì? «Ho molto più tempo per la mia fidanzata, per studiare e preparare qualche esame di psicologia, per leggere dei libri che erano rimasti lì, in attesa di essere aperti. E poi mi alleno un po’ a casa, anche se è stranissim­o. Non è strano farlo a casa: è strano farlo senza sapere quando mi servirà».

Sarà strano tornare ad allenarsi senza sapere quando si potrà tornare a giocare

Finire Champions e Serie A? Mi chiedo come faranno, davvero non so come finirà

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EPA Nel vuoto di Mestalla Robin Gosens e Daniel Wass in un momento di Valencia-Atalanta

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